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venerdì 15 luglio 2011

Manovra e Sviluppo

Mentre viene approvata  in tempi rapidi una dura manovra finanziaria di oltre 70mld, che colpisce particolarmente i ceti medi e popolari,lasciando i ricchi  tranquilli a prendere il sole estivo, non troviamo  delle condizioni forti per la crescita del PIL né per una ripresa della nostra competitività internazionale ,ponendo le basi per uno sviluppo fondato su di un forte attivo della bilancia commerciale.

Fa specie inoltre lo slittamento del taglio dei costi della politica che invece era richiesto dalla pluralità dei cittadini.

Senza una forte crescita non è possibile né ridurre  in maniera significativa il rapporto debito/PIL né migliorare le condizioni di vita di tutti noi migliorando altresì le possibilità di occupazione per le giovani generazioni.

Ma l'Opposizione è in grado di offrire al Paese un progetto più credibile?

A mio parere l'attuale proposta per la crescita del PD è debole per i seguenti motivi:

a) la proposta dei bonds europei per lo sviluppo è giusta ma ha tempi lunghi  che non possiamo attendere. Per il momento dobbiamo fare da soli

b) la lotta al precariato è debole perchè non abbraccia la riforma flexsecurity del sen Ichino con l'introduzione del contratto unico a tempo indeterminato, la possibilità del licenziamento economico e l'attuazione degli ammortizzatori sociali per il reinserimento , la disoccupazione e l'inoccupazione con la formazione ed il ricorso in ultima analisi del reddito di solidarietà attiva

c) la proposta di riforma fiscale è debole e non va nel senso della discontinuità radicale e di un maggior onere a carico dei ricchi e dei grandi patrimoni.

d) tutto il resto è abbastanza presente anche nella manovra di stabilizzazione di Tremonti

e) il punto delle liberalizzazioni va perseguito ma senza gli altri non è efficace

f) non si può pensare di reperire le risorse importanti per farci ripartire senza stravolgere l'attuale  distribuzione della ricchezza ed i sistemi di potere basati sulla corruzione e la rendita.

La mia impressione  è che  bisogna porre  mano a quelle riforme  di procedure e di processi che assicurino le precondizioni necessarie per lo sviluppo ( relazioni industriali chiare e prevedibili,modifica del diritto del lavoro,esigibilità rapida dei crediti, scelte energetiche efficaci, semplificazione delle procedure  per lo svolgimento delle attività , liberalizzazioni, legalità)e che favoriscano la libera inziativa, la meritocrazia la legalità e la giustizia sociale.

Queste precondizioni  potrebbero favorire  ed attrarre gli investimenti  anche da parte estera.

Rimane per ultimo il problema decisivo di dove dirigere le risorse per ottenere il massino risultato.Dobbiamo privilegiare tutte quegli investimenti  ad alto utilizzo della risorsa lavoro di elevata professionalità e con un relativo basso apporto di capitale favorendone lo sviluppo con la leva del credito parzialmente garantito dalla firma dello Stato e con agevolazioni fiscali.

Dobbiamo privilegiare i nuovi mercati rispondenti alle esigenze della  green economiy , alla richiesta di una migliore qualità della vita ( ricerca sanitaria ecc) , al turismo culturale  ecc

Dobbiamo cogliere l'opportunità della nuova forte richiesta di miglioramento presente nel'area del  Mediterraneo( favorire gli scambi , attrarre le migliori intelligenze ecc)e valutare un  rapporto privilegiato   con la Turchia ( in rapida crescita di ca il 10% e unico paese islamico con una esperienza storica laica)

-Costringere il gruppo Fiat a chiarire e spiegare i tempi del suo investimento in Italia

-Concertare tutto questo con una grande coalizione delle forze politiche e del mondo del lavoro per un grande progetto giovane di rinascita del paese che sappia integrare all'interno anche i lavoratori immigrati.

Mi rendo conto del quadro internazionale in cui ci muoviamo e come delle proposte  limitate al quadro nazionale possano sembrare insoddisfacenti .

La concorrenza spietata ed in alcuni casi sleale dei paesi emergenti è conosciuta e ci chiama a rivedere la nostra organizzazione economica e le regole stesse  del WTO e degli scambi valutari ma altrettanto importante e il peso della finanziarizzazione del sistema internazionale

L'evidente peso, sulla crisi mondiale, di una deregolamentazione della finanza è qualcosa che dovrebbe farci riflettere a lungo mentre cerchiamo di comprendere come muoverci in Italia.
Di certo la vecchia verità che l'unica vera ricchezza deriva dal lavoro ci dovrebbe portare a decidere di ridurre inesorabilmente lo spazio fin qui ottenuto dalla rendita in tutte le forme in cui si manifesta ( dalla finanza, all'immobiliare, dalla speculazione alla corruzione, al malaffare) per evitare soprattuttio che gli sforzi per il risanamento piuttosto che porre le basi per lo sviluppo vadano ad ingrassare ulteriormemente i rendimenti dei capitali finanziari.

Ecco perché nessuna politica di risanamento può essere slegata da un progetto di crescita  a cui le risorse devono essere indirizzate.

Il controllo di questo processo dovrebbe essere seguito e controllato dai ceti popolari attraverso le proprie rappresentanze politiche  privilegiando ancora una volta il lavoro rispetto alla rendita e ponendo le basi per uno sviluppo fondato sulla libera iniziativa, la meritocrazia, la legalità e la giustizia sociale.

D'altra parte in situazioni di emergenza come queste c'è il rischio che nonostante la possibile virtuosità delle scelte si sia costretti a pagare alla speculazione un prezzo troppo alto. Ancora una volta la rendita che succhia il sangue al lavoro . Ad esempio, i tassi applicati sul debito greco sono da strozzinaggio e tolgono energie e risorse allo sviluppo ed allo stesso risanamentoOggi i grandi gruppi finanziari hanno mezzi  a volte talmente grandi da far impallidire gli stati nazionali. Sarebbe utile stabilire delle regole dei mercati  con un accordo di tutti i Governi aderenti al Fondo Monetario Internazionale ed alla Banca Mondiale tali da impedire seriamente le operazioni speculative.

Bisognerebbe vietare le vendite allo scoperto e farsi promotori perchè venga adottata questa misura  definitavemente a livello mondiale  come una delle condizioni di stabilità insieme alla tassazione dello 0,05% su tutte le transazioni finanziarie

In una situazione del genere bisognerebbe che tutti i paesi aderenti al FMI venissero finnaziati solo ed esclusivamente dallo stesso interrompendo il collocamento sul mercato del debito oltre ad esempio il 70% del PIL in cambio di garanzie di rimborso verificabili..

Ma questa ipotesi da verificare e perfezionare poi tecnicamente  è ancora più difficile da realizzare di quella che coltivò a suo tempo il Presidente americano Wilson  a proposito della Società delle Nazioni che in realtà  ebbe vita con la prima guerra mondiale e fu  demolita dalla seconda per poi cedere il posto agli organismi come l'ONU ed altri che hanno vissuto grazie all'interesse reciproco  ad allo stallo fra il mondo occidentale e quello oltre la Cortina di ferro.

Oggi tutto è cambiato e nuovi scenari  e protagonisti si affacciano  nelka scena chiedendo potere, rispetto e maggiore ricchezza . Saremo in grado di conciliare i reciproci interessi?

Nel frattempo anche in Europa non riusciamo a deciderci ad adottare una politica economica, fiscale e di sviluppo comune né riusciamo ad approfittare della domanda di sviluppo che sta nascendo nel Mediterraneo.

La proposta degli eurobonds che a mio avviso , pur con dei ritocchi indispensabili, si muove nella direzione giusta, viene avversata dai Paesi più virtuosi e più forti che ne verrebbero svantaggiati. Bisognerebbe avere la capacità di trovare delle soluzioni e dei leaders Europei capaci di far accettare dei sacrifici oggi a tutti in cambio di un ruolo comune di protagonisti domani. Ma  anche su questo punto il pessimismo della storia passata e della ragione ci ammoniscono.

Pure alla fine bisogna tentare di  ridurre le possibilità di investimento speculativo sui mercati cominciando dal debito degli stati sovrani per arrivare poi a quello delle imprese e all'azionario.

Mi auguro che fra le proposte dello Stability Forum, nel prossimo ottobre, vengano prese misure severe di regolazione della finanza-Da più parti giustamente viene richiesta la separazione fra le Banche che operano  su operazioni d'investimento e speculative con quelle commerciali. I rischi sui derivati andrebbero coperti da una cassa di compensazione mondiale di cui tutto il sistema bancario dovrebbe rispondere e con una precisa proporzione fra i rischi di controparte assunti e la propria capitalizzazione. 

In sostanza bisogna porre fine alla finanziarizzazione del sistema economico mondiale dove risorse ingenti vengono sottratte alle popolazioni ed alle imprese per arricchire  questi grandi gruppi finanziari che dividono poi ai loro soci ed ai singoli investitori i proventi delle proprie operazioni . Siamo sempre  alle solite . La rendita succhia il sangue all'animale togliendogli le energie per lavorare e vivere.  

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