Un fondo salva stati fino a 3.000 mld di euro per salvare l'Europa e di conseguenza assicurare una stabilità internazionale, messa in crisi da un possibile tracollo dell'euro.
Il ministro del tesoro americano si è mostrato estremamente chiaro e determinato nel segnalare i rischi di una possibile contaminazione della crisi europea alle altre parti del mondo e richiedere un intervento significatico utile per dare ai mercati un messaggio forte di sicurezza.
L'ipotesi di un Maxi progetto di salvataggio è ben vista anche dalla Cina e dalla Russia che ha dichiarato ufficialmente la sua disponibilità a sottoscrivere eventuali obbligazioni emesse dal fondo salva-stati e salva banche .
Di fatto, l'emissione di queste obbligazioni avrebbe la garanzia dell'intera Europa e dalla finestra rientra pertanto il problema dell'emissione degli eurobonds .
Chi garantirà in ultima istanza il pagamento?
Chi sottoscriverà i 3.000 mld di euro, anche se in fasi successive, vuole sapere chi risponderà alla fine del suo credito.
Sarà il FMI ? Saranno gli Stati Uniti d'America?
No, pur assistito da sponsors internazionali importanti , siamo di fronte ad un progetto di riconoscimento del debito da parte dell'insieme dell'Europa.
E' questo il motivo del tergiversare dei paesi più virtuosi guidati dalla Germania.
In fondo, l'euro è l'unica moneta che non ha la sua corrispondenza nel bilancio di un unico Stato e quindi non sta in rapporto con un unico debito .
No! Sta in rapporto con tante diverse economie e debiti diversi .
Pertanto, se i vari paesi europei si comportano in maniera diversa, al momento della resa dei conti chi è stato più virtuoso si ritrova nella condizione di dover pagare anche per chi non lo è stato. D'altra parte le classi politiche europee si ritrovano a gestire un rapporto con le proprie popolazioni estremamente difficile sia all'interno dei paesi virtuosi che in quelli il cui debito è elevato.
Gli uni non hanno nessuna intenzione di abbassare il proprio livello di vita per venire in aiuto degli altri; mentre, chi si trova in difficoltà non ha nessuna intenzione di fare i necessari sacrifici scoprendo improvvisamente tutta la corruzione interna , la diseguaglianza, l'inefficienza il sottosviluppo di cui è vittima ma che fin'ora ha sopportato perché tutto è stato nascosto dal dilatarsi del proprio debito nazionale.
Bisognerà trovare un motivo superiore che ponga gli uni e gli altri di fronte alle proprie responsabilità e li spinga a superare questo momento affrontando i necessari sacrifici in vista di un miglioramento futuro.
In questi momenti ognuno di noi si trova costretto a valutare i lati positivi e negativi del processo di unificazione dell'Europa. A considerare in silenzio le conseguenze di una separazione e di un default isolato o le prospettive di un risanamento e di uno sviluppo comune.
Gli Stati più ricchi del mondo sono disponibili a sostenerci perché una crisi europea allontanerebbe per anni le prospettive di una crescita mondiale e comporterebbe per tutti la possibile entrata in recessione e l'insorgere di fenomeni protezionistici e nazionalistici che renderebbero la situazione ancora più grave; tuttavia, pretendono il nostro impegno comune.
Questo momento di crisi deve far riflettere i paesi europei sulla necessità di avere la sovranità sulla propria moneta unica: l'euro.
Processo che presuppone un'unità politica ed economica definitiva.
Un unico bilancio europeo, un solo PIL ed un solo debito pubblico governati da istituzioni politiche europee.
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