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domenica 2 gennaio 2011

Capo...il popolo ha fame.............Dategli delle brioches!

 

 

Di nuovo, come oltre quarant'anni fa,  una generazione di giovani chiede  all'intera società di cambiare!

Si riuniscono nelle scuole perché sono il luogo eletto al dibattito ed all'approfondimento e perché ancora, come in  un limbo fra la famiglia di provenienza e la società che li respinge, hanno  la possibilità di parlare con gli altri  simili delle paure e delle angosce che li affliggono.

Quando sei fuori… sei solo!

Di fronte a meccanismi che non controlli nel lavoro e nella società, ricattato dall'urgenza del bisogno e privo del tempo e della voglia di cercare una solidarietà ed una lotta insieme agli altri.

Ma lì no……,lì stanno insieme e possono riflettere, l'uno accanto all'altro, della loro condizione e delle prospettive che li attendono.

Insieme possono chiedere il cambiamento…. non della scuola, …No… quello è il punto di partenza…. ma di una società che esclude e non si fa carico di una grande parte di essa.

Oltre metà della ricchezza  accumulata nelle mani del  10% della popolazione!

I cittadini diventati solo consumatori e non protagonisti delle scelte sul proprio futuro!

Un mondo dominato da un profitto privo di regole e di rispetto per il benessere vero della collettività e dell'ambiente!

La crescita del PIL posta come obiettivo unico, senza i necessari corollari di controllo della qualità, della partecipazione, dell' eguaglianza delle opportunità, della solidarietà e del rispetto!

Senza mettere al primo posto la mobilità sociale e la preoccupazione per il benessere  del più umile al nostro interno….prima di tutto.

E' con questa società con queste preoccupazioni e limiti  che i nostri giovani oggi , come sempre, vogliono fare i conti.

E non li si accusi di ideologismo!  Essi chiamano in causa solo una parola da tutti abusata e da pochi adoperata: il senso di solidarietà e di responsabilità sociale.

Su questo terreno si possono incontrare, valutare e rispettare anche posizioni diverse, animate tuttavia da buona volontà .

Il nostro Presidente della Repubblica , eterno giovane  nonostante gli anni, ha capito tutto questo e lo ha espresso con chiarezza nel suo messaggio alla Nazione in occasione della fine dell'anno. Chiede al nostro Paese uno scatto di generosità, d'impegno, di capacità di sacrificio,  di responsabilità, di rispetto e di solidarietà. Chiede a tutti di osare  di credere nella possibilità di migliorare il nostro paese e di dare spazio ed accoglienza in primo luogo a tutti quelli che non  ne trovano ed una opportunità di lavoro e di miglioramento.

Tutte parole che  molti ascolteranno con un sorriso beffardo nel volto:espressione della propia incapacità e debolezza.

Le sfide che un mondo cambiato ci pone sono enormi ma non sono superiori a quelle che i nostri padri  hanno affrontato nel loro passato.

L'avidità , l'egoismo, la violenza, la povertà economica e morale  sono stati sempre nostri compagni nella storia  e dentro di noi. Ma ,ogni giorno possiamo essere migliori come persone , e come società a cui apparteniamo e scegliere con generosità un futuro migliore per tutti .compressi i nostri ragazzi.

E se per far questo dobbiamo cambiare : facciamolo!

La nostra classe dirigente  si assuma la responsabilità di aprire i propri palazzi a qesti giovani , offra loro la propria capacità organizzativa, la propria esperienza e  si adoperi per offrire i canali della rappresentanza in modo che l'energia e la volontà di cambiamento dei giovani diventino il lievito per la crescita equilibrata dell'intero corpo sociale.

Non facciamo si che i nostri figli rimangano soli e inascoltati da chi è troppo vecchio per ricordare cos'è la bellezza e la speranza .

Mentre si aggirano per i palazzi del potere  dei personaggi squallidi, servi  lecchini malati di avidità, qualche funzionario  responsabile penserà di avvisare il capo del governo dicendogli:-"Capo,  gli studenti ..i precari…gli immigrati….  i disoccupati …………….il popolo ha fame! Ma  il Capo, blandendolo con il suo sorriso più rassicurante e accattivante,  gli risponderà: Dategli delle " brioches"!

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