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domenica 24 giugno 2012

Un partito di governo

Sabato 23 giugno, all'interno dei locali della Fiera di Roma, si è svolta l'Assemblea Nazionale dei Segretari dei Circoli del PD; mentre, contemporaneamente, a Firenze circa mille amministratori locali, dello stesso partito, venivano raccolti da Matteo Renzi attorno allo slogan "Big Bang Italia obiettivo comune".Quello che colpisce in questa giornata, al di là dell'ovvia differenza organizzativa, è la decisione del Partito Democratico di privilegiare il rapporto con la propria base sul territorio, per riannodare la possibile frattura esistente con la società civile.

La presenza capillare dei circoli, il loro costante lavoro nei confronti dell'area territoriale assegnata, (che spesso sfocia nell'impegno assunto all'interno delle amministrazioni), la ricchezza dell'esperienza degli amministratori locali, quotidianamente alle prese con i problemi della comunità di cittadini, che hanno investito in loro la propria fiducia, rappresentano un bagaglio di esperienza ed un patrimonio inesauribile cui attingere per combattere quella che tutti i sondaggi indicano come una grave disaffezione della società civile, non solo nei confronti dei partiti, ma addirittura delle istituzioni democratiche.Questa distanza, questa sfiducia rappresenta un malattia di tutta la comunità che, se da un lato ci chiama a riconoscere ed estirpare il virus portatore del male, dall'altro c'induce a cercare i rimedi per rimettere in salute l'organismo malato, facendolo riappropriare di un sano rapporto con la partecipazione politica e con le proprie istituzioni.Senza nulla togliere, pertanto, alla peculiarità delle differenze presenti fra le due manifestazioni, che anzi vanno sottolineate perché rappresentano un'ulteriore ricchezza, non possiamo fare a meno di rilevare la correttezza del richiamo complessivo del partito alla sua realtà di base e la volontà forte di porsi come riferimento per la crescita civile dell'intera società italiana. Certo, il momento è difficile, ed in questo senso avere a disposizione sia la forza dell'apparato del partito (che non è solo organizzazione e sistema di gestione ma anche tradizione, storia culturale, ideologica ed esperienza), sia la freschezza irriverente di una nuova generazione, che chiede spazio e voglia di responsabilità, è quanto di meglio ci si poteva augurare.

Bisogna saper mediare le diverse esigenze per trasformarle in una forza   compatta capace di affrontare quella sfida che, un lucido e realista Segretario del partito Pier Luigi Bersani ha saputo indicare nella relazione di chiusura all'Assemblea Nazionale dei Segretari dei Circoli: vi è sul  nostro partito la grande responsabilità storica di indicare al paese una strada percorribile di speranza e di equità per le classi lavoratrici, all'interno di un grande processo di unità politica e democratica europea.Un patto dei democratici e dei progressisti con delle primarie aperte per la scelta dei candidati.

Nella sua chiusura dei lavori, il segr. Bersani ha descritto con chiarezza i pericoli della possibile saldatura di un nuovo fronte populista e conservatore attorno alla crisi della rappresentanza, all'antipolitica, alla crisi delle istituzioni utilizzando anche l'arma delle problematiche antieuropee come collante.E' singolare e pericolosa, infatti, la strana convergenza anti-euro fra Grillo e Berlusconi. Movimenti di questo tipo sono presenti in tutte le situazioni elettorali europee. E' probabile, pertanto, che questi temi saranno presenti anche nella nostra futura competizione elettorale. Va spiegato con chiarezza che l'uscita dall'euro può minare il cammino del processo unitario europeo, con un ulteriore peggioramento della crisi economica generale e la perdita di valore dei risparmi e dei salari. Un arretramento rispetto alle prospettive di crescita comune portate avanti   negli ultimi cinquant'anni.Fare ricorso all'impegno dei circoli e degli amministratori locali, coniugando assieme a loro la forza e l'esperienza della struttura del partito, l'entusiasmo innovatore della gioventù che chiede spazio, la competenza di tutti gli intellettuali che si sentono di assumere nuovamente il vecchio ruolo di " compagni di strada ", a suo tempo assegnato loro dal  Partito Comunista Italiano, riuscire a vivere la diversità dell'origine storica e culturale del Partito Democratico come fonte di ricchezza e non come segno né di confusione né di indeterminatezza, è la scommessa che si troverà a vivere questo partito per assumere il ruolo di guida e di governo della società italiana, traghettandola fuori dalla crisi.Forte delle lezioni della storia, dovrà guardare con fiducia al futuro utilizzando con serenità anche i nuovi strumenti di democrazia diretta e le possibilità organizzative e di partecipazione offerte dalla Rete.

 

 

sabato 9 giugno 2012

Le scelte non rimandabili

 

 

Mentre aspettiamo di conoscere quale strada intenderà percorrere il popolo greco dopo le prossime elezioni, il tavolo europeo è stato repentinamente occupato dallo scottante problema della necessaria ricapitalizzazione delle Banche spagnole.

 Le cifre di cui si parla oscillano fra i 40 miliardi indicati da Botin ( Santander), ai probabili 60 /80 di molti commentatori. Si assiste ancora allo spostamento di risparmi e disponibilità dai paesi meridionali dell'Europa verso la Germania che, oltre ad avere ottenuto in questi anni un ingente surplus commerciale nei confronti degli altri paesi europei si ritrova oggi ad avere un'abbondanza di disponibilità finanziarie a tassi irrisori-.

E' dall'inizio della crisi economica finanziaria che ci occupa che l'Europa si dibatte fra la paralisi del sistema bancario, la crisi della solvibilità degli Stati membri ed in ultimo la recessione economica.

L'andamento depressivo dell'economia sta toccando tutti i paesi, compresi quelli più virtuosi, per andare a creare problemi all'intera crescita mondiale. La preoccupazione è grande se lo stesso Presidente degli Stati Uniti d'America si sente in dovere di sollecitare giornalmente con forza misure immediate per la crescita da parte dell'Europa e la Cina ha immediatamente ridotto il proprio tasso di riferimento.

L'Europa è il secondo mercato mondiale e la sua crisi non può lasciare indenne nessuno.

La nostra è una crisi che vede uniti in un abbraccio paralizzante il sistema bancario, i debiti pubblici, l'andamento economico ed il destino delle Istituzioni europee.

Ha ragione la Cancelliera Merkel nell'indicare la strada maestra dell'unità politica, ma questa ha tempi inevitabilmente lunghi e graduali; oggi, è necessario intervenire subito con decisioni immediate per operare una forte   discontinuità e ritrovare un clima di fiducia indispensabile per rimettere in moto il pieno utilizzo dei fattori di produzione: capitale, lavoro, tecnologia.

La prima questione irrimandabile è quella di creare un meccanismo di controllo, di garanzia e sorveglianza europeo sul sistema bancario.

All'interno di questo processo il primo obiettivo è quello di garantire a tutti i risparmiatori, di tutte le Banche europee, la sicurezza dei propri risparmi. Il secondo obiettivo è di stabilire un meccanismo di monitoraggio, sorveglianza ed intervento che consenta di prevenire ed intervenire sulle situazioni difficili per gestirle, anche a costo di spezzettarle o di chiuderne l'attività. E' interessante a questo proposito la lettura della recente relazione programmatica della Commissione Europea del 6  c.m. che si muove nel senso indicato

http://europa.eu/rapid/pressReleasesAction.do?reference=IP/12/570&format=HTML&aged=0&language=EN&guiLanguage=en

Il terzo obiettivo è costituito dalla necessità di provvedere ad un processo di ricapitalizzzione del sistema bancario anche con il ricorso a fondi europei assicurando contemporaneamente la ripresa di un clima di fiducia del mercato interbancario da sostenere, fino al suo definitivo riassetto, con ulteriori operazioni d'immissione di liquidità da parte della BCE.

Tutto questo deve porre le basi perché le Banche ritornino a svolgere la funzione fondamentale d'intermediazione fra risparmio ed investimento assicurando i necessari mezzi al sistema produttivo a condizioni sostenibili.

Il salvataggio del sistema bancario deve tuttavia andare di pari passo con l'introduzione di nuove regole che evitino per il futuro il verificarsi d'analoghe crisi sistemiche.Innanzi tutto la separazione fra banche d'investimento e di deposito. Una disciplina più rigida sui derivati, costringendo ad operare a fronte di una precisa operazione sottostante e impedendo le vendite allo scoperto se non a fronte di specifiche autorizzazioni nei confronti d'operatori opportunamente abilitati . L'introduzione di una tassa sulle transazioni finanziarie.

La necessaria risoluzione del problema della solvibilità degli Stati membri costituisce l'altra condizione necessaria per la normalizzazione della situazione finanziaria europea e per consentire anche al sistema bancario di operare con fiducia.

L'intervento di stimolo degli Stati membri e della stessa Commissione Europea potrebbe trovare proprio nel sistema bancario ( oggi tanto discusso) il volano per la realizzazione dei propri progetti. Il potenziamento dei fondi di garanzia statali a favore dei finanziamenti alle imprese consentirebbe una limitazione del rischio sui finanziamenti concessi e la possibilità di ricorrere ad un minor utilizzo del patrimonio di vigilanza, moltiplicando le opportunità d'intervento.

 La solvibilità degli Stati sovrani, perduta nel momento in cui si è rinunciato ad ogni forma di rifinanziamento diretto o indiretto da parte della Banca Centrale Europea, deve esser risolto subito con la decisione di consentire alla BCE di garantire il debito pubblico di tutti gli Stati membri.

Per evitare, tuttavia,  il "moral hazard" possibilmente connesso a questa scelta,(consistente  nella possibilità  che il singolo Stato possa non rispettare in futuro gli impegni assunti, grazie alla sovranità del proprio Parlamento, cercando di scaricare  i propri costi sugli altri) bisognerà fare in modo che tale garanzia debba essere offerta  a tutti gli Stati membri a patto che   accettino di  sottoporre  ogni eventuale aumento del debito al consenso europeo ( con forme opportunamente rispettose dei criteri della democraticità delle scelte) ,  senza di cui lo stesso non sarebbe più garantito.

La garanzia europea dovrebbe consentire inoltre l'obiettivo di  limitare l'oscillazione dei tassi dei diversi debiti pubblici dell'area europea all'interno di un differenziale stabilito oltre il quale la BCE sarebbe autorizzata ad intervenire con l'acquisto diretto.

La prima condizione, successiva al recupero del concetto di solvibilità,dovrebbe poi essere anche quella di rivedere,  in questa fase di crisi, il limite del deficit di bilancio  ridefinendo i termini del Fiscal Compact in modo da armonizzarli con le necessità del finanziamento della ripresa economica.

Tutto    questo può e deve tradursi per milioni di persone, e specialmente per i  giovani europei, nella possibilità di trovare nuovo lavoro ed occupazione. L'energia di questi ragazzi , opportunamente utilizzata, può farci uscire insieme dal guado , senza aspettare i tempi di un'auspicabile ma per il momento difficile unità politica. Ciò potrebbe comunque mantenere vivo l'ideale europeo e creare delle nuove condizioni di equilibrio e di coesistenza pacifica.

 

 

venerdì 1 giugno 2012

Movimento Cinque Stelle e sistema dei partiti

 

Il successo del Movimento Cinque Stelle alle elezioni amministrative sta costituendo un vero e proprio trampolino di lancio verso un'affermazione nazionale tale da preoccupare tutto il mondo dell'attuale rappresentanza politica.  I principali sondaggi descrivono percentuali di consenso che, in alcuni casi, raggiungono quasi la soglia del 20%, consentendo al movimento di Beppe Grillo di collocarsi al secondo posto fra gli schieramenti politici nazionali. Gran parte del dissenso nei confronti della politica e la disaffezione verso il PDL e la Lega sembrano orientarsi verso questa nuova realtà politica.Il problema, tuttavia, coinvolge l'intero sistema dei partiti, se anche quello che, a prima vista, sembra essere il nuovo partito di maggioranza: il PD, si preoccupa vivamente di ricucire una possibile frattura nei confronti del proprio elettorato.Da quest'esigenza nascono proposte come quella di convogliare gli elementi più attivi della società civile vicini all'area del PD in una lista civica nazionale o di riconoscere la necessità di ascoltare con maggiore attenzione ciò che si muove nella Rete. Ambedue le iniziative, se portate avanti, vanno nel senso della maggiore partecipazione del cittadino, finora escluso dal cosiddetto "Palazzo".

Va rilevato, in tutto questo, il ruolo nuovo, rivoluzionario e forse ormai irreversibile rappresentato dall'utilizzo di internet. La Rete, l'associazionismo virtuale, i social network permettono una possibilità di opinione e di confronto dei cittadini al di fuori dei limiti temporali e spaziali mai verificatosi prima.

Le principali nuove opportunità sono costituite:

-         Dalla rottura del monopolio delle strutture di distribuzione della cultura e dell'informazione con la conseguenza di permettere una piena circolazione delle idee

-         Dalla possibilità di organizzazione a costo zero di comunità virtuali che mettono in relazione le persone senza limiti di spazio (Italia, estero) con la possibilità di archiviare e successivamente consultare i documenti del loro lavoro e quindi creare la possibilità di un confronto creativo e di un senso di appartenenza.

-         Dalla possibilità della democrazia diretta di queste forme di aggregazione in cui l'unica vera discriminante è rappresentata dalla frequenza e validità dell'impegno personale.

Tutto questo non può lasciare invariato il mondo della politica, il concetto di delega ed il rapporto con le Istituzioni che conosciamo.Questa facilità di confronto e di discussione  comporta una conseguenza immediata: la voglia di democrazia diretta, la crisi della delega e della partecipazione passiva.Questa è forse la principale originalità del Movimento di Beppe Grillo: quello di aver saputo coagulare attorno a sè lo scontento e la voglia di partecipazione di molti, soprattutto giovani, utilizzando lo strumento rivoluzionario, già presente e da tutti comunemente utilizzato, la Rete.E' questa la forza del Movimento e forse anche la sua principale " cultura" con la stessa forza di riconoscimento che fu la parola d'ordine del Federalismo per la Lega Nord.La voglia del cittadino di "fare da solo"e di metter sul piatto quello che è già la sua esperienza diretta: la capacità di affrontare i problemi sociali che lo riguardano, insieme agli altri, nel confronto realizzato all'interno della comunità virtuale cui partecipa, sono le armi principali di questa nuova forma d'impegno civile e politico.E' logico che il terreno più facile  dove provarsi sia stato quello dell'ambito locale, della gestione del territorio. Dove il rapporto cittadino –istituzioni è quasi visibile e toccabile. Diventerà molto più difficile confrontarsi con quello che è invece il territorio principe dei partiti: " la storia e l'ideologia".Non si può fare a meno di confrontarsi con questi aspetti. Tutto quello che fino ad oggi è stato elemento di forza per il Movimento Cinque Stelle diventa  debolezza. Questo non significa che non potrà reagire  con successo a questa sfida ma è difficile che possa decidere di non affrontarla e che possa mantenere la stessa forza e unità sui problemi di merito così come è riuscito a realizzarla su quelli di metodo.

Dall'altra parte della barricata vi sono invece i  partiti: organizzazioni politiche che hanno avuto il merito di conservare e tramandare,   al contrario, tutti i contenuti storici e le ideologie.Per realizzare quest'obiettivo, tuttavia, la tentazione fondamentale è rappresentata dalla difesa contro il mondo esterno,   che può essere  portatore della disarticolazione dell'organizzazione. La gerarchia, l'organizzazione vengono vissute come " valore  essenziale" perché hanno il compito di conservare nel tempo l'esistenza del progetto. In nome di questo  spesso viene giustificata l'impermeabilità al cambiamento, la distanza dai movimenti, lo scarso ricambio della classe dirigente, la stessa gestione spregiudicata  del potere.Se la società civile è impetuosa e portatrice di novità, allo stesso tempo i partiti  vivono nella tradizione e nella conservazione. Spesso non si accorgono dell'onda che può travolgerli. Non è detto che l'onda sia migliore di ciò che travolge  ma spesso è inevitabile che ciò accada, se la barriera che viene posta alla partecipazione è troppo alta. L'unica strada che vale la pena  percorrere è invece quella di aprire le porte dei partiti ai movimenti, alle associazioni ed ai cittadini accettando il confronto e sperando che da questo derivi la profonda rigenerazione della classe dirigente. Certo, i pericoli sono enormi! Il populismo, la demagogia, l'estremismo sono sempre in agguato, come del resto il potere,   l'immobilismo e l'ideologizzazione della realtà.

Vi è un aspetto del Movimento Cinque Stelle  che può essere portatore di una nuova concezione della realtà: la critica al concetto di partito come veicolo della partecipazione. Ma ha una sua validità?

Tutti i movimenti tendono a mettere in discussione e a rinnovare la realtà che li circonda e per questo mettono in discussione soprattutto le istituzioni. Queste tuttavia hanno lo scopo di conservare nel tempo  i temi espressi dai movimenti quando questi hanno la necessità della stabilizzazione. La domanda che ci si pone è pertanto: il Movimento Cinque Stelle, nella sua fase di stabilizzazione, diventerà un altro partito o fra i suoi obiettivi c'è quello di modificare il rapporto fra cittadino ed istituzioni alterando di conseguenza anche il ruolo e la necessità stessa dell'esistenza dei partiti?

Sono questioni rilevanti che descrivono i temi da tenere sotto osservazione nel nostro prossimo futuro. Personalmente, non credo che il movimento riuscirà a trovare e proporre forme di partecipazione diretta tali da rendere inutile e superata l'organizzazione dei partiti. Anche in presenza di forme vaste di democrazia diretta,   il raggruppamento di persone,   in base ad una visione simile della realtà, costituisce di nuovo la forma essenziale del partito. Si potrà invece ridurre il suo ruolo d'intermediazione. Vale a dire,   è possibile, che venga data più importanza alle persone  rispetto ai partiti e che quindi non sia necessario passare inevitabilmente per essi, per partecipare alle istituzioni o essere eletti a cariche dello Stato. Insomma, mi sembra che sia in ballo la richiesta di nuovi strumenti di partecipazione democratica alla vita delle istituzioni con la rottura contemporanea del monopolio dei partiti come veicoli della rappresentanza.Sono aspetti nuovi e caratteristici che il Movimento Cinque Stelle sta portando con forza all'attenzione del dibattito politico, alla fine di un ciclo della nostra Repubblica.