Quando si parla di dove reperire le risorse necessarie per la crescita
ed il completamento delle riforme strutturali
ho paura che vi sia una
sostanziale mancanza di idee e
soprattutto che non si vogliano toccare alcuni punti per paura di perdere
consensi elettorali; tuttavia, credo che sia necessario prendere delle
decisioni e queste, a mio parere, non possono essere nè quella di pensare di
aumentare la tassazione indiretta, in un paese che naviga a vista appena fuori
dalla recessione, nè l'ulteriore aumento dell'indebitamento pubblico senza
contropartita e con l'uscita dall'euro, nè quello , più morbido , di espandere
ancora il debito pubblico solo per poter effettuare gli investimenti chiedendo
che non vengano conteggiati nei limiti stabiliti dal Fiscal Compact. La
questione di fondo in quest'ultimo caso è che se i mercati reagissero male alle
nostre iniziative ii costo del nostro debito pubblico diventerebbe in breve
tempo insostenibile , peggio del periodo 2011 che ha portato Monti al governo .
Quando si parla pertanto d'investimenti pubblici bisogna spiegare , a mio
parere , con dovizia di particolari il piano di ritorno dell'investimento . In
sostanza, il processo economico che permetterà di ripagare in un tempo
stabilito capitale ed interessi investiti creando un ulteriore utile in termini
economici , di occupazione e di modernizzazione del sistema . Solo di fronte ad
operazioni di questo tipo anche imponenti sono convinto che i mercati
potrebbero addirittura non solo essere disponibili a considerare favorevolmente
il rischio paese ma ad avere anche
interesse a partecipare all'operazione proposta. Bisogna uscire dal
generico ed entrare nel merito. Riqualificare la spesa pubblica premiando il
merito e la maggiore produttività delle risorse impiegate.
Da dove prendere quindi le
ulteriori risorse necessarie, oltre a
quanto sarà possibile fare con una
riqualificazione della spesa pubblica?
Innanzitutto con una riforma fiscale
che operi con i seguenti strumenti:
i) tassazione specifica dello 0,20% sulle
ricchezze finanziarie detenute dalla famiglie italiane. Secondo i dati forniti
dalla Banca d’Italia le ricchezze finanziarie al 2014 ammontano, al netto delle
passività, a ca. 2.991 miliardi di euro. Una tassazione aggiuntiva dello 0,20%
(pari ad esempio a ca. 200 euro su di un montante di 100.000 euro) darebbe
risorse per ca. 5,9 miliardi d’euro annui
ii) tassazione sulle transazioni finanziarie;
iii) tassazione del 75% sugli utili delle istituzioni finanziarie ed assicurative relativi alle operazioni di derivati;
iv) tassazione patrimoniale progressiva sui
patrimoni immobiliari superiori a 1M di euro;
v) tassazione progressiva sulle successioni ereditarie d’importo
superiore a 1M di euro;
vi) aliquote progressive IRPEF a partire dai 70.000 euro in su da cui si possono ricavare maggiori risorse
annue di ca. 10MM;
Vii) web tax sugli utili realizzati in Italia da
parte delle multinazionali del settore digitale.
Quest'ultimo
punto, insieme a quello sulle transazioni finanziarie, dovrà probabilmente essere
ottenuto con un'azione congiunta dei diversi paesi a livello europeo.
Potrebbe in questo caso
essere utile ripartire i ricavi della
tassazione al 50% con la UE .