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lunedì 24 aprile 2017

Dove reperire le risorse



Quando si parla di dove reperire le risorse necessarie per la crescita ed il completamento delle riforme strutturali  ho   paura che vi sia una sostanziale  mancanza di idee e soprattutto che non si vogliano toccare alcuni punti per paura di perdere consensi elettorali; tuttavia, credo che sia necessario prendere delle decisioni e queste, a mio parere, non possono essere nè quella di pensare di aumentare la tassazione indiretta, in un paese che naviga a vista appena fuori dalla recessione, nè l'ulteriore aumento dell'indebitamento pubblico senza contropartita e con l'uscita dall'euro, nè quello , più morbido , di espandere ancora il debito pubblico solo per poter effettuare gli investimenti chiedendo che non vengano conteggiati nei limiti stabiliti dal Fiscal Compact. La questione di fondo in quest'ultimo caso è che se i mercati reagissero male alle nostre iniziative ii costo del nostro debito pubblico diventerebbe in breve tempo insostenibile , peggio del periodo 2011 che ha portato Monti al governo . Quando si parla pertanto d'investimenti pubblici bisogna spiegare , a mio parere , con dovizia di particolari il piano di ritorno dell'investimento . In sostanza, il processo economico che permetterà di ripagare in un tempo stabilito capitale ed interessi investiti creando un ulteriore utile in termini economici , di occupazione e di modernizzazione del sistema . Solo di fronte ad operazioni di questo tipo anche imponenti sono convinto che i mercati potrebbero addirittura non solo essere disponibili a considerare favorevolmente il rischio paese ma ad avere anche  interesse a partecipare all'operazione proposta. Bisogna uscire dal generico ed entrare nel merito. Riqualificare la spesa pubblica premiando il merito e la maggiore produttività delle risorse impiegate.

Da dove prendere quindi  le ulteriori risorse necessarie, oltre  a quanto sarà possibile  fare con una riqualificazione della spesa pubblica?
Innanzitutto con una riforma fiscale    che operi con i seguenti strumenti:

i)     tassazione specifica dello 0,20% sulle ricchezze finanziarie detenute dalla famiglie italiane.               Secondo i dati forniti dalla Banca d’Italia le ricchezze finanziarie al 2014 ammontano, al netto           delle passività, a ca. 2.991 miliardi di euro. Una tassazione aggiuntiva dello 0,20% (pari ad                  esempio a ca. 200 euro su di un montante di 100.000 euro) darebbe risorse per ca. 5,9 miliardi              d’euro annui
ii)    tassazione  sulle transazioni finanziarie;
iii)   tassazione del 75% sugli utili  delle istituzioni finanziarie ed assicurative  relativi alle                           operazioni di  derivati;
iv)   tassazione patrimoniale progressiva sui patrimoni immobiliari superiori a 1M di euro;
v)    tassazione progressiva  sulle successioni ereditarie d’importo superiore  a 1M di euro;
vi)   aliquote progressive IRPEF  a partire dai 70.000 euro in su  da cui si possono ricavare maggiori           risorse annue di  ca. 10MM;
Vii)  web tax sugli utili realizzati in Italia da parte delle multinazionali del settore digitale.


Quest'ultimo punto, insieme a quello sulle transazioni finanziarie, dovrà probabilmente essere ottenuto con un'azione congiunta dei diversi paesi   a livello europeo.
 Potrebbe in questo caso essere utile ripartire  i ricavi della tassazione al 50% con la  UE .