Non c'è dubbio che la globalizzazione, insieme alla rivoluzione digitale,
abbiano cambiato radicalmente il mondo del lavoro.
Oggi, nel nostro paese, osserviamo la presenza di fenomeni complessi sul
piano dell'utilizzo della risorsa lavoro.
Da un lato, è necessario che vi sia la necessaria
mobilità verso gli impieghi più produttivi ;ma ,dall'altro, questo deve essere
ottenuto mantenendo i diritti acquisiti dalla
classe dei lavoratori nel corso della storia e fra questi le necessarie condizioni di stabilità di
reddito , di continuità dell’occupazione , la formazione, la possibilità per ognuno di riuscire, grazie al merito ed
alla professionalità, ad avere un miglioramento delle proprie mansioni in
termini di maggiore responsabilità e
retribuzione. Anche la possibilità del lavoro
a tempo determinato o del part
time . devono poter essere una risorsa sociale ed un'opportunità in più per chi
cerca lavoro e non una condizione di precarietà generale e di sfruttamento.
La politica e soprattutto la sua parte progressista devono porre al
primo posto del loro programma d'intervento la tutela di questi diritti e di queste persone. Da
questo dipende l'equilibrio e la stessa valutazione del benessere e della qualità della società a cui si
appartiene; il valore del suo sistema di produzione ed organizzazione sociale.
Quello che ad esempio , col senno del poi , si è rivelato un grande
errore è stato di concepire
l'introduzione dello Jobs act e l'abolizione dell'art 18 senza realizzare allo stesso tempo un sistema di
protezione dalla disoccupazione anche di lunga durata ed il funzionamento immediato e valido del processo di ricollocamento. Un
ammortizzatore sociale , in sostanza, che conducesse per mano il
lavoratore fino alla prossima
occupazione senza lasciarlo mai solo, consentendogli di
mantenere la sua piena dignità ed il senso di appartenenza alla comunità
in cui vive.
Un altro punto da affrontare subito è l'introduzione del salario minimo
legale con un importante aumento di
almeno un terzo in più per quello precario. Questo è da fare subito per
scoraggiare un utilizzo del lavoro precario improprio e sostitutivo di quello a
tempo indeterminato. Si è parlato di un salario minimo di ca. 9 o 10 euro l’ora. Bene , per il lavoro precario si
dovrebbe passare ai 13 euro l’ora.
Questi due punti non sono stati portati avanti in maniera organica nel
programma dell’area progressista, lasciando l'iniziativa politica e, di fatto, la rappresentanza dei ceti
popolari al M5S.
Oggi, poi, la critica principale che viene posta nei confronti degli ammortizzatori
sociali a favore della marginalità ,
dell’inoccupazione e della disoccupazione è che
se manca il lavoro questi
rischiano di diventare dei sussidi a vita togliendo risorse all’attuazione di politiche per la creazione di nuovi posti di lavoro . In
realtà i due processi ma coesistono e ne
permettono la sostenibilità sociale complessiva.
Ma, chi crea i posti di lavoro? In
quali settori e come?
Tutto questo non è inevitabilmente legato ad uno sviluppo disordinato
dell'iniziativa privata anche se essa è insostituibile e primaria: E'
importante capire che in ogni società avanzata il ruolo dello Stato e della
politica sono importanti per realizzare di volta in volta una sinergia virtuosa fra iniziativa privata
ed investimento pubblico che rappresenta
un vantaggio competitivo ed una direzione di equilibrio per lo sviluppo
economico.
Se guardiamo la storia passata questo è accaduto ovunque e anche nel
nostro paese. E' accaduto nei grandi processi di trasformazione
industriale con l’azione dello Stato
nelle realizzazione delle grandi
infrastrutture ( ferrovie ,. elettrificazione , reti telefoniche , autostrade
stradali e digitali, ricerca
aerospaziale ecc. ecc.).Può essere importante anche in Italia per lanciare produzioni come
l'auto elettrica o la realizzazione di nuove centrali fotovoltaiche o ancora per la banda larga o un vasto
programma di ricerca scientifica pubblico /privato, la messa in sicurezza del
territorio , una valorizzazione del patrimonio culturale, artistico
paesaggistico , turistico ecc. ecc.
Un piano nazionale del lavoro potrebbe essere una grande rivoluzione da
mettere in atto con una sinergia fra pubblico e privato realizzando un grande
polmone di lotta alla disoccupazione.
Anche questo è un punto che manca nella strategia politica della
sinistra che è totalmente subordinata ad una concezione che lascia solo
all’iniziativa privata la possibilità di creare occupazione produttiva.
Per ultimo, ritengo utile affrontare il problema delle risorse
finanziarie .
Sento rivalutare, all’interno del dibattito politico, la strada del disavanzo di bilancio e del suo
finanziamento attraverso l’aumento del debito pubblico senza ricordarci che in tempi passati il sistema Italia basato sulla Lira ha già abbondantemente
utilizzato la svalutazione e l'inflazione a due cifre. Per combattere,
tuttavia, i suoi effetti devastanti nei confronti del reddito
fisso dei lavoratori aveva introdotto la " scala
mobile" e comunque pagava interessi importanti sui
titoli di stato per offrire un investimento
ai risparmiatori capace di mantenere il valore del proprio capitale nel
tempo. Siamo dovuti uscire da quella spirale con grandi sacrifici e rinunciando
sia alla sottoscrizione del debito pubblico da parte della Banca d'Italia (
valvola di sicurezza di fronte alle tensioni del mercato) sia alla scala mobile . Dobbiamo riuscire a
fare i conti , in questo momento, con le nostre risorse reali . C'è un limite
all'indebitamento di un'impresa o di una famiglia ed è quando il peso degli
oneri finanziari erode i margini di sopravvivenza della stessa.
Vogliamo arrivare al default?
Stiamo pur certi che in quel caso non saranno gli altri paesi europei a
mettersi sul " groppone “ un peso finanziario di ca. 2,300 MM di euro. Ci
diranno sbrigativamente : Fuori dall'euro!.
Allora, fare conto sulle proprie risorse significa porre la questione di
una ben maggiore progressività delle imposte dirette tale da permettere
maggiori introiti annui per le casse dello Stato di almeno 10MM. Sarà
probabilmente necessario aumentare anche le imposte sui consumi (non di prima
necessità), reintrodurre le tasse sulla prima casa e aumentare le cedolari secche
e le tassazioni sui patrimoni finanziari e sulle successioni. Adoperarsi
insieme agli altri paesi europei perché le multinazionali del web paghino le
tasse nei paesi in cui realizzano i profitti.
Tutto questo ha anche bisogno di una diversa macchina dello Stato , di
una semplificazione burocratica complessiva e di una profonda riflessione sul
suo funzionamento. Bisognerà inevitabilmente ritornare nel futuro sui temi che troppo
superficialmente sono stati bocciati nel corso dell’ultimo referendum
istituzionale. Bisogna cambiare la
macchina dello Stato in senso meritocratico e progettuale. Questa è un'operazione
che durerà anni, ma bisogna cominciare subito
intervenendo su tutti i settori ( giustizia, scuola , sanità ,
amministrazione, sicurezza, carceri ecc.
ecc.)
Non è una passeggiata! Presenta caratteristiche
di tale discontinuità da richiedere un atteggiamento radicale, adatto ai
cambiamenti epocali.