Noi non siamo
per il reddito di cittadinanza.
Noi siamo per
il lavoro sociale dove il disoccupato di lunga durata ed il migrante possano ritrovare
insieme una dignità personale e
l’integrazione sociale attraverso il lavoro.
Un lavoro che
gli permetta di abbandonare lo stato di marginalità e di ricatto dalle mille
insidie di un mercato del lavoro illegale , precario che alimenta di fatto la
criminalità di cui poi ipocritamente ci
lagniamo.
La nostra
tradizione culturale progressista non è quella di credere ciecamente nella
capacità autonoma di risoluzione dei problemi attraverso le leggi del mercato.
Al contrario, sia la lezione del New
Deal americano, che la tradizione socialdemocratica , popolare e socialista hanno sempre rimarcato la
necessità dell’intervento dello Stato
per correggere e sanare le problematiche e l’emarginazione creata dal libero
mercato .
Non possiamo
fare finta di niente e continuare ad aspettare che le cose si risolvano da
sole perché ne saremo travolti,
consegnando l’Italia alle forze di destra e reazionarie:
Il problema
della sicurezza è importante e sta insieme a quello della disoccupazione di
lunga durata e dell’immigrazione.
La prima
risposta urgente deve essere attuata con il lavoro organizzato ed il controllo del territorio da parte dello Stato.
Si
formino campi di lavoro sociali per costruire alloggi popolari e di prima accoglienza, mense , asili.
Si ritornino a
lavorare le campagne abbandonate e
tutti i terreni demaniali creando poi una grande impresa di distribuzione
pubblica dei prodotti agricoli realizzati .
Si
costruiscano grandi centrali fotovoltaiche
nel mezzogiorno come quella
recentemente realizzata, grazie anche a finanziamenti europei, in Marocco.
S’impieghino
le persone , si crei il lavoro dal nulla
perché solo da esso proviene la possibilità di una convivenza sociale.
Si crei
contemporaneamente una grande anagrafe pubblica e nazionale del lavoro
che si adoperi per trovare una collocazione nel mercato del lavoro per queste
persone, momentaneamente occupate nei lavori sociali.
La
remunerazione del lavoro sociale può essere, ad esempio, quella
della prestazione in natura del vitto e alloggio in campi comuni, più
un’indennità mensile di duecento euro; oppure , in sostituzione, l’erogazione di
complessivi seicento euro .
Per i migranti questo può rappresentare anche il percorso per l'ottenimento della cittadinanza italiana .Dopo tre anni di lavoro sociale ed il giuramento sulla carta costituzionale è giusto che possano diventare cittadini italiani.
Per i migranti questo può rappresentare anche il percorso per l'ottenimento della cittadinanza italiana .Dopo tre anni di lavoro sociale ed il giuramento sulla carta costituzionale è giusto che possano diventare cittadini italiani.
Tutto questo
può comportare, a regime, una spesa di
almeno ca. 30MM annui, ma è necessaria.
Dove
recuperare queste risorse? :
1) utilizzo totale di tutti i fondi comunitari europei per l’Italia
2) introduzione di un aumento della progressività fiscale sui redditi
elevati a partire dai 50.000 euro lordi con ad esempio un aumento dal 43% al
48% da 50.000 fino a 75.000. dal 48% al
53% da 75.000 fino a 100.000, dal 58% sino al 63% da 100.000 fino a 200.000 , al 75% oltre 200.000.
3) incremento della tassazione
sulle transazioni finanziarie.
4) Tassazione del 75% sugli utili
delle istituzioni finanziarie ed assicurative relativi alle operazioni
di derivati.
5) Tassazione patrimoniale progressiva sui patrimoni mobiliari superiori a 100.000 euro e
separatamente su quelli immobiliari
superiori a 1.000.000 di euro.
6) Riqualificazione della spesa pubblica
7) Reintroduzione di una tassazione sulla successione ereditaria oltre i 100.000 euro
Non m’interessa
definire il carattere ideologico di queste misure né di avviare un dibattito
teorico sulla loro possibile coerenza con il modello di sistema sociale
inerente .
Bisogna
partire subito con un programma
articolato che prenda spunto da quanto detto se vogliamo evitare conseguenze
peggiori per la nostra convivenza civile ed il rapporto con le popolazioni
dell’area del Mediterraneo.
Per quanto
riguarda poi l’approccio al problema immigrazione non possiamo illuderci di
affrontarlo solo in questo modo. E’ necessario un intervento economico nelle
aree di provenienza insieme agli altri
paesi europei interessati anche se non si raggiunge un accordo in sede
istituzionale europea.Sono necessari accordi con i paesi di provenienza
anche per la regolazione del fenomeno
in maniera legale e per l’eventuale rimpatrio quando fosse ritenuto necessario.
Sviluppiamo il dibattito su queste proposte all’interno del PD e nel
sociale. Recuperiamo l’iniziativa , diamo un progetto forte al nostro Paese
partendo dagli ultimi.
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