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sabato 2 dicembre 2017

LE SCELTE NECESSARIE



Le varie proposte sulla gestione della spesa pubblica e sul tema fiscale  continuano  ad essere al centro del dibattito politico  perchè, in effetti,   stiamo parlando del tema centrale  di ogni proposta  politica e cioè delle   risorse necessarie e della loro disponibilità.
A tal proposito , vorrei sottoporvi una piccola riflessione ipotetica sui temi del deficit pubblico :
Facciamo l'ipotesi di avere una pressione fiscale complessiva che per comodità poniamo al 40% del PIL di ipotetici 1000MM. Avremmo un risultato di 400MM di entrate fiscali per lo Stato. Se il PIL aumentasse del 2% e cioè diventasse di 1.020MM il 40% relativo sarebbe di 408MM
Se vi fosse poi un deficit pari al 2% del PIl su 1000MM sarebbe di 20MM; mentre il 2% del nuovo PIl sarebbe di 20,4MM. In sostanza mantenendo la stessa percentuale di pressione fiscale sul PIl e la stessa percentale di deficit in presenza di una crescita del PIL del 2% per ogni 1.000MM si avebbero maggiori risorse per la spesa pubblica pari a 8,4 MM.
Se invece, in presenza di un aumento del PIL del 2%, si mantenesse sempre la stessa pressione fiscale del 40% ma si proponesse la riduzione del deficit di 0,8% sul PIL ,nella nuova situazione si porterebbe il deficit ad un ammontare di 12,20MM, con una riduzione in valore assoluto di ca 8 MM coperta dalle maggiori entrate fiscali .
E' facile programmare, pertanto, in presenza di un costante aumento annuo del PIL un progressivo azzeramento del deficit iniziale e l'inizio della riduzione dello stock del debito e della sua incidenza sul PIl . Tutto questo ipotizzando un mantenimento in valore assoluto della spesa pubblica nel tempo previsto dal progetto di riduzione del deficit e dell'incidenza del debito complesivo sul PIL. Successivamente, ogni aumento del PIl porterebbe alla posibilità di un aumento della spesa pubblica. 
E' evidente che all'interno di questa ipotesi di lavoro, un'azione politica importante ci costringerebbe a rivedere l'attuale suddivisione della spesa pubblica e/o delle entrate fiscali . Alla luce di quanto detto, un aumento ad esempio della progressività sui redditi elevati ed altre misure fiscali sui patrimoni elevati . sulle successioni ecc. potrebbero  consentire degli sgravi sul cuneo fiscale gravante sulle imprese , sui salari più bassi ecc.o consentire nuovi ammortizzatori sociali per la disoccupazione 
Se invece optiamo per un aumento dell'attuale deficit avremo sicuramente maggiori entrate e mezzi per un aumento immediato della spesa pubblica molto superiore. Tutto questo però a scapito  dei parametri finanziari complessivi fino a quando non si deciderà di ridurre progressivamente sia il deficit che il debito.
Sulla base di quanto esposto, desideravo pertanto  sottolineare alcuni punti :
a) Non sembra sostenibile l'ipotesi che il mantenimento di un deficit all'interno dei parametri del 2,9% porti automaticamente alla riduzione dell'incidenza del debito sul PIL; anzi, fino a quando il PIl crescerà con un incremento pari o minore del 2,9% su base annua, il rapporto peggiorerà. Il miglioramento si verificherà solo se il PIl aumenterà in misura maggiore del 2,9 % su base annua.
b) a parità di pressione fiscale sul PIL è importante cambiare radicalmente il peso atttribuito ai diversi settori e redditi. In sostanza, sarebbe utile introdurre una maggiore progressività sui redditi elevati che ci permetta di ridurre sostanzialmente il cuneo fiscale sul lavoro, ridando maggiore competitività alle nostre imprese.Allo stesso tempo, altre misure sui patrimoni elevati ,sulle successioni , sul web , ecc. potrebbero consentire ulteriori sgravi sul lavoro. Anche un maggiore contributo sui servizi  pubblici per i redditi più elevati potrebbe consentire una riduzione della spesa a carico dei redditi più bassi 
c) Sarebbe importantissimo modificare radicalmente la qualità della spesa pubblica mettendo al primo posto adeguati ammortizzatori sociali per la disoccupazione di lunga durata ed i contratti di ricollocamento, legati alla proposta di un piano nazionale del lavoro.Ritorna importante mettere al primo posto i servizi sociali a favore dei più bisognosi : Dal reddito d'inclusione , alle case popolari ecc ecc. Bisogna far ripartire  dei grandi investimenti  pubblici ,in sinergia con i privati , capaci di dare un indirizzo allo sviluppo economico del nostro paese.
 Molte spese andrebbero sacrificate a favore di queste? E' possibile e doveroso.
Allo stesso modo anche diversi settori della Pubblica Amministrazione ormai in possibile soprannumero di personale ,grazie all'utilizzo degli strumenti informatici, dovrebbero essere ridimensionati a favore di altri .
Diventa essenziale inoltre una gestione meritocratica e motivazionale delle retribuzioni tale da scoraggiare ed emarginare i comportamenti di disaffezione e di assenteismo: Francamente gli aumenti a pioggia previsti nell'ultimo rinnovo contrattuale del settore pubblico sembra del tutto ingiustificato anche in considerazione del fermo dell'inflazione di questi anni.

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