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domenica 10 aprile 2011

9 Aprile, la vita non aspetta !

 

 

Il nostro tempo è adesso , la vita non  aspetta sta scritto in nero sul giallo delle magliette indossate  dai ragazzi che hanno organizzato questa mobilitazione.

La vita  è adesso ….ed è stato bello vedere i nostri figli sfilare per le strade di Roma, come delle altre più importanti città italiane, rivendicando il diritto ad esistere, ad avere un lavoro per mezzo di cui programmare la propria vita, sposarsi, crescere e, perché no, farci diventare nonni.

E' stato bello sentirli cantare " Bella Ciao ", quando nessuno parla più della  festa della Liberazione, insieme alle loro canzoni "rap" più moderne.

Vederli puliti , giovani  e pensierosi portare avanti con dignità e compostezza la loro protesta.

Cosa vogliamo? Mi ha risposto un giovane riceratore universitario. "Sono sei anni che lavoro senza nessuna certezza per il mio avvenire! Voglio la stabilità del mio posto di lavoro!  "

E mi viene da pensare : se un'azienda, pubblica e/o privata che sia , tiene una persona precaria per sei anni;  chi è che dovra poi essere rimosso?  il precario che verrà ritenuto inidoneo o supefluo o il capo del personale di quest'azienda che non ha saputo effettuare le giuste scelte al momento opportuno o, peggio ancora, ha preferito l'utilità in conto economico aziendale nel breve periodo a scapito dell'investimento di medio periodo nellle risorse umane?

Il capo del personale in questione andrebbe licenziato!

Insieme a lui andrebbero rimossi  tutti quei politici che continuano a scambiare le giuste esigenze di flessibilità del mondo aziendale con lo sviluppo della precarietà.

Sono i politici che devono imporre alle aziende l'interesse sociale e la limitazione rispetto a scelte sbagliate, di breve periodo , forse anche immediatamente economiche, ma strategicamente errate.

Sono i politici che devono dare le indicazioni di sistema, rinunciando alla precarietà come strumento  di flessibilità sociale e limitando al massimo l'utilizzo dei rapporti di lavoro temporanei e/o cosiddetti precari. Lasciamoli esclusivamente per le sostituzioni dei lavori usuranti  e/o legati a turni festivi o notturni. Lasciamoli  per i lavori stagionali, e  occasionali. Limitiamo il loro utilizzo e rendiamoli sconvenienti economicamente rispetto al lavoro  a tempo indeterminato.Introduciamo la possibilità per tutti della flessibilità con il licenziamento economico, ma con il diritto successivo al contratto di ricollocamento, come è previsto nel progetto flexsecurity oltre al reddito di solidarietà attiva  per gli inoccupati i disoccupati e i marginali e l'incentivo alle imprese per l'assunzione  di chi è difficilmente collacabile (1). Diamo una speranza ai nostri giovani e limitiamo al massimo ad un anno il periodo di apprendistato e/o di prova.

A Roma , i giovani precari si sono mossi da Piazza della Repubblica sino al Colosseo e  nei pressi dell'arco di Costantino dove era stato allestito il palco.

Migliaia di giovani hanno partecipato alla "street parade",  come è stata definita dal comitato organizzatore.

 Bisogna ringraziare questi ragazzi per aver dato l'inizio a questo movimento che  ritengo inarrestabile. Già nella piazza, era inevitabile considerare prossima la saldatura con il movimento degli studenti e dei precari della scuola e della ricerca. Questo incontro  avverrà presto così come inevitabilmente anche le donne  di " se non ora quando" non potranno  che partecipare alle prossime mobilitazioni. L'appuntamento ideale è per tutti  il 6 maggio; il giorno della mobilitazione dello sciopero generale indetto dalla CGIL.

E' il giorno in cui si può unire la protesta dei giovani  precari  con quella dei lavoratori della scuola, con gli studenti, le donne, i lavoratori delle fabbriche in ristrutturazione, gli immigrati , i lavoratori tutti che chiedono uno sviluppo centrato sulla dignità ed il rispetto della persona.

E' un momento in cui bisognerà tendere idealmente la mano a tutti quegli imprenditori che tengono duro per imporre la logica del mercato su quella della corruzione e del  clientelismo,  spesso esercitato dalla clase politica di governo. E' la giornata in cui il mondo del lavoro propone uno sciopero,  non contro le imprese o contro le altre sigle sindacali, ma per un  progetto di rilancio dell'Italia verso un'economia solidale e verde, verso  una ricchezza diffusa che dia a tutti una opportunità di miglioramento e di mobilità sociale.

La signora Camusso era in piazza, ieri 9 aprile, alla manifestazione dei precari.

Il segretario generale della CGIL era lì, insieme ai nostri giovani ! C'era pure l'On. Rosy Bindi, il Presidente del Partito Democratico.C'erano gli striscioni del popolo viola, dell'IDV di Di Pietro , di Sinistra e Libertà,  il circolo del PD on line " Libertà è Partecipazione" , tantissime associazioni e movimenti di giovani precari. Non c'erano i partiti di governo; anzi, uno degli organizatori ci ha informato che qualcuno di questi esponenti politici aveva espresso la sua solidarietà ma gli era stato risposto che gli veniva dato lo "sfratto" dal  governo dell'Italia per manifesta incapacità a dare un futuro ai giovani precari ed in generale all'intera società italiana.

C'era, fin dall'inizio della manifestazione, Pippo Civati ,di Prossima Italia e della Direzione del PD, che ha sfilato, giovane dirigente fra i giovani precari, per tutto il percorso.

Se c'è oggi un' Italia che vuole cambiare pagina, i precari hanno dimostrato di farne parte. Aspettiamo che il partito democratico, già  a partire dal sei maggio, prossimo, giorno dello sciopero generale e delle manifestazioni indette dalla CGIL,  assuma il ruolo polico di guida di questi movimenti.

I precari sono già in strada. Gli studenti ,i precari della scuola  e le donne  sono pronti. I lavoratori italiani ed immigrati scenderanno in piazza il sei di maggio . Tendiamo la mano al mondo delle imprese, alle migliaia di partite Iva e di piccole medie imprese che, giorno dopo giorno,  tengono in vita questo paese. L'interesse nostro e loro è di ritornare  rapidamente alla crescita e di colmare il divario della produttività con gli altri Paesi. Di tornare ad essere, dopo secoli, un faro nel Mediterraneo che mostri, a tutti i popoli che vi si affacciano, un modelo di sviluppo e  di crescita condivisibile.

La storia, il futuro  passa per queste strade! Chi non c'è ……..è fuori!

 

 

Roma, 10 aprile 2011

 

 

 

(1)http://circolopd.ning.com/forum/topics/una-proposta-per-il-lavoro

 

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