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martedì 12 aprile 2011

Dalla Protesta alla proposta

Dopo e prima della mobilitazione dei precari del 9 aprile si è riaperto il dibattito sulle proposte  per rimuovere questo  difficile problema della nostra società.

Oltre alle proposte della CGIL e del PD di cui vi riporto  i link:

http://www.cgil.it/Archivio/politiche-lavoro/AmmortizzatoriSociali/CGIL_PorpostaRiformaAmmortizzatoriSociali.pdf

http://beta.partitodemocratico.it/Allegati/3%20proposte%20per%20i%20precari.pdf

http://beta.partitodemocratico.it/Allegati/Contratti%20precari.pdf

È stato interessante leggere il manifesto a firma di Montezemolo, Rossi ed Ichino apparso sul Corriere della sera che ripropone il progetto della Flexsecurity elaborato dal Sen. Ichino come risposta alla esigenza di flessibuilità delle imprese e di giusta reichiesata di stabilità dei lavoratori, ponendo a carico di una possibilie solidarietà fra le generazioni il maggior costo  sociale da sostenere.

http://archiviostorico.corriere.it/2011/aprile/08/Figli_padri_contro_apartheid_per_co_8_110408030.shtml

Contro queste posizioni si sono levati molti dissensi fra cui quello autorevole del responsabile economico del PD Stefano Fassina

http://www.unita.it/economia/c-e-chi-dice-no-i-di-stefano-fassina-i-1.281506

Apprezzo le posizioni di Fassina e l'individuazione della mancanza della crescita come uno dei motivi fondamentali che causano il fenomeno della precarietà in Italia. Anche l'indicazione del costo maggiore del lavoro precario rispetto a quello a tempo indeterminato va nella strada giusta. Quello che non condivido è la resistenza ad accettare anche punti di vista diversi che arricchiscono l'analisi del fenomeno e ci consentono di trovare soluzioni a specificità come quelle italiane. La perdita di produttività nel nostro sistema non è solo dovuta alla mancanza d'investimento ma anche alla scelta di ricondurre l'utilizzo ottimale della risorsa lavoro alla flessibilità realizzata attraverso l'utilizzo della precarietà giovanile con un'ottica cieca di breve periodo, il risparmio del costo del lavoro , il pieno controllo politico e sindacale della risorsa.Il dualismo del mercato del lavoro italiano è un problema specifico che Ichino ha ben individuato, rappresentato ed a cui ha tentato di dare una risposta . Questa proposta non nasce dall cappello a cilindro di un mago ma dall'osservazione puntuale di sistemi economici più flessibili ma nello stesso tempo attenti al destino del lavoratore esuberato , come sono quelli dell'Europa del nord.
Il problema che Fassina non commenta e, devo pensare ,trascura è come assicurare nella società italiana attuale lo spostamento rapido della risorsa lavoro verso le situazioni più produttive. Ciò non prescinde anche dal possibile spostamento di risorse umane dal settore pubblico a quello privato. Come si realizza tutto questo in un mercato del lavoro sostanzialmente bloccato?. Ichino cerca di fare una proposta e dobbiamo rallegrarci se un rappresentante importante dell'imprenditoria e non -un padrone facente parte della "classe dei capitalisti" sfruttatore del capitale lavoro- condivide gran parte delle sue posizioni. Bisogna che il dialogo sia più aperto e vi sia disponibilità ad imparare dalle posizioni dell'altro. Ciò vale anche per il sindacato che deve ritrovare la propria unità nell'interesse dei lavoratori non stabilendo chi ha torto ma comprendendo come riuscire a far parte di una grande processo di cambiamento della realtà italiana.Personalmente condivido gran parte delle posizioni e dei documenti del PD così come anche l'impostazione della proposta del sen. Ichino e non vedo delle importanti discriminanti A tal proposito vi sottopongo il link dell'articolo in cui espongo in maniera più compiuta quanto espresso
:
http://circolopd.ning.com/forum/topics/una-proposta-per-il-lavoro

 

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