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mercoledì 23 novembre 2011

Il PD e la questione lavoro


I 'Liberal' del PD guidati da Enzo Bianco, hanno chiesto le dimissioni di Stefano Fassina da responsabile Economia del partito. La questione mi sembra della massima delicatezza ed importanza in vista anche delle possibile  favore accordato dal governo Monti nei confronti del disegno di legge 1873 sul contratto unico d'ingresso.
La preoccupazione è che Fassina possa essere contrario a questo provvedimento.
La questione a mio avviso non è puntare sul maggior costo dell'ora di lavoro precario rispetto a quella di lavoro a tempo indeterminato ma puntare su di una normativa che a partire dai nuovi assunti unifichi le varie forme giuridiche in un contratto unico d'ingresso che preveda anche la possibilità di licenziamento economico ma dia a tutti i nostri giovani le stesse garanzie del contratto a tempo indeterminato. Il problema è quindi quello di modificare gli ammortizzatori sociali coinvolgendo le aziende sul sostegno da prestare al licenziato economico .Attualmente l'azienda preferisce il precario perché può licenziarlo in qualsiasi momento senza intervenire nel costo di ammortizzatori sociali inesistenti per questa categoria.
È questo , oltre al minor costo, la vera motivazione della diffusione del precariato. Con l'approvazione del disegno di legge in questione, la situazione cambierebbe radicalmente ed i nostri giovani avrebbero diverse opportunità di stabilità e di protezione in caso di licenziamento. Bisogna poi chiedere l'introduzione in Italia del reddito di solidarietà attiva a sostegno della nuova povertà , della marginalità e della disoccupazione.
La lettera dei Liberal :«Le posizioni che Stefano Fassina ha assunto prima, durante e dopo la crisi del governo Berlusconi - si legge nella lettera dell'ufficio di presidenza dei Liberal - sono pienamente legittime in un partito in cui convivono sensibilità e storie diverse. Quello che non è comprensibile è che esse siano espresse dal Responsabile Economico del Pd, ed appaiano in netta dissonanza rispetto alle linee di responsabilità e di rigore assunte giustamente dal Segretario Bersani».
«Criticare aspramente la linea di rigore e sviluppo assunta prima dalla Banca d'Italia e poi dalla Bce - insiste la lettera - bollare come liberiste posizioni 'liberal' come quella del senatore Ichino, prospettare soluzioni ispirate alle vecchie culture politiche del secolo passato, non è compatibile con il dovere di rappresentare il complesso delle posizioni assunte dal Pd». «I Liberal Pd - conclude la lettera - chiedono a Stefano Fassina di fare un passo indietro, e di sostenere le sue idee liberamente, senza il vincolo della responsabilità politica che gli è stata affidata». Il testo è firmato da Enzo Bianco, Ludina Barzini, Andrea Marcucci, e Luigi De Sena.
Questa presa di posizione segue l'articolo pubblicato sull'Unità dal Sen Ichino dal titolo "Sul Lavoro il PD non stia fermo" .
Nello stesso il Sen Ichino lamenta la mancata presa d'atto e sostegno di Fassina nei confronti  dei due disegni di legge presentati nel 2009 da 55 senatori ( la maggioranza del gruppo PD al Senato) , rispettivamente il n. 1872 ed il 1873 . "Il primo dedicato alla riforma del sistema delle relazioni industriali e della contrattazione collettiva, con la previsione della derogabilità del contratto nazionale da parte di quello aziendale, nell'ambito di regole precise di democrazia sindacale. Il secondo dedicato al disegno di un nuovo diritto del lavoro capace di applicarsi in modo universale, ricomprendendo davvero tutti i nuovi rapporti di lavoro dipendente destinati a costituirsi da qui in avanti, voltando pagina rispetto al dualismo attuale."
Questa mancata sensibilità verso il progetto flexsecurity da parte di Stefano Fassina  vine eritenuta particolarmente controproducente in un momento in cui  scrive Ichino "ha raccolto in questi ultimi mesi il consenso della quasi totalità degli altri gruppi parlamentari; e giovedì scorso è stato inequivocabilmente indicato come base per la riforma da Mario Monti nel primo atto del suo nuovo governo, cui il Pd ha promesso pieno sostegno. "La questione non è quindi costringere Fassina alle dimissioni, anche perché le sue posizioni ad esempio per l'avvio dell'emissione di Eurobonds europei  e la richiesta dell'introduzione di una importante imposta patrimoniale sugli immobili  sono senz'altro condivisibili.
Rimane la necessità invece di chiarire le posizioni del PD sul lavoro ed evitare che la paura  del nuovo possa condizionare un'occasione unica di cambiamento. Bisogna imoltre  rassicurare il mondo  sindacale che fa riferimento alla CGIL ed i lavoratori  che le norme previste dal disegno di legge 1873 sono rivolte unicamente ai nuovi assunti e nulla tolgono ai diritti acquisiti di chi ha un contratto di lavoro in essere a tempo indeterminato.

venerdì 18 novembre 2011

La prima tappa del Governo Monti

La prima tappa del Governo Monti si è conclusa oggi con la presentazione delle linee programmatiche e la relativa fiducia votata dal Senato. Con uno stile sobrio e lineare il Prof. Monti ha sottolineato le tappe che l'impegno comune potrà realizzare rilevando come non sia l'Europa a stabilire le regole cui attenersi ma siano proprio le necessità del Paese a dettare il calendario dei lavori. Un Paese che, già prima della crisi che ci occupa, cresceva ad una velocità di gran lunga inferiore rispetto a quella, non dei paesi emergenti o del Bric, ma degli altri componenti dell'area europea. Un paese che non riesce ad utilizzare a pieno la risorsa dei propri giovani e della componente femminile e che vede ancora vaste aree del meridione incapaci di procedere verso lo sviluppo. Tutto questo ci rende complessivamente deboli ed incapaci di ottenere credito.Un investitore internazionale non valuta semplicemente il nostro Paese allo stato odierno ma anche per le sue prospettive future di crescita e stabilità e si chiede se al momento della scadenza dei titoli che ha sottoscritto l'Italia avrà una piena capacità di rimborso.Si pone pertanto l'obiettivo del risanamento ma soprattutto la necessità di creare le condizioni e di adottare le misure perché il nostro Paese riprenda a crescere nell'equità.. Se da un lato saranno prese delle iniziative che spostino il carico fiscale, cosi come accade nel resto dell'Europa, maggiormente sui patrimoni, in specie immobiliare, sgravando, se possibile, i redditi d'impresa e da lavoro, dall'altro si è fatto riferimento alla necessità di una maggiore possibile flessibilità del lavoro purché il singolo lavoratore trovi poi, a seguito di una modifica degli ammortizzatori sociali, degli strumenti di tutela che lo accompagnino durante il periodo di ricerca dl nuovo lavoro. Sulle pensioni invece è probabile che la misura principale sarà costituita dal passaggio per tutti al sistema contributivo. Una delle priorità del nuovo esecutivo sarà poi la lotta all'evasione fiscale e all'illegalità: non servirà solo «per aumentare il gettito ma anche per abbattere le aliquote. La lotta all'evasione dovrà potersi giovare inoltre del maggiore utilizzo delle transazioni elettroniche che dovranno sempre più sostituire gli altri mezzi di pagamento, riducendo l'utilizzo del contante.Molta attenzione il Prof. Monti ha poi rivolto verso le realtà locali, decidendo di seguire personalmente i rapporti con le stesse e parlando apertamente di una revisione dell'organizzazione delle province con legge ordinaria.Le premesse sembrano quelle di cercare la realizzazione delle riforme attraverso il maggiore possibile consenso delle forze politiche e sociali, evitando strappi e forzature.In questo, la capacità di soluzioni tecniche ed il possibile ruolo delle misure per la ripresa potranno essere decisive. Si può aprire, forse a partire da oggi, una fase iniziale di collaborazione e di dialogo costruttivo fra le forze sociali, senza pretendere d'altra parte di rinunciare alle proprie convinzioni, Che questo passo sia stato quasi imposto dagli avvenimenti alle forze politiche è indubbio. E' anche vero che questo inizio di collaborazione costruttiva, stimolata dal governo Monti, sia un percorso in salita che dovrà essere giudicato per i suoi risultati effettivi.Non mi sentirei tuttavia di avere un atteggiamento già punitivo nei confronti di quest'esperienza,  liquidandola  come un'emanazione dei " poteri forti" con l'inevitabile giudizio negativo sulle forze politiche che stanno dando il loro appoggio (ca. 80% del Senato ?!) Né si comprende  a partire da quali punti si possa trarre la conclusione  di essere in presenza  di un governo del grande capitale finanziario mondiale che sia riuscito nell'obiettivo di esautorare la politica nazionale.Questa teoria del governo del complotto internazionale agitata da alcune testate giornalistiche vicine all'ex Presidente del Consiglio, ma presente anche all'interno della sinistra alternativa, sembra totalmente infondata. C'è in questa visione un'accettazione delle teorie generali del " complotto"di cui in passato abbiamo avuto tristi esperienze. Basta ricordare la condanna del mondo occulto massonico, la congiura ebraica ecc.Come se i vari poteri esistenti (economico finanziari) siano organizzati rigidamente al loro interno e capaci di esprimersi secondo un piano preordinato. Ritorna in auge il concetto di "sistema" e dei suoi servitori corrotti che fu alla base delle peggiori espressioni terroristiche- La realtà è molto più complessa e contraddittoria, con una molteplicità di centri di potere spesso antagonisti fra di loro, e comunque pretende per realizzarsi la complicità finale del semplice cittadino che ne stabilisce il successo o l'insuccesso.Il problema è che ci sono parti politiche che preferiscono scatenare nel cittadino l'atteggiamento persecutorio consolatorio che trasferisce le responsabilità e giustifica il ricorso a misure straordinarie di potere.In questo caso la supposizione è totalmente infondata.ed improbabile.  Nello stesso governo troviamo esponenti del mondo cattolico come Riccardi (fondatore della comunità di S.Egidio), della finanza come Passera, della cultura accademica come Monti, Profumo ecc o esponenti dello Stato come il responsabile dell'antitrust.E' possibile che siano tutti esponenti dell'intrigo mondiale della banca privata Goldman? Mi sembra oggettivamente non sostenibile. Perché si fa questo gioco? a cosa serve? probabilmente su questa base il PDL vuole trovare una sua nuova verginità e sull'onda del possibile scontento rispetto a misure dolorose spera di cavalcare, con una propaganda persecutoria e populista, il ritorno al potere.In una situazione così delicata, la riforma della legge elettorale può diventare una priorità necessaria per consentire che i nostri parlamentari pensino ed agiscano più liberamente e senza sottostare al ricatto di sapere che la prossima candidatura e rielezione saranno gestite in ogni caso dai capi partito.Questa situazione rischia di falsare il dibattito politico ed i rapporti di democrazia all'interno dei partiti e di conseguenza la loro azione politica nei confronti del governo e delle esigenze attuali del Paese perso nel vortice di una crisi di credibilità che può rivelarsi disastrosa. D'altra parte, anche l'atteggiamento di sfiducia "a priori" di larga parte delle forze alternative della sinistra e di vari settori della protesta giovanile e sindacale, trova probabilmente la sua giustificazione nella situazione oggettivamente difficile che vivono. La domanda sociale d'attenzione e d'equità di questi settori della popolazione è forte. Non dimenticano inoltre che molte delle cause della crisi sono state determinate dal forte processo di finanziarizzazione dell'economia  che ha gravato enormemente sull'economia reale paralizzandola. Non bisogna tuttavia dimenticare che vi sono state altre cause a determinare la difficoltà del nostro Paese già preesistenti alla crisi e a cui bisognerà dare una risposta. Non per peggiorare le condizioni di vita della popolazione o per privarla del Welfare, come si favoleggia, ma per consentire invece il suo mantenimento su basi più sostenibili,  rimuovendo rendite di posizione e agevolando  le possibilità di lavoro e di vita.Le parole d'ordine di crescita, risanamento ed equità con cui inizia la vita di questo governo mi sembra gli diano almeno il diritto di essere sottoposto a verifica.

martedì 15 novembre 2011

Ulteriori riflessioni per un'imposta patrimoniale straordinaria

L'assunto della proposta di una patrimoniale straordinaria è quello rappresentato dalla previsione che una risposta, data ai mercati in tempi rapidi e con una terapia d'urto, ottenga spesso risultati ben superiori di quelli di una cura lenta.

Mi rendo conto dell'impopolarità che l'introduzione di un'imposta patrimoniale straordinaria, d'importo rilevante, può suscitare fra i cittadini, e di conseguenza nel corpo elettorale, e comprendo la ritrosia e l'intransigenza con cui il maggior partito della destra si oppone alla sua introduzione; tuttavia, in una situazione in cui stiamo raggiungendo livelli di costo del servizio del debito insostenibili a causa di una crisi di fiducia generale nei confronti della solvibilità d'ultima istanza del sistema Italia ed anche dell'Europa, la risposta deve essere rapida ed efficace.

Questo per far sì che il nostro futuro non dipenda solo dalla nostra ritrovata credibilità,, più o meno realizzata in tempi brevi, ma dalla forza di dire al mercato, in occasione delle prossime scadenze (ca. 280 mld da qui al 2012): cari signori, l'offerta di sottoscrizione del nostro debito è limitata.

Stiamo infatti  procedendo alla sua graduale estinzione, per ca. 200 miliardi nel corso dell'anno, portando in valore assoluto il debito a ca. 1700 mld, pari prevedibilmente a ca. il 110% del PIL.

Manteniamo inoltre tutti gli impegni presi nei confronti dell'UE e soprattutto quello del pareggio di bilancio.

Dal 2013 in poi porremo inoltre in atto un progetto a medio termine d'ulteriore riduzione del rapporto debito /PIL grazie alle misure per la crescita che approveremo nel corso del 2012 in seguito  all'azione del nostro nuovo Governo, fondato sulla mobilitazione generale delle migliori risorse italiane e sulla volontà di collaborazione delle maggiori forze politiche i presenti in Parlamento.

L'Italia ha la possibilità e le forze per intraprendere a partire da una brutta caduta un cammino d'eccellenza in campo europeo e mondiale.

Deve riuscire ad esprimere le energie dei giovani e le eccellenze del mondo del lavoro e dell'impresa combattendo senza quartiere la corruzione, la clientela, il malaffare, l'incapacità di avere il senso della  responsabilità.

E' necessario pertanto adottare delle misure immediate e rapide che consentano risultati decisivi e procedere ad una rapida ricapitalizzazione dello Stato ottenibile principalmente con un'azione di carattere fiscale.

Una ricapitalizzazione che significa far ricorso alla ricchezza privata presente nel Paese richiedendo l'intervento di chi possiede capitali sotto forma sia mobiliare sia immobiliare.

 E' una richiesta che si dirige principalmente a quel 10% delle famiglie italiane che detiene ca. il 45% della ricchezza netta nazionale pari a ca. 3.780 miliardi con una media di ca. 1,6 M d'euro ciascuna.

Un'imposta patrimoniale straordinaria, per un importo complessivo di almeno 200 mld, consistente nella sottoscrizione obbligatoria d'azioni di proprietà di società dello Stato da creare allo scopo e di cui mantenere la titolarità per almeno tre anni.

Il ricavato dell'operazione sarà destinato ad una riduzione immediata del debito pubblico fino a 1700 miliardi d'euro.

Tale società a capitale misto, con il 51% in mano inderogabilmente allo Stato, dovrebbe essere   costituita con l'apporto di almeno 500 miliardi di beni del patrimonio pubblico.

La conduzione di questa società dovrebbe essere affidata alle migliori personalità economiche del Paese in modo da garantirne il buon funzionamento e la crescita della redditività in modo da premiare con opportuni dividendi gli azionisti.

Il punto centrale di questa proposta è quello di chiedere un acquisto forzoso di beni del patrimonio pubblico sotto forma di sottiscrizione delle azioni della costituenda società e con il riacquisto della piena disponibilità della titolarità azionaria dopo soli tre anni.

In questo caso quindi, coloro che saranno chiamati a sostenere questo importante contributo saranno garantiti sul rientro  della piena disponibilità dei capitali in uno spazio di tempo ragionevole.

Non vi è una perdita definitiva dei propri capitali, come invece avviene col pagamento di qualsiasi imposta, e con il ricavato il Governo Italiano potrà  fronteggiare le scadenze del debito pubblico nel corso del 2012 abbastanza agevolmente.

La conseguenza potrà essere duplice: da un lato la riduzione dello spread con il bund tedesco e la riduzione del costo del collocamento, dall'altro la riduzione immediata del costo del debito sulla parte  rimborsata pari a 200mld

Ipotizzando anche un tasso medio del 3,50 per cento, otterremmo un risparmio di sette mld da poter utilizzare per altri scopi all'interno della gestione di bilancio..

Se la manovra non fosse sufficiente, potremmo agevolmente ricorrere all'aiuto del Fondo salva stati europeo per un importo ragionevole ed a costi contenuti e all'offerta del FMI.

La base di patrimonio minima da cui partire penso dovrebbe essere di almeno un milione d'euro per poter applicare delle aliquote più basse sulle fasce minori ed ottenere lo stesso risultato richiesto. Ad esempio un'aliquota dell'1% da 1M sino a 1,6M del 4% sino a 2M e del 5% per i patrimoni d'importo superiore.

Si tratta di liquidità importanti che potrebbero creare dei problemi ai contribuenti e pertanto potrebbe essere utile dare  l'opportunità di accedere ad un finanziamento a tasso agevolato (costo della provvista senz'applicazione d'ulteriore spread) garantito dalle azioni sottoscritte e concesso per il periodo del vincolo dalla cassa Depositi e Prestiti.

Questo contributo non pretende certo di risolvere i problemi che interessano il nostro paese ma si pone al servizio di chi in questo momento intende assumere le funzioni di classe dirigente orientando le scelte ed i comportamenti collettivi.





 

giovedì 10 novembre 2011

Quel filo rosso

 

 

Il filo rosso è il punto di vista, " dalla parte degli ultimi ", con cui ho cercato di guardare la realtà che mi circonda nel corso di questi anni.

Il libro è una raccolta di saggi ed articoli su aspetti sociali, politici ed economici della società italiana scritti fra il 1976 ed il 2011.

 Vi segnalo il link

http://ilmiolibro.kataweb.it/schedalibro.asp?id=660595

venerdì 4 novembre 2011

Cinque cose da fare subito

Ancora in questo momento il Governo italiano non riesce a trovare la coesione e la capacità per adottare quelle misure d'urgenza necessarie a scongiurare una situazione economica che rischia di diventare incontrollabile.

Le misure oggetto della lettera all'Europa sono continuamente rimandate o non trovano pieno compimento.

E' il momento di fare alcune, poche cose ma subito.

Tutta l'opposizione parlamentare proponga il suo accordo preventivo su alcune misure da prendere :

1)      imposta patrimoniale straordinaria d'importo rilevante che consenta di evitare per buona parte dell'anno in corso e del 2012 di esser vcostretti a presentarci alle aste per piazzare il rinnovo dei titoli in scadenza( cfr http://ciragionoescrivo.blogspot.com/2011/10/una-tassa-patrimoniale-per.html)

Tale misura consentirebbbe un risparmio di spesa per interessi fra i 10 e i 16 miliardi di eurro ( a seconda dell'importo rimborsato e del tasso medio) ed il contemporaneo finanziamento di un'ampia riduzione della spesa fiscale sul lavoro e sull'impresa favorendo la domanda aggregata. La mancanza di offerta di titoli ed il rimborso ro farebbe inoltre da calmiere sullo spread applicato ai ns titoli rispetto ai Bund tedeschi.

2) introduzione a partire dal 2013 di una imposta patrimoniale ordinaria per tutti pari al 1 per mille del patrimonio mobiliare ed immobiliare di tutte le famiglie ( senza esenzioni).Il ricavato dovrebbe consentire il mantenimento dlele misure di sgravio fiscale per il lavoro e lo sviluppo della ricerca scientifica

3) modifica delle regole del mercato e del diritto del lavoro (cfrhttp://circolopd.ning.com/forum/topics/una-proposta-per-il-lavoro)

4) sostegno al credito per le PMI con un potenziamento importante del fondo di garanzia e del fondo d'investimento italiano in cui far confluire tutte le somme destinate all'incentivazione delle imprese compresi gli stanziamenti europei.

5) Riforma delle pensioni con aumento di quelle di vecchiaia a 67 anni valutando forme di uscita part time su base volontaria per quelle di anzianità dopo il 40° anno di contributi ed i 65 anni di età.

 

mercoledì 2 novembre 2011

Regolare la finanza per bloccare la speculazione

 

 

Non riusciamo ancora a fare nostra una protesta che si agita nelle piazze ed in tutte le discussioni: l'esigenza di introdurre delle regole sulla finanza e di tassare adeguatamente le transazioni e le plusvalenze

.La stessa Europa  nella prossima riunione del G20 porterà avanti il tema della introduzione a livello mondiale della  Tobin Tax e di una maggiore regolamentazione dei derivati.

Il tema della tassazione delle transazioni finanziarie è ormai del resto condiviso da vaste aree di pensiero se  anche il Vaticano nel documento  del Pontificio consiglio della giustizia e della Pace  (1)si esprime  con la seguente proposta:

 

"misure di tassazione delle transazioni finanziarie, mediante aliquote eque, ma modulate con oneri proporzionati alla complessità delle operazioni, soprattutto di quelle che si effettuano nel mercato «secondario». Una tale tassazione sarebbe molto utile per promuovere lo sviluppo globale e sostenibile secondo principi di giustizia sociale e della solidarietà; e potrebbe contribuire alla costituzione di una riserva mondiale, per sostenere le economie dei Paesi colpiti dalle crisi, nonché il risanamento del loro sistema monetario e finanziario "

 

all'interno di un documento che pone l'esigenza di una governance mondiale  che regoli il sistema finanziario ponendogli delle regole a neutralizzando le spirali speculative alimentate  dai cosiddetti "mercati ombra".

 

Non possiamo solo procedere al risanamento della nostra economia, per rassicurare i mercati, ma dobbiamo contemporaneamente attaccare la speculazione .

Dobbiamo proporre misure che disciplinino i mercati finanziari e depotenzino i fattori moltiplicatori del rischio speculativo.

Bisogna  che le potenze mondiali riunite nel G20 si facciano promotori dell'attuazione delle proposte di regolamentazione dei derivati suggerita dal Financial Stabilty Board (2)

Da parte mia sarei dell'idea di  chiedere una misura  forte come quella  d'impedire la possibilità di effettuare operazioni di derivati senza il sottostante da coprire eliminando le attività allo scoperto puramente speculative.

E' vero che esistono situazioni in cui è necessario coprirsi su rischi rivenienti da flussi futuri ma in questo caso dovrebbe essere richiesta un 'autorizzazione specifica alle autorità monetarie per la concessione di un plafond ad hoc per quegli operatori.

Ulteriori misure che potrebbero consentire di isolare e scoraggiare lo sviluppo dei mercati ombra (3)rispetto a quelli ufficiali

Sarebbe quello di :

a)dividere come era già stato fatto nel  1936 l'attività delle Banche d'investimenti e  da quelle di credito ordinario diminuendo la loro capacità di ricatto nei confronti dei governi nazionali. Il loro fallimento infatti non coinvolgerebbe i risparmi di migliaia di risparmiatori comuni.

b)fare pressione perché le grandi  potenze  economiche si attivino per una riduzione drastica di tutti  i paradisi fiscali da cui opera liberamente  la speculazione.

c) tassare opportunamente le plusvalenze rivenienti da operazioni speculative

 

Tutto questo non per negare la necesità di risanare la nostra situazione economica  ma per cominciare ad affrontare insieme una delle cause che tendono ad aggravare la crisi economico finanziaria in corso.

Non c'è dubbio che alla fine l'economia reale : il lavoro, dovrà riprendere il comando strategico dell'economia relegando la finanziarizzazione e la rendita in un ruolo secondario 

Bisogna pertanto fin da ora limitare  queste attività regolandole e subordinandole al controllo dei governi nazionali e della politica.

Bisogna inoltre che la politica operi quella grande redistribuzione delle risorse  a favore del mondo del lavoro e della produzione indispensabili per la ripresa dello sviluppo.

La principale leva nelle mani della politica è quella fiscale

 

(1)   http://www.vatican.va/roman_curia/pontifical_councils/justpeace/documents/rc_pc_justpeace_doc_20111024_nota_it.html

(2)   http://www.financialstabilityboard.org/publications/r_111011b.pdf

 

3)http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/giornalisti/grubrica.asp?ID_blog=305&ID_articolo=65