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mercoledì 7 dicembre 2011

Ancora sulle prospettive europee

      

            

Mentre la nostra attenzione è concentrata sull'iter d'approvazione delle misure del nuovo Governo Monti.Sui pregi e difetti e sui sacrifici richiesti alle parti sociali, si stanno per decidere a livello Europeo delle questioni ancora più importanti per il nostro futuro. La Germania sta trascinando la Francia verso la richiesta di far partire un euro plus caratterizzato dall'adesione di un possibile ristretto gruppo di Stati disponibili ad accettare delle misure di controllo rigido sia sul deficit pubblico (da mantenere al di sotto del 3%) che del rapporto debito /PIL da riportare rapidamente al 60%. Il tutto con la previsione di sanzioni automatiche e dalla decisione di approvare a livello europeo misure eguali per il mercato del lavoro e il regime di tassazione delle imprese.Riporto il link della lettera spedita dal duo Merkel -Sarkozy Lettera  al Presidente del Consiglio Europeo Van Rompuy.

Risulta evidente come l'impegno alla difesa dei partecipanti al nuovo patto e l'impegno a rispettare i propri impegni di debito è legato alla possibilità d'imporre una politica basata su regole precise che per l'Italia comporterebbero una rinuncia alla sovranità nazionale ed una politica di risanamento che durerà anni per riportare il debito al 60% del PIL. Misure improntate anche ideologicamente al risparmio e sostanzialmente recessive. Non viene indicata la modalità per la crescita a livello europeo per i paesi in difficoltà e per tutta l'Unione. Viene richiesto da più parti una politica espansiva dei consumi da parte dei paesi forti che faccia da traino per tutti. Un sostegno alla domanda aggregata anche con il ricorso ad una dilatazione complessiva del debito europeo e non alla sua contrazione. Quando si stabilisce un piano di ristrutturazione del debito è necessario prevedere anche una " nuova finanza" per consentire ad un'azienda di sopravvivere produrre ed onorare i propri impegni. Questo andrebbe fatto anche a livello europeo. Molte sono le perplessità su questo progetto come quelle  espresse recentemente da Amato e Prodi in un articolo congiunto.

Draghi ha  da parte sua recentemente affermato davanti al Parlamento europeo la  volontà d'intervento a favore dei paesi che aderiranno al patto di controllo del proprio debito; ma, mi sembra che le condizioni siano molto pesanti e vessatorie per chi come noi parte da un rapporto debito /Pil del 120%

Di fronte al rischio di crisi del progetto europeo la strada prospettata richiede la rinuncia alla sovranità senza adeguate garanzie di crescita dell'integrazione politica e democratica dell'Unione e senza un progetto di crescita espansivo che possa contare con chiarezza sulla BCE come prestatore di ultima istanza. Viene detto che il MES sarà partecipato sino all'85% dalla BCE . Quindi solo per chi partecipa al patto? e come si pensa d'intervenire?Si profila un'Europa a due velocità?

Troppi dubbi e troppe ipoteche per risultare convincente ed ottenere la fiducia degli Stati sovrani e dei loro popoli. SE il risultato fosse un'Europa a due velocità quale sarebbe il destino del nostro Paese se non aderisse? Immagino uno spread impazzito ed il rischio di fallimento a meno di una risposta forte a carattere patrimoniale . E se aderisse? Immagino lunghi anni di ristrettezze per il risanamento del debito in tempi forse troppo brevi. Ho l'impressione che questi siano giorni importanti e decisivi

 

 

 

 

 

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