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martedì 8 maggio 2012

Il vento del cambiamento

 

In tutta Europa le recenti consultazioni elettorali hanno registrato l'affermarsi di movimenti che hanno modificato l'asse del potere politico esistente. In Grecia, i partiti, che hanno avuto la responsabilità di governo negli ultimi anni, hanno subito un pesante ridimensionamento a favore di forze emergenti sia di sinistra sia d'estrema destra, accomunate da una critica profonda rispetto alla responsabilità dei precedenti governanti e ad una critica aspra rispetto agli impegni assunti nei confronti delle autorità europee e del FMI. In Francia, dopo ca. 19/20 anni, la sinistra ritorna al potere al grido d'eguaglianza e gioventù, promettendo interventi contro la finanza e i redditi più elevati e nuove politiche per la crescita. In Italia, pur in occasione di elezioni di carattere amministrativo, assistiamo alla quasi implosione dei partiti tradizionali con la sola eccezione dei candidati della sinistra, scelti attraverso il meccanismo delle primarie di coalizione, e al risultato non allineato di Palermo, dove Orlando si è messo di traverso. La grande esplosione di consensi è arrivata invece a favore del movimento cinque stelle che, in alcune situazioni particolari, ha raggiunto consensi che sfiorano il 20%. Un sondaggio presentato durante la trasmissione Ballarò mostra una preferenza possibile, alle prossime elezioni politiche,  per il movimento pari a ca. il 15% degli intervistati.

Siamo in presenza di un forte vento di cambiamento che si è alzato in tutto il continente europeo, ma che, in Italia, assume in particolare l'aspetto di una profonda contestazione dell'attività politica espressa dai partiti tradizionali e prefigura nuove forme di partecipazione dei cittadini alle istituzioni. Quello che è in crisi non è solo il modello "partito" ma anche il sistema di rappresentanza e di delega politica che conosciamo. Il cittadino ritiene, infatti, di avere degli strumenti maggiori rispetto al passato di comunicazione e di aggiornamento tali da poter partecipare in maniera diversa alla vita della "polis" e desidera pertanto non delegare più totalmente, come in passato, l'attività politica ad un corpo specializzato di professionisti privi di un adeguato confronto e controllo da parte della società civile.Tutto ciò si è rafforzato sull'onda anche degli scandali sull'utilizzo dei finanziamenti pubblici, che hanno provocato una diffusa sensazione di disagio, se non addirittura d'indignazione.

Quello che unisce questi diversi movimenti, presenti in tutto il continente europeo, sembra essere la presenza di due questioni:

1)  una voglia di democrazia  e di partecipazione  che, a partire dalla propria condizione, valuta la congruità dell'offerta politica dei partiti tradizionali e delle politiche dei governi sino ad arrivare alle problematiche connesse all'integrazione europea. Non sfugge a questa richiesta di cambiamento, come abbiamo accennato, né la classe dirigente dei partiti, né gli strumenti di rappresentanza a disposizione del cittadino e le modalità del loro utilizzo. All'interno di questo processo possiamo ritrovare in Italia le critiche alla legge elettorale, alla forma giuridica dei partiti, al finanziamento pubblico, la richiesta recente della formazione di un soggetto politico nuovo, l'affermazione ampia del movimento cinque stelle. A livello europeo questa richiesta di partecipazione e di democrazia diretta si salda con una critica alle politiche governative che sembrano eterodirette sulla base di una subordinazione alle direttive delle istituzioni europee di cui non si riconosce probabilmente la vicinanza e la democraticità.

2)           il prevalere di un processo di proletarizzazione della società che riporta in primo piano  la richiesta di eguaglianza, solidarietà e bene comune come motori dello sviluppo. Paradossalmente  tutto questo può portare alla richiesta di una maggiore spesa pubblica  e di una maggiore presenza statale nell'economia. Il periodo favorevole al neo liberismo che voleva "affamare" lo Stato per liberare risorse  per l'iniziativa privata sembra peraltro in declino.La nuova richiesta di eguaglianza  appare comunque caratterizzata dal riconoscimento del ruolo sociale della libera iniziativa mentre e di una maggiore attenzione rispetto al passato nei confronti della qualità ed efficacia della spesa pubblica. 

Queste questioni non sembrano episodiche o limitate ad esperienze locali e particolari ma radicate nei profondi cambiamenti presenti nelle nostre società; pertanto, probabilmente investiranno col vento del cambiamento il nostro panorama politico ed istituzionale.

 

 

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