La risposta ai fenomeni della migrazione e della disoccupazione di massa, nuove piaghe delle nostre società, non può che essere l'utilizzo di queste risorse da parte dell'Amministrazione dello Stato in grandi progetti che utilizzino queste persone per produrre ricchezza.
Un investimento sul futuro che deve e può essere ripagato dai frutti del lavoro.
Penso a progetti riguardanti l'edilizia popolare e le infrastrutture, comprese le grandi centrali fotovoltaicche come quella recentemente realizzata in Marocco, il ripopolamento delle campagne e la messa in produzione di terreni demaniali incolti, l'assistenza, l'ulteriore messa a profitto delle ricchezze culturali ed artistiche del nostro Paese ecc. ecc.
Nell'ipotesi della produzione su terreni demaniali sarebbe utile ad esempio l'accentramento di tutta la distribuzione commerciale in un'unica azienda pubblica.
Oggi, in mancanza di una forte iniziativa pubblica in tal senso, assistiamo all'aumento della marginalità e dell'illegalità.
Sono questi i modi attraverso cui, oggi, il libero mercato riesce a mala pena ad affrontare questi fenomeni mostrando evidenti segnali d'inadeguatezza.
Il peso di tutto questo incombe sulla nostra vita sociale, sulla nostra sicurezza, sulla qualità della nostra vita e di quella delle giovani generazioni.
Diventa inoltre un possibile onere anche per le attività produttive sane, che operano spesso in un regime di concorrenza sleale (evasione fiscale, irregolarità sul lavoro ecc) e sotto pressioni e violenze illegali diffuse.
In qualche modo, tutto questo distoglie risorse indirizzandole verso un mercato marginale ed illegale di cui non controlliamo la direzione ed il senso e che si può sviluppare ulteriormente in maniera abnorme.
Le risorse per avviare questi progetti possono trovarsi sia grazie a possibili sinergie con il capitale privato, sia attingendo ai fondi strutturali e sociali europei, sia con una riorganizzazione dell'attuale spesa pubblica.
Possiamo ancora ottenere fondi specifici dall'Europa per gestire l'accoglienza dei migranti, destinandoli a questo scopo.
In ultimo, è possibile considerare l'aumento ad hoc delle entrate fiscali con un maggior ricorso alla progressività sui redditi elevati, sulle transazioni finanziarie, sui patrimoni immobiliari e mobiliari.
I tempi attuali sono estremamente difficili e viviamo nel segno di un profondo cambiamento epocale.Stiamo assistendo alla ricerca di nuovi equilibri di potere internazionali. Gli effetti della crisi finanziaria del 2007 non sono ancora finiti e molti studiosi intravedono i pericoli di un ristagno economico mondiale. Vaste aree del mondo e larghi strati della popolazione, anche all'interno dei paesi dell'Occidente, chiedono una maggiore attenzione e migliori condizioni di vita. Abbiamo il dovere di effettuare delle scelte ecologiche importanti e di definire linee di sviluppo compatibili e rispettose dell'ambiente in cui viviamo. Le ideologie e le fedi che sono stati i punti di riferimento nel nostro passato hanno bisogno di essere ristudiate e guardate con occhi nuovi per riuscire a comprendere la realtà che ci circonda in pieno cambiamento ed agire in maniera conseguente ed adeguata.