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giovedì 27 luglio 2017

STOP AI VITALIZI ? C'é odore d'incostituzionalità



Ho provato a leggere il testo della legge Richetti e , spero di sbagliarmi, trovo veramente originale  questo modo di riorganizzare l'importo del vitalizio per coloro che già ne godono da tempo e ben prima dall'entrata in vigore delle leggi che lo hanno modificato.

 l'Art. 2 della legge  Richetti parla di una suddivisione dell'importo dell'indennità parlamentare in due parti, di cui una costituita dal contributo pensionistico a cui viene assoggettato il parlamentare e l'art.4  ne stabilisce  il versamento .
 Ciò va bene  per il futuro, ma di quale contributo stiamo parlando per il passato se, come sembra , non è stato mai versato? 
Di quale calcolo col sistema contributivo stiamo parlando?
Mi sembra che siamo in presenza di una semplice riduzione del vitalizio e basta,con un calcolo basato su di una presunzione di contributo che non vi è mai stata.
Siamo nel campo della totale supponenza?  Quale senso può essere dato a tutto questo? 

Ripeto,mi auguro di non aver capito niente, ma mi sembra  evidente l'incostituzionalità della violazione del principio della non retroattività. della legge. Qualunque costituzionalista o chiunque conosca un minimo di diritto dovrebbe giungere a queste conclusioni. 
La cosa più pericolosa è poi non tanto la legge in sé, ma il fatto che venga richiesta a gran voce, in nome di una populistica esigenza di giustizia, la violazione del principio costituzionale.

Chi  ci proteggerà dalla violazione di tale principio in altre situazioni? Chi lo giudicherà essenziale ?

La Costituzione è il patto primario fra i cittadini e nessuno può violarla. Mi aspetto pertanto  che la Corte Costituzionale  non faccia passare questa legge. La cosa più grave è che una buona parte del Parlamento l'abbia approvata e sia stata  proposta da uno dei principali esponenti del PD.
E' vero, esistono retribuzioni assurde all'interno della nostra società , una distribuzione delle ricchezze prodotte profondamente ineguale; ma, il modo di risolverla non è certo quello di scagliarsi contro questa o quella categoria che non ci piace, specie poi in maniera retroattiva. 

Perché non chiediamo anche di farci restituire  buonuscite milionarie concesse in passato a dirigenti di società controllate? 
Chi colpiremo?
I calciatori si, ma i cantanti no? Gli attori no ma gli avvocati si? Ecc... ecc.

Non si opera in questo modo! Ci sono delle regole costituzionali  da rispettare e prima fra tutte la non retroattività degli effetti dei provvedimenti legislativi. 
Per attuare una redistribuzione delle ricchezze il metodo più semplice e paritario è quello fiscale. 
Invece di cavalcare la giusta indignazione ed il malessere popolare con provvedimenti discutibili, perché nessuna forza politica  porta avanti un semplice programma di redistribuzione  basato su una riforma fiscale di questo tipo?: 

i) tassazione specifica dello 0,20% sulle ricchezze finanziarie detenute dalla famiglie italiane. 
Secondo i dati forniti dalla Banca d’Italia le ricchezze finanziarie al 2014 ammontano, al netto delle passività, a ca. 2.991 miliardi di euro. Una tassazione aggiuntiva dello 0,20% (pari ad esempio a ca. 200 euro su di un montante di 100.000 euro) darebbe risorse per ca. 5,9 miliardi d’euro annui
ii) tassazione sulle transazioni finanziarie;
iii) tassazione del 75% sugli utili delle istituzioni finanziarie ed assicurative relativi alle operazioni di derivati;
iv) tassazione patrimoniale progressiva sui patrimoni immobiliari superiori a 1M di euro;
v) tassazione progressiva sulle successioni ereditarie d’importo superiore a 1M di euro;
vi) aliquote progressive IRPEF a partire dai 70.000 euro in su da cui si possono ricavare maggiori risorse annue di ca. 10MM;
vii) web tax sugli utili realizzati in Italia da parte delle multinazionali del settore digitale.
Quest'ultimo punto, insieme a quello sulle transazioni finanziarie, dovrà probabilmente essere ottenuto con un'azione congiunta dei diversi paesi a livello europeo. Potrebbe in questo caso essere utile ripartire i ricavi della tassazione al 50% con la UE”