Molti di noi sostengono che le
possibilità offerte dalla rete non sostituiscono il processo elementare di
delega democratica. La democrazia diretta non solo non è possibile a tutti
livelli; ma, non è neanche utile ed efficace quando la stessa base riconosce la
necessità di affidare ad un gruppo dirigente dei compiti diversi e più
complessi.. Detto questo, tuttavia, non possiamo dimenticare che la tecnologia
ci permette di migliorare il rapporto di partecipazione del cittadino alla vita
politica.
Per il momento non mi butterei
nel sentiero tortuoso dell'immaginazione di altre strutture istituzionali
permeate dal WEB
Tornerei invece a qualcosa a
noi più vicino e di cui stiamo già vivendo l'esperienza: l'utilizzo della Rete
all'interno dei partiti.
Il PD è stato tra i primi a
comprenderne le possibilità quando immaginò che i circoli di base potevano
essere costituiti online, sul territorio o sul lavoro.Abbiamo visto che i
circoli territoriali hanno cercato la possibilità di esprimersi anche sul web
per cercare un più ampio contatto e discussione con i propri iscritti. Il
processo di rappresentanza di questi Circoli continua per vari livelli
territoriali, ma con modalità che favoriscono le "correnti" rispetto
alla rappresentatività delle strutture di base. Dai Circoli territoriali si
arriva comunque per vari passaggi sino all'Assemblea nazionale ed alla
Direzione. Questo percorso diretto è negato invece sia ai Circoli online che a
quelli di settore /lavoro. Viene anzi specificato che: il membro di un circolo
online deve esprimere l'esercizio del suo diritto di rappresentanza indicando
il Circolo territoriale dove intende esercitarlo.
Questo deve essere cambiato.
Bisogna riconoscere l'originalità dei Circoli online e di quelli settoriali e
dar loro opportuni percorsi rappresentativi.
Quello che a questo punto va
discusso è il senso originale dei Circoli online, la loro possibile dimensione,
il legame o meno con il territorio.
C'è chi pensa che, per la sua
propria natura, non vi possa essere che un unico circolo online nazionale e che
non avrebbero senso possibili duplicati. Se concettualmente il discorso può
sembrare ineccepibile, tuttavia, penso che non superare un certo numero di
partecipanti ad un circolo favorisca l'espressione del singolo. E' invece nel
coordinamento dei diversi gruppi, nati anche con modalità diverse, che può
formarsi una completa sintesi e rappresentanza. Penso quindi che, senza
limitare o disciplinare eccessivamente la nascita dei circoli online, debba
esserci,invece, una maggiore organizzazione nella formazione del Coordinamento
degli stessi Circoli per creare un organismo nazionale valido per le esigenze
del partito e all'interno del quale si possano poi individuare dei
rappresentanti per l'Assemblea Nazionale.
Un altro punto che vorrei
trattare è se sia utile o meno che un circolo online possa avere delle sezioni
territoriali o locali. Non vedo in tal caso una reale controindicazione. Anche
nel caso di lavoro nel territorio, in concomitanza con le organizzazioni locali
del partito, il risultato non potrebbe che costituire un'esperienza positiva
per tutti.
L'ultima questione che
desidero affrontare è quella delle aree tematiche e dei forum di discussione
nazionale per argomenti. Bisognerebbe valorizzarle opportunamente in una
dialettica continua con le strutture organizzative ed i singoli militanti
,facendoli diventare dei veri cantieri di lavoro e di sostegno all'azione
politica. Affidando responsabilità e contenuti organizzativi adeguati a tutti i
livelli (uno staff tecnico aperto e diffuso che, tuttavia, non rinuncia ad
indicare dei responsabili e delle guide capaci di individuare i punti fermi
venuti fuori dal dibattito)
Concludendo, penso che i
circoli online possano contribuire ad
essere una parte della risposta organizzativa a quello che può essere un
modello di democrazia partecipativa all'interno dei partiti moderni.
Ritengo che il prossimo passo
sia: costruire il processo che porta al Coordinamento dei Circoli online.
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