La Fed ha rimandato il rialzo del tasso d'interesse.
Le preocupazioni per l'evoluzione dell'economia mondiale, il costante apprezzamento del dollaro, le paure per l'insostenibilità del debito delle economie emergenti frenate anche dalla diminuzione dei prezzi delle materie prime e non ultima la presenza di segnali di possibile deflazione hanno consigliato di mantenere i tassi invariati.
L'inflazione, basandosi sull'indicatore Pce ( personal consuption expanditure) si fermerà quest'anno allo 0,4%, dallo 0,7% precentemente stimato, ma nel 2016 salirà all'1,7% (dall'1,8% indicato a giugno), nel 2017 all'1,9% (dal 2%) e nel 2018 dovrebbe infine centrare l'obiettivo del 2%.
In presenza di un quota stabile (se non in riduzione) del monte salari mondiale, che non da impulso ai consumi, vi è il serio pericolo di una complessiva eccedenza della capacità produttiva.
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