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martedì 11 ottobre 2011

Molti giovani guardano oltre e altrove!

 

Mentre in questi giorni si dibatte all'interno del PD sulle diverse possibilità di sbocco della contestazione al governo, con una conseguente diversità sul sistema delle possibili alleanze, i giovani ed i movimenti alternativi stanno organizzando diversi appuntamenti importanti,  da qui alla fine di ottobre, mentre in campo europeo è previsto entro il mese un   vertice che dovrebbe fare chiarezza sulla volontà comune di sostenere i Paesi e le Banche in maggiore difficoltà. Tralasciando quelli interni al partito, organizzati da G. Civati e D.Serracchiani a Bologna e da Renzi a Firenze, l'appuntamento più importante a breve è quello del 15 ottobre che vede i movimenti giovanili alternativi italiani aderire alla giornata mondiale degni " indignados".

Già in questi giorni i temi della loro protesta hanno cominciato a trovare posto nei mezzi di comunicazione e nei dibattiti e ritengo utile a tal proposito pubblicare qui di seguito la lettera aperta del movimento 15 ottobre che si rifà al Social Forum  Mondiale e un resoconto dell'assemblea preparatoria della manifestazione tenutasi a Roma presso i locali dell'Università la Sapienza:

RETE ITALIANA DEL FORUM SOCIALE MONDIALE - PRIMA RIUNIONE A ROMA, 4 SETTEMBRE 2011

 

Lettera aperta sul 15 ottobre - Giornata di mobilitazione europea e internazionale e gli altri impegni dell'agenda

 

15 OTTOBRE – GIORNATA DI MOBILITAZIONE EUROPEA E INTERNAZIONALE

Gli indignad@s spagnoli invitano a scendere in piazza, diversi/e e insieme, per dare vita a una grande manifestazione europea e internazionale il 15 ottobre. Nel nostro continente, come in altre aree del mondo, nel Mediterraneo e anche nel nostro paese, tanti e tante stanno raccogliendo e rilanciando il loro appello perché, nella tremenda crisi in cui siamo, nessuno può salvarsi da solo.

Non è tollerabile la distruzione sociale e democratica che ci viene imposta con il ricatto del debito, a livello europeo e nazionale, da istituzioni subalterne alle banche, alla finanza, alle multinazionali, a pochi gruppi di privilegiati.  Abbiamo bisogno di rafforzare le alleanze, la capacità della cittadinanza europea di opporsi e di conquistare una vera alternativa.

In Italia bisogna fermare Governo e Confindustria, questa manovra e i suoi effetti devastanti. Ancora una volta e sempre di più, mantiene intatte rendite e privilegi e aggrava l'impoverimento della maggioranza della popolazione.

Bisogna impedire le ulteriori privatizzazioni che negano la volontà popolare espressa con i referendum, lo smantellamento della Costituzione e la costituzionalizzazione del pareggio di bilancio. Bisogna opporsi alla cancellazione dei diritti e delle garanzie sociali, alla precarizzazione del lavoro e della vita delle persone. Bisogna respingere l'aggressione alle rappresentanze sindacali e ai diritti del lavoro, la cancellazione del contratto nazionale e dell'art. 18 dello Statuto dei Lavoratori. Bisogna fermare la distruzione di beni comuni, di ambiente e territorio, di relazioni sociali, di cultura e istruzione. Bisogna contrastare il razzismo, fermare le guerre, le spese militari e la militarizzazione.

Non intendiamo lasciare il nostro futuro nelle mani di una classe politica privilegiata e schiava dei mercati finanziari. Dobbiamo riconquistare il nostro potere di cittadinanza, una democrazia reale in cui donne e uomini, comunità, lavoratrici e lavoratori abbiano il diritto di decidere liberamente sulle scelte che riguardano tutte e tutti. Le alternative esistono e vanno conquistate, insieme. In tanti e tante, diversi e diverse, uniti. È il solo modo per vincere.

La Rete Italiana del FSM, al termine del suo primo incontro a Roma il 4 settembre, propone a tutte le organizzazioni, le reti, le alleanze, i gruppi e le persone interessate di verificare la possibilità di una grande convergenza unitaria nella giornata europea e internazionale di mobilitazione del 15 ottobre e di costruire insieme un "Comitato Unitario 15 ottobre".

Propone quindi a tutti e a tutte di incontrarsi martedì 13 settembre alle ore  11.00 in Via dei Monti di Pietralata 16 a Roma.

 

 

GLI ALTRI IMPEGNI DELL'AGENDA

 

LA COSTRUZIONE E IL FUNZIONAMENTO DELLA RETE

La Rete Italiana del FSM si impegna a lavorare nei prossimi mesi in modo aperto, inclusivo, orizzontale e partecipativo per facilitare la più larga comunicazione e connessione fra la dimensione internazionale dei movimenti altermondialisti e antiliberisti e la dimensione locale, territoriale e nazionale delle lotte di resistenza e della costruzione di alternative.

Nella prossima riunione si discuteranno le modalità e gli strumenti per rendere possibile e accessibile questo impegno al coordinamento, alla comunicazione e al coinvolgimento.

 

PROSSIMO INCONTRO DOMENICA 16 OTTOBRE

Il prossimo incontro, a cui sono invitati tutte le organizzazioni e le reti interessate, si terrà 16 ottobre a Roma.

 

LA PARTECIPAZIONE ALLA MOBILITAZIONE IN FRANCIA DURANTE IL G20 DI CANNES

Nella riunione di ottobre si definiranno gli ultimi dettagli in merito alla partecipazione italiana all'Alter Forum e alle iniziative europee previste a Nizza dall'1 al 4 novembre, quando a Cannes si riunirà il G20, con l'obiettivo di contrapporre le alternative sociali e democratiche alle ricette liberiste.

Di qui alla prossima riunione, un gruppo di lavoro della Rete si occuperà della relazione con gli organizzatori francesi, della informazione in Italia, della partecipazione collettiva alla discussione e alla mobilitazione di novembre.

 

A GENNAIO IN ITALIA IL SEMINARIO SULLA RICOSTRUZIONE DEL FORUM SOCIALE EUROPEO

Nella riunione del 16 di ottobre si definirà compiutamente l'invito a tutte le organizzazioni e le reti europee per il seminario per discutere le possibilità e le condizioni di un rilancio del Forum Sociale Europeo, che abbiamo accettato di organizzare in Italia su invito del Consiglio Internazionale del FSM. Un largo e rinnovato spazio pubblico europeo delle resistenze e delle alternative, capace di connettere l'esistente e di favorire il rafforzamento di lotte e campagne comuni, in questo periodo è una necessità assoluta.

Per iniziare a preparare le condizioni logistico-organizzative del seminario, che si prevede di tenere a gennaio a Milano, la Rete ha costituito un gruppo di lavoro ad hoc. In preparazione dell'incontro europeo di gennaio, la Rete si propone di tenere un seminario interno di approfondimento sull'Europa.

 

MAGHREB-MASHREK: INCONTRO SUL SOSTEGNO ALLE RIVOLUZIONI, CONTRO LA REPRESSIONE, LE GUERRE E LE OCCUPAZIONI

Le organizzazioni maggiormente attive su questi temi (repressione in Siria, guerra in Libia, occupazione in Palestina, sostegno alle rivoluzioni in Tunisia ed Egitto...) hanno preso l'impegno di convocare nelle prossime settimane una riunione unitaria per fare il punto delle diverse iniziative in corso, e per definire possibili iniziative comuni.

 

GLI APPUNTAMENTI INTERNAZIONALI DEI PROSSIMI MESI

La mobilitazione sul clima a Durban in occasione della COP sul clima fra fine novembre e dicembre, quella in occasione della ministeriale WTO a Ginevra dopo Durban, la giornata di azione globale dei migranti il 18 dicembre, il Forum Mondiale Alternativo dell'Acqua a Marsiglia nel marzo 2012, la realizzazione in Italia nel 2012 del Forum Euro-Maghreb-Mashrek, la grande mobilitazione a Rio de Janeiro in occasione del vertice Onu Rio +20 sullo sviluppo sostenibile, la preparazione del primo Forum Sociale Mondiale che si realizzerà nel 2013 nella regione Mediterranea (in Tunisia o in Egitto).

A questi appuntamenti comuni promossi nell'ambito del FSM, nel prossimo anno si accompagneranno molte altre iniziative specifiche di reti e coalizioni internazionali e europee, fra cui ad esempio la creazione della rete europea per l'acqua bene comune e le Iniziative dei Cittadini Europei (con la raccolta di un milione di firme) per il basic income, la cittadinanza di residenza, l'acqua pubblica.

 

UTILITÀ DI UNA RETE UNITARIA

L'impegno della Rete Italiana del FSM è di facilitare la possibilità di coinvolgimento su queste iniziative per tutti i soggetti sociali attivi, sul territorio e a livello nazionale, secondo i propri interessi e disponibilità, nonché di costruire insieme gli appuntamenti e le campagne comuni.

Le dimensioni internazionale, europea, nazionale e territoriale sono strettamente connesse. Il grandissimo numero di organizzazioni e reti italiane che si riconoscono nel FSM può fare della Rete una sede davvero unitaria di discussione, che potrà essere utile per affrontare, se e quando verrà ritenuto opportuno, iniziative e temi legati alla dimensione nazionale.

Seguiranno a breve comunicazioni dei referenti dei gruppi di lavoro con le indicazioni utili per gli interessati a farne parte. In attesa di definire strumenti di comunicazione ad hoc, continueremo  ancora a utilizzare la lista Coordita e l'indirizzario del Coordinamento2aprile, oltre che l'indirizzario dei circa sessanta partecipanti alla riunione del 4 settembre, con la preghiera a tutti e a tutte di inoltrare le informazioni ad altre organizzazioni, reti e gruppi interessati

 

Trascrivo adesso l'articolo sul resoconto dell'assemblea di Roma:

15 Ottobre. Il movimento prende le "contromisure"

Submitted by anonimo on Fri, 07/10/2011 - 17:10

Una affollata assemblea all'università di Roma discute della manifestazione nazionale del 15 ottobre e sul come "rimandare al mittente la lettera alla Bce".

Così com'è la giornata del 15 non convince molti. Decisa una mobilitazione per mercoledì 12 ottobre in occasione del convegno con Draghi e Napoletano alla Banca d'Italia, in pratica un vertice del "governo unico delle banche".

La "mitica" aula I della facoltà di Lettere si riempie quasi con puntualità. Più di trecento persone tra universitari, attivisti sociali e sindacali riempie una delle più grandi aule della Sapienza per discutere della manifestazione del 15 ottobre.

La chiamata è venuta dalla rete Roma Bene Comune che da mesi sta sperimentando nella capitale una modalità unitaria di gestione del conflitto sociale. L'intervento introduttivo è di una studentessa dei collettivi universitari che parte dalle manifestazioni in corso a New York attuate del movimento "Occupy Wall Street" per arrivare alla lettera della Bce e a quello che definisce "l'inganno dell'Europa". Il non pagamento del debito è al centro della mobilitazione.

"Se responsabilità nazionale, come invoca Napolitano, significa rinunciare ai nostri diritti allora è meglio essere irresponsabili" afferma raccogliendo l'applauso scrosciante dei presenti.

L'intervento arriva poi al nocciolo delle discussioni di questi giorni ed è piuttosto esplicito:"Il 15 ottobre diventa una giornata centrale se è non una sfilata ma una giornata radicale di conflitto".

Le divergenze emerse nei giorni scorsi nella preparazione del 15 ottobre si materializzano così nitidamente già in apertura di assemblea. Ancora più netto è l'intervento di uno studente del collettivo di Scienze Politiche "Parlare di conflitto il 15 ottobre non significa evocare gli scontri in piazza ma parlare di una lotta che non abbia come obiettivo la campagna elettorale".

L'intervento annuncia un appuntamento effettivamente significativo: mercoledì 12 giugno alla Banca d'Italia ci sarà un convegno con Draghi e Napolitano. Il primo autore della Lettera della Bce, il secondo sostenitore della linea dei tagli e dei sacrifici in nome della stabilità europea.

Immediatamente si anima un conciliabolìo in sala. Si tratta di decidere se trasformare questa occasione in una iniziativa non solo propedeutica al 15 ottobre ma come mobilitazione che dia il segno giusto alle proteste contro le misure antisociali del "governo unico delle banche".

L'esponente dei Blocchi Precari Metropolitani sottolinea che il 15 ottobre è una giornata di lotta europea, rivendica il "diritto ad essere arrabbiati", invita ad una mobilitazione permanente contro i provvedimenti antipopolari dei governi, a far echeggiare l'idea e lo slogan che "Noi il 15 non ce ne andiamo" e sostiene la proposta di una iniziativa di protesta alla Banca d'Italia per il 12 ottobre.

Una studentessa del collettivo universitario delle Malefiche ricorda come le misure del governo si accaniscono contro i servizi che servono alla donne tagliando ad esempio i consultori o all'innalzamento dell'età pensionabile delle donne.

Tocca poi ad Alessandro dei Cobas telecomunicazioni. Si capisce che deve in qualche modo interloquire con una assemblea che sul 15 ottobre ha maturato una valutazione molto diversa da quella sostenuta dai portavoce dei Cobas nelle riunioni preparatorie all'Arci. "Il 15 deve essere una piazza che garantisca l'agibilità per tutti.

Occorre puntare alla coesione" sostiene nel suo intervento. Un altro esponente dei Cobas della scuola intervenuto successivamente riafferma invece la linea secondo cui la "forza del 15 ottobre deve essere soprattutto nei numeri" piuttosto che in una conflittualità a suo avviso ancora minoritaria nel paese. "A Montecitorio c'erano solo 500 compagni, dovrebbero essere invece 50.000" sostiene nell'intervento, "basterebbe portarceli invece di andarsene a San Giovanni" sibila il mio vicino.

Diversamente Luca Fagiano di Roma Bene Comune trascina l'entusiasmo dell'assemblea evocando la forza dell'autorganizzazione e la coerenza nelle pratiche del conflitto.

Nel frattempo la proposta di una iniziativa per mercoledì 12 ottobre al convegno con Draghi e Napoletano alla Banca d'Italia si materializza in un comunicato dell'assemblea che dà appuntamento a tutte e a tutti mercoledì alle 15.00 al Palazzo delle Esposizioni in via Nazionale, la via che la Questura ha negato alla manifestazione del 15 ottobre proprio perché c'è la sede della Banca d'Italia. Giorgio Cremaschi, dieci giorni fa era stato costretto a tenere la conferenza stampa per presentare la campagna contro il debito sulle scale del palazzo delle Esposizioni per una divieto analogo.

L'iniziativa vorrebbe "restituire al mittente",cioè Draghi, la lettera inviata dalla Bce. Giunge all'assemblea la notizia che un gruppo di lavoratori pubblici ha occupato con un blitz la sede di rappresentanza dell'Unione Europea a Roma. L'Usb ne rivendica la paternità nel quadro delle azioni di protesta contro le misure antipopolari imposte dalle istituzioni europee. Anche l'intervento di una studentessa di Atenei in Rivolta riprende l'appuntamento del 12 ottobre alla Banca d'Italia.

"Il 15 ottobre non ci basta arrivare a Piazza San Giovanni" dice "Ci interessa occupare una piazza e non andarsene da lì per nessuna ragione". L'assemblea si conclude dunque con un primo appuntamento di mobilitazione fissato per il 12 ottobre e con un passaggio di discussione nazionale sabato prossimo (8 ottobre) al cinema Volturno occupato al quale parteciperanno molte delle soggettività e dei movimenti che si erano riuniti un mese fa, il 10 settembre, al deposito Atac occupato sul tema "conflitto e indipendenza".

La manifestazione del 15 Ottobre comincerà molto prima del previsto e non sembra volersi concludere la sera stessa del 15. Di fronte alla misure da massacro sociale imposte dalla Bce il movimento di protesta pare indicare delle vere e proprie antimisure, a cominciare dal non pagamento del debito. "Occorre riconsegnare le parole ai fatti" chiosa Paolo Di Vetta mentre ci si scioglie.

Giovedì 06 Ottobre 2011 www.contropiano.org

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Dalla lettura di questi due brani su riportati, che ho preferito trascrivere per intero  per la   lettura immediata,si evince con chiarezza come il movimento abbia ormai assunto una posizione di profondo contrasto contro tutte quelle misure di ripianamento presente o futuro del debito pubblico italiano considerate  come uno strumento di ulteriore sfruttamento e immiserimento dei giovani e delle classi popolari. Ritorna nelle  teorizzazioni il vecchio concetto ampiamente presente nel '68 della estraneità operaia e giovanile  alle problematiche di una società dominata dalle forze capitalistiche. Con l'aggiornamento del caso potremmo dire che i giovani e le classi popolari disconoscono oggi il debito e gli interessi relativi  perché si ritengono estranei alla sua formazione e lo ritengono in ogni caso prodotto dalle classi dominanti capitalistiche e finanziarie. La domanda che pongono è inoltre : se il sistema economico che ha prodotto questi disastri è il sistema capitalistico che validità può avere questo sistema?

Si può non essere d'accordo con la loro impostazione ed affermare che il debito  riguarda tutti, perché tutti in fin dei conti ne siamo stati artefici e vittime con maggiori o minori responsabilità. Si può rispondere che non esiste un sistema economico alternativo a quello attuale che risolva  tutti i problemi ; tuttavia la cosa importante da percepire al di là delle parole d'ordine espresse  è  la domanda di un cambiamento globale del senso dello sviluppo economico, degli attori che ne devono essere i protagonisti e dei processi economici e politici che lo devono animare .Il tutto a fronte di un profondo senso di estraneità rispetto ad un mondo adulto ed organizzato che li tiene  ai margini

Ricucire l'Italia,  per dirla con le parole del movimento Libertà e Giustizia, e le istanze presenti in tuto il mondo in movimento diventa a questo punto di enorme difficoltà perché non abbiamo modelli di riferimento futuri e quelli passati hanno mostrato i loro limiti.

 Di certo, questi movimenti proseguendo le critiche già portate avanti in passato dal Social forum Mondiale evidenziano la necessità che lo sviluppo e la crescita economica siano rispettose dell'ambiente in cui viviamo e contemporaneamente oggi gli  "indignados" di tutto il mondo riprendendo  le istanze della primavera araba chiedono un percorso di maggiore partecipazione della popolazione nelle scelte che la riguardano, maggiore liberrtà di espressione sul piano politico e maggiore eguaglianza e parità di opportunità in campo economico.

Il superamento della grave crisi economico finanziaria in cui siamo caduti  diventa quindi anche una crisi politica che mette in discussione i sistemi di rappresentanza e la divisione dlle ricchezze ed internazionale del lavoro fin qui operata.

Non vi sono alternative  che non passino dall'affrontare e dare una risposta significativa a queste istanze della popolazione. E' vero, sia il capitalismo che il comunismo nella loro accezione più pura  mostrano i loro segni più evidenti di decadenza. La finanziarizzazione del sistema economico occidentale ha spostato  larghi margini verso la speculazione e la  rendita sottraendoli alla produzione e arrestando la nostra capacità di sviluppo. Di pari passo la convenienza ha spinto verso la delocalizzazione di numerose attività consentendo a molti paesi sottosviluppati di crescere rapidamente ed avere maggior peso sulla scena mondiale. Ci troviamo oggi in presenza di un impoverimento del livello di vita delle popolazioni occidentali determinato sia dallo spostamento di attività e dalla riduzione della nostra competitività economica  sia a causa della eccessiva concentrazione della ricchezza in un numero sempre più limitato di persone. Tutto questo ha arrestato la nostra crescita. aumentato i nostri debiti  e posto le premesse per un declino ed impoverimento.

Non so se la soluzione consista nella modifica dei macrosistemi e se la percezione teorica di come realizzarlo sia già matura .  La mia impressione è che normalmente avvenga il contrario e cioè che le mutazioni nascano dalle esigenze portate avanti dai movimenti e dalle sintesi che si riescono a produrre nella società.

Sarà necessario ad esempio vincolare in maniera più forte che nel passato l'attività di tutte le istituzioni finanziarie perché non sottraggano risorse all'economia reale. Si potrà chiedere che gli sforzi della politica economica degli Stati tendano a privilegiare aree della cosiddetta green economy e che altrettanto avvenga sul piano energetico. Che si operi per una riduzione delle diseguaglianze all'interno della divisione internazionale del lavoro e che si diano nuove opportunità di vita e di stabilità per le nuove generazioni. Sono questi, al di là degli schemi e delle massime teorizzazioni,  le risposte che si vogliono avere e sulla base delle quali verranno giudicate le forze politiche . Certo è che , contrariamente al passato, c'è meno voglia di delegare ad altri le scelte sul proprio destino. Vi è una forte domanda di partecipazione  che viene motivata  anche con  le opportunità concesse dalle nuove tecnologie informatiche. Alcuni parlano di democrazia diretta. Io penso che comunque il processo di mediazione operato dai leaders sia utile e propositivo . Di certo tuttavia bisognerà pensare a maggiori forme di partecipazione diretta del popolo alle scelte  ed alle votazioni con maggiore frequenza rispetto al passato. In particolare, i partiti politici dovranno  attrezzarsi al cambiamento. 

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