Cari amici desideravo informarvi che ho scritto un libro sulla storia del Circolo PD online Libertà è Partecipazione il libro è ora disponibile su Amazon Kindle. Il Prof Pietro Ichino ha scritto gentilmente la prefazione. Permettetemi adesso di riportare qui di seguito le pagine conclusive del libro in cui espongo delle mie considerazioni sui problemi attuali della nostra società:
“Oggi siamo di fronte ad un problema di
ridefinizione complessiva di quelle che sono le idee ed i valori dell’area
progressista. Il Novecento ci ha lasciato in eredità la storia ideale ,
politica e sociale dei movimenti e delle
organizzazioni politiche dei lavoratori formatesi attorno a quello che possiamo
definire il pensiero “ Socialista” in tutte le sue varie sfaccettature che
vanno da quello cosiddetto socialdemocratico fino a quello comunista
rivoluzionario, comprendente anche l’esperienza “ terzomondista”. Insieme a
questo, credo che non vada sottovalutata né la presenza dei movimenti politici
e sociali di cultura cattolica né quella che è stata l’esperienza interessante
del New Deal americano. Siamo chiamati a rileggere quanto è accaduto cercando
di capire quello che di meglio va mantenuto e riproposto di quelle esperienze.
Sicuramente va ridefinito il ruolo della funzione dello Stato non solo come
erogatore di servizi sociali ma anche come interprete delle esigenze della
intera comunità nella definizione delle linee di sviluppo economico e sociale.
All’interno di questo è necessario riconsiderare l’opportunità che lo stesso
sia capace di una seria programmazione e gestione delle attività anche in
sinergia con le principali forze sociali del lavoro e dell’imprenditoria
privata. Potrebbe essere necessario in molti casi il ritorno dello Stato
imprenditore o da solo o in sinergia con i privati quando ad esempio i processi
produttivi sono allo stato iniziale in quel settore scelto e non vi è ancora
una convenienza economica tale nel mercato da spingere i privati ad agire
direttamente. Questo momento è poi particolarmente difficile perché siamo di
fronte alla necessità di procedere con celerità a quella che chiamiamo “
riconversione energetica” necessaria per la salute ecologica del pianeta.
L’urgenza dettata dalla situazione e la possibilità di utilizzare i fondi
europei messi a disposizione del PNRR suggerirebbero di procedere con decisione
concentrando in una struttura organizzativa dedicata le competenze ed i poteri
pubblici necessari per la realizzazione in tempi rapidi e prevedibili
dell’investimento. Tutte questioni che richiedono un complessivo ripensamento
sulle forme di organizzazione e gestione del nostro processo decisionale ed
organizzativo democratico. Certo è che la questione climatica non può non
essere uno dei punti cardini del pensiero progressista del secolo in corso. Stiamo
cercando di superare l’emergenza legata alla pandemia del Covid 19 e tentando
di affrontare finalmente insieme come Europa l’emergenza climatica che ci
troviamo di nuovo a fare i conti con l’insufficienza di una visione generale
geopolitica di rispetto, comprensione e cooperazione fra le diverse nazioni del
mondo . Acuita dall’emergenza climatica , la forte disparità presente fra le
aree di sviluppo e sottosviluppo presenti nel pianeta si è ulteriormente
accentuata accrescendo le tensioni fra le nazioni e
acuendo i processi migratori che rappresentano di fatto l’unica
soluzione immediata possibile per la sopravvivenza di milioni di persone. La
risposta inaccettabile di molte forze politiche dei paesi sviluppati è stata
ancora quella di alzare dei muri e di voltarsi dall’altra parte di fronte alla
loro disperazione . Di permettere che muoiano dispersi in mare senza che si riesca
ad affrontare insieme questa emergenza mondiale coordinandoci per offrire loro
una possibilità immediata d’integrazione nei nostri paesi e di aiuto in quelli
di provenienza. Invece di procedere per la soluzione di questi problemi stiamo
invece assistendo al riacutizzarsi delle tensioni geopolitiche internazionali
volte al controllo delle risorse del Pianeta , dei suoi mercati , dei territori
, delle popolazioni. Tutto questo anche con l’insorgere di confronti armati in
alcune aree e con l’avvio di vere e proprie guerre come quella recente in
Ucraina senza che si riesca tutti insieme a porci come forze d’intermediazione
per la pace.
Rimane a livello internazionale ed all’interno anche delle società
industriali avanzate la presenza di una disparità sociale inaccettabile che è
alla base della sofferenza di milioni di persone e dei principali problemi di
convivenza civile. Le nostre moderne società vedono la presenza di una povertà
diffusa che si va ancora accentuando e di condizioni di lavoro sempre più precarie
e prive di reali garanzie sociali . Tutto questo mentre aumenta la
concentrazione della ricchezza nelle mani di sempre meno parte della
popolazione ed
In settori come quello finanziario e digitale.
In Italia, in particolare, i nostri giovani vivono delle prospettive
d’inserimento nel mercato del lavoro sempre meno sicure e rassicuranti per
immaginare il proprio futuro mettendo a repentaglio le loro aspettative di vita
, di formazione di nuclei familiari e ripercuotendosi anche sugli indici di
natalità. La necessaria esigenza di una gestione flessibile della risorsa
lavoro da parte delle imprese non può essere pagata dal singolo lavoratore ma dovrebbe essere affrontata e
gestita dall’intera comunità sociale offrendo da un lato la risorsa flessibile
all’azienda ma dall’altro garantendo al singolo lavoratore delle condizioni
adeguate di stabilità , di remunerazione e di assicurazione sociale. Non dico
che la risorsa lavoro debba essere complessivamente monopolio dello Stato ,che
ne possa gestire a quel punto la contrattazione con l’imprenditoria privata ,ma
sicuramente questa potrebbe essere una via di approccio per l’erogazione del
lavoro flessibile alle aziende che ne fanno richiesta.
La libera iniziativa economica privata è senza dubbio una grande risorsa
di ogni comunità sociale ed è forse l’unica realtà che permette nel corso del
tempo la presenza dell’innovazione perché non catalogata e definita da una
società totalizzante; tuttavia . come recentemente ha sottolineato lo stesso
Papa Francesco, la proprietà privata è una bellissima risorsa ed un dono
importante purché ci si ricordi sempre che è un bene ed una attività che deve
sempre sottostare all’interesse complessivo della comunità a cui si appartiene.
Per tutti noi questo è assolutamente ovvio quando pensiamo ad una attività
illegale come quelle esercitate della mafia o come chi commercia merci illegali
come la droga o alimenti sofisticati ecc.
Dobbiamo imparare ad utilizzare lo stesso criterio per controllare che
le diverse attività economiche si sviluppino nel rispetto dell’integrità fisica
e personale dei cittadini delle comunità sociale a cui appartengono. Libera
iniziativa all’interno del rispetto della vita della società a cui si
appartiene. E’ necessario tuttavia che la politica dia queste indicazioni
generali. Perché questo avvenga, secondo un livello qualitativamente elevato ed
efficace, è necessario che funzioni il processo della partecipazione
democratica del cittadino alla vita sociale e politica della società a cui
appartiene e che il processo di formazione della classe dirigente sia
appropriato e funzionale alla realizzazione di una democrazia reale.
Da dove vengono le idee giuste? Non ho timore di citare un uomo
politico, oggi poco interessante, come Mao Tse Tung per affermare che le idee
giuste si formano in seno al popolo. E’ all’interno della gente comune che sono
presenti i bisogni fondamentali della società e dando loro la possibilità di
ragionare ed esprimersi insieme , utilizzando le varie competenze presenti in
risposta ai bisogni, è molto probabile che
si comincino a delineare delle risposte e comunque delle importanti
proposte di soluzione. Siamo cioè
in presenza di quello che molti come Barca hanno definito un processo
di” Intelligenza collettiva” di cui dovrebbero essere portatori i modelli
organizzativi delle associazioni e dei partiti politici . All’interno di questo
processo , attraverso una accettazione di sempre maggiori livelli di
responsabilità e di rappresentanza si concretizza la formazione della classe
dirigente. Sfatiamo pertanto una volta per tutte il mito che grazie ai moderni
processi di automazione digitale sia preferibile arrivare ad un risultato di
vasta democrazia diretta perché questo salterebbe e vanificherebbe il
necessario processo di progressiva capacità di sintesi , assunzione di
responsabilità e lavoro che è alla base della importante formazione ed utilità
della classe dirigente. Oggi grazie all’utilizzo degli strumenti digitali, la
partecipazione politica del cittadino alla vita delle sue organizzazioni di
riferimento può superare i condizionamenti determinati dalle difficoltà
temporali e spaziali. Inoltre, il mantenimento in rete delle informazioni sui
temi trattati permette la loro successiva e costante elaborazione grazie
all’apporto di tutti. Altra opportunità di non poco conto è la possibilità di
una riduzione importante dei costi della politica , risparmiando sul costo
complessivo delle sedi fisiche necessarie per lo svolgimento delle attività, su
quelli ad esempio della pubblicazione e stampa fisica dei contenuti culturali o
politici da diffondere e sull’organizzazione di eventi.
Per tutto questo ritengo importante riproporre con forza la nostra
esperienza di Circolo online come uno dei modelli organizzativi più importanti
del PD e spero che il racconto di questa esperienza e la raccolta dei materiali
prodotti possa servire sia a tutti coloro che sono interessati a questa
iniziativa sia a chi vorrà crearne una nuova.
I Circoli online possono costituire la prima immediata risposta che i partiti politici possono dare alle persone senza per questo negare la possibilità di accoppiare a questa forma organizzativa incontri sul territorio, eventi ecc. ecc. e tutte le altre tradizionali forme di attività politica. Sarebbe importante arrivare ad una sintesi, almeno a livello provinciale, fra un circolo online e gli attuali circoli territoriali . Per quanto riguarda i circoli su base tematica, lavorativa o generalisti potrebbe esserci invece un'aggregazione libera meno vincolata al territorio e confluente in un coordinamento nazionale, che possa avere poi dei propri rappresentanti in Direzione nazionale.
E' importante comunque che tutti
gli iscritti alle nuove realtà di sintesi possano partecipare alla
votazione diretta dei propri
rappresentanti.