Il ricordo dell'uccisione di Aldo Moro, a quarant'anni di distanza, fa
ripensare al vero obiettivo che le sedicenti forze rivoluzionarie
dell'epoca volevano perseguire: il fallimento del "Compromesso
storico" che, a loro avviso, avrebbe
dato un colpo mortale alle lotte di liberazione della classe operaia .
Era invece probabilmente la via italiana per la realizzazione di un vero
incontro e collaborazione fra il pensiero liberale e quello socialista.
Un incontro che il nostro Paese stenta
a perseguire: la realizzazione di una società moderna, attenta ai più deboli e
capace di organizzare l'amministrazione pubblica e l'intera cultura sociale
secondo criteri di solidarietà merito ,professionalità ed efficienza, lasciando e rispettando altresì il valore
dell’iniziativa privata in sinergia con quella pubblica.
Il secondo grande tentativo è successivo alla svolta della "
Bolognina" di Achille Occhetto che, preso atto dei limiti dell'esperienza
sovietica dell'URSS, dopo la caduta del muro di Berlino, cercò di traghettare
il comunismo italiano verso una moderna Socialdemocrazia. La sua azione,
insieme a quella di Prodi, diede vita a
quella che fu la grande esperienza di coalizione dell'Ulivo" che, purtroppo,
vide l'emarginazione di Occhetto ed il fallimento del progetto iniziale a causa
di divergenze interne con l'ala più intransigente della sinistra italiana.
Per anni , a quel
punto ,la narrazione prevalente fu quella di Berlusconi che evidenziò,
condiviso da molti , i limiti , ancora presenti , della funzione pubblica spesso
inefficace , occupata dalla politica , fonte di corruzione , di assenteismo e
di una mentalità diffusa in cui il senso del dovere aveva perso ormai
rilevanza.
La conseguenza di
quest’analisi fu quella di sfiducia nell’azione
del “pubblico” rispetto all’iniziativa
privata.
Questa crisi della
funzionalità pubblica è ancora oggi un potente limite da superare per affrontare con successo i problemi del
nostro Paese che, continuo a ritenere,
hanno bisogno di una virtuosa sinergia fra l’iniziativa privata e pubblica, nel
rispetto comune dei principi sanciti dalla nostra Costituzione e dagli accordi
internazionali,.
Il terzo grande tentativo originale di realizzare un peculiare incontro
fra il pensiero liberale e socialista è stato quello della nascita del PD. Questo
partito non solo si è richiamato alla
tradizione cattolica progressista italiana, ma ha cercato di fondere insieme ad
essa la cultura dei partiti operai socialisti , con un'attenzione anche ai temi
liberal progressisti del partito
democratico americano.
Anche questo tentativo sta camminando con difficoltà.
Prima, abbiamo assistito ad un ridimensionamento del ruolo di Prodi e
Veltroni a favore di un'area più di
sinistra del vecchio DS . Dopo, con l'avvento
di Renzi si è arrivati addirittura alla scissione dell'area più di sinistra e vicina a D'Alema
e Bersani.
In qualche modo, le due anime che
si ispirano alla tradizione socialista e liberal progressista/cattolica rimangono
distanti e non riescono a fondersi in un progetto sociale comune.
Tutto questo è visibile nella crisi attuale del PD ed influisce sulla
sua strategia politica, .
Le difficoltà nuove, peculiari dei tempi che viviamo, richiedono una
capacità d'innovazione anche rispetto ai contenuti della cultura del Novecento ;
tuttavia, la sua attualità rimane, a mio parere, ancora centrale e da essa si deve partire per andare
oltre.
Rimane ancora utile la
riflessione di un grande italiano come Einaudi che ci parlava in questi termini
dell’uomo liberale e di quello socialista:” I due uomini, pur avversandosi, non
sono nemici; perché ambedue rispettano l'opinione altrui; e sanno che vi è un
limite all'attuazione del proprio principio. Ambe le specie di uomini sanno di
collaborare ad un'opera comune, esaltando al massimo a volta a volta il
principio della libertà umana o quello della necessaria collaborazione degli
uomini viventi in società; e sanno di essere capaci di vivere ed operare se e
finché sono decisi a tollerarsi a vicenda. La stabilità politica e sociale è
minacciata solo quando venga meno il limite; e l'uomo liberale rinneghi
stoltamente la necessità della collaborazione degli uomini viventi in società o
l'uomo socialista neghi il diritto dell'uomo a vivere diversamente dal modo che
egli abbia dichiarato obbligatorio. ( tratto da “Discorso elementare sulle
somiglianze e sulle dissomiglianze fra liberalismo e socialismo” in Prediche
inutili, Einaudi, Torino, 1962).
Forse più che mai, oggi, di fronte agli evidenti problemi e le difficoltà presenti nel nostro paese,
solo una grande sinergia fra l’azione pubblica e privata può fare ripartire uno
sviluppo rispettoso della persona e dell’ambiente.
Ad esempio , la flessibilità del fattore lavoro, necessaria perché
questo venga indirizzato verso l’impiego più produttivo , non può essere
coniugata con delle condizioni generali di vita negative dei lavoratori.
Il peso del processo non può ricadere sulle loro spalle e sono
necessarie nuove misure sociali di sostegno alle persone che gli consentano di
programmare con entusiasmo la propria vita, di ricevere un’ opportuna formazione permanente e la
valorizzazione del proprio merito. La precarietà, la parcellizzazione, la
sottoutilizzazione, il vero e proprio sfruttamento non possono essere permessi.
Solo una nuova organizzazione dei
lavoratori che sappia unire destini isolati e divisi ed opportune leggi dello
stato possono impedire tutto questo.
La globalizzazione , la
liberalizzazione ,lo sviluppo digitale sono delle grandi opportunità ma allo
stesso modo dobbiamo essere in grado di cogliere le possibili conseguenze
negative che possono interessare diversi settori produttivi e della popolazione
per apportare gli opportuni interventi di sostegno e di riadattamento .
Deve essere adeguatamente rivista l’eccessiva finanziarizzazione
dell’economia che ha spostato sulla pura
rendita finanziaria una larga parte delle risorse produttive attraverso
operazioni puramente speculative. All’interno di questo problema riveste
un’importanza centrale il ruolo del sistema bancario. Siamo certi che le
liberalizzazioni Imposte dalla presidenza Clinton al mondo Occidentale siano
state tutte positive? Siamo certi che la
vecchia separazione fra Banche d’investimento a rischio e banche di credito
ordinario sia superata? Allo stesso modo anche la separazione fra Istituti a
breve e lungo termine è superflua? Siamo certi che la risposta più adeguata sia quella di mantenere l’attuale
impostazione delle attività intervenendo solo in caso di crisi con il “ Bail in” o alternativamente con
l’intervento pubblico?
Il mondo speculativo legato a particolari operazioni su derivati e la moltiplicazione
monetaria ottenuta con un utilizzo spregiudicato della cartolarizzazione dei
crediti legati ai mutui ha provocato dei forti danni al sistema bancario che sono ricaduti sull’intera comunità
proprio perché era a rischio il risparmio e la stessa sopravvivenza degli
istituti di credito ordinario. Bisogna fare in modo di prevenire le crisi
rivedendo le attività e non limitarsi a decidere che in caso di dissesto si
debbano seguire le regole del “ Bail in”.
Anche questo aspetto richiama alla necessaria sinergia fra il pensiero
liberale e quello socialista perché quest’ultimo riesca a porre un limite pubblico
che esprima l’interesse dell’intera comunità.
Un altro punto che desidererei sottolineare è la necessità di operare un forte recupero,
grazie alla sinergia fra iniziativa pubblica e privata, dell’attività del
nostro sistema produttivo.
Il primo campo è l’innovazione. Le disposizioni legislative che
recentemente hanno favorito gli investimenti in tecnologia sono importanti, ma ,accanto
a questi, penso che dovremmo continuare a potenziare strategicamente l’attività
di ricerca pubblica e privata con un programma nazionale congiunto ed in
sinergia dando anche degli sbocchi operativi importanti dove, in presenza di
possibilità innovative, il ritorno economico non è immediato e pertanto in una
prima fase non appetibile per il solo investimento privato. La fabbrica di auto elettriche può essere un esempio?
Un secondo campo è quello dell’energia. Il Mezzogiorno italiano ad
esempio potrebbe diventare il centro di una importante produzione di energia solare e geotermica.
Possiamo ripetere con successo in quell’area , grazie alle condizioni
climatiche, l’esperienza pilota della grande centrale fotovoltaica costruita in
Marocco (con importante investimento finanziario della BEI) moltiplicandola.
Innovazione , Energia e tanti altri settori possono vedere l’importante e ragionata sinergia fra
iniziativa privata e pubblica realizzando da un lato la piena occupazione dei
fattori produttivi e dall’altro un miglioramento della qualità del loro
impiego.
Per ultimo, l’incontro fra il pensiero socialista e quello liberale debbono tornare a confrontarsi in modo nuovo,
pur se sancito da anni dalla nostra Costituzione, sul terreno fiscale. la
progressività fiscale non è solo uno strumento per far contribuire ognuno al
bene comune in maniera diversificata in base alla propria ricchezza; ma ,anche uno strumento per evitare
l’eccessiva concentrazione delle ricchezze nelle mani di pochi e l’eccessiva
disparità dei redditi che oggi osserviamo.
Ciò è particolarmente importante quando ci si trova in una situazione
come quella italiana caratterizzata da un forte squilibrio finanziario dei
conti dello Stato. In qualsiasi attività l’entità dei debiti contratti per
finanziare il proprio investimento ha bisogno che questo sia positivo e
produttivo. Deve cioè essere in grado di ripagare nel tempo in
termini reali sia l’importo del debito che gli interessi relativi. I tempi per
lo Stato possono essere anche lunghissimi e permettere pertanto che
l’investimento produca i suoi effetti anche lentamente aumentando il PIL e
permettendo nel frattempo il pagamento degli interessi all’interno della spesa
corrente. Se tuttavia si aggiungono, nel frattempo, altri debiti per nuovi
investimenti, si può arrivare ad una situazione in cui l’aumento del PIL non è
in grado di sopportare l’intera posizione debitoria a causa anche di un peso
eccessivo del costo per interessi
all’interno della spesa corrente, che contribuisce ad aumentare
significativamente l’indebitamento strutturale nel bilancio dello Stato. Quando
questo si verifica, come nella situazione Italiana in cui il possibile aumento
di un solo punto degli interessi sul debito può provocare una spesa aggiuntiva
di ca 23MM annui, bisogna prendere coscienza
che non si può proseguire sulla strada dell’indebitamento ma è necessario
chiedere un maggior contributo reale ai redditi più elevati , alle rendite ed
ai patrimoni elevati.
Spero
che queste brevi note possano essere
utili per una riflessione del Partito Democratico sulla propria strategia
politica e sulle reali possibilità di collaborazione con altri interlocutori.