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giovedì 27 ottobre 2011

UNA TASSA PATRIMONIALE PER RICAPITALIZZARE L'ITALIA




Quando in una qualsiasi realtà economica il costo del debito diventa molto  superiore al tasso di redditività dell'investimento ed a quello della crescita dei ricavi si rischia  che  lo stesso  diventi insostenibile e che i flussi di cassa di quell'azienda risultino negativi costringendola alla crescita ulteriore dell'indebitamento stesso.
Si instaura pertanto un circolo vizioso che depaupera progressivamente le risorse di quella realtà economica, la rende sempre più dipendente dal capitale di terzi, erode i margini di liquidità portandola inevitabilmente al Default.
Questo è quello che può succedere al nostro Paese : un costo eccessivo del debito che erode progressivamente le risorse finanziarie dello Stato , rallenta o rende negativo il PIL, richiede un ulteriore aumento dello stesso debito  che si può non riuscire ad ottenere per una crisi di fiducia nelle nostre capacità di onorarlo portandoci al Default  e trascinandoci nella povertà.
Cosa fa normalmente un'azienda sull'orlo del fallimento? Quando i debiti sono eccessivi, le vendite  ferme. e gli impegni si fanno pressanti?
Può pensare di cedere l'attività a dei terzi parzialmente o totalmente. Può pensare di chiudere
Può infine decidere di effettuare una ristrutturazione della finanza che parte da un processo di ricapitalizzazione.
Nel caso Italiano  , pensare di cedere l'attività a terzi significa pensare di vendere i pezzi forti della nostra economia allo straniero e, di fatto, ridurre la nostra autonomia nazionale.
Di certo, non possiamo pensare di chiudere l'attività.
Rimane la strada più ardua e complicata  di tentare la ricapitalizzazione della cosa pubblica, delle finanze dello Stato riducendo drasticamente il volume del  debito in valori assoluti.
Una strada meno  drastica e di più lungo respiro sarebbe quella di aspettare  di ridurre il debito pubblico attraverso la capitalizzazione dei margini prodotti dalla maggiore tassazione riveniente proporzionalmente dall'aumento del PIL ( fermo restando un ferreo controllo della spesa); tuttavia i tempi di questo processo sarebbero lunghi  ed i cosiddetti " mercati" potrebbero non essere convinti della sua bontà  continuandoci a penalizzare  con una riduzione ulteriore della fiducia nei nostri confronti.
E' necessario pertanto adottare delle misure immediate e rapide che consentano risultati decisivi.
Oltre a quanto indicato da vari commentatori sul tema delle necessarie riforme strutturali che migliorerebbero l'andamento del bilancio pubblico, desidero soffermare l'attenzione sul tema della rapida ricapitalizzazione dello Stato  ottenibile  principalmente con un'azione di carattere fiscale.
Una ricapitalizzazione che significa far ricorso alla ricchezza privata presente nel Paese  richiedendo l'intervento di chi possiede  capitali in forma sia mobiliare sia immobiliare.
 E' una richiesta che si dirige principalmente a quel 10% delle famiglie italiane che detiene il 45% della ricchezza nazionale con una media  di ca. 1,3 M di euro ciascuna.
Vi è una proposta della CGIL che parla di tassare  in maniera stabile i patrimoni del valore di almeno 800.000 euro e la stessa Confindustria insieme all'ABI , Rete Impresa Italia ed altri hanno dato la loro disponibilità perché il governo porti avanti una tassa patrimoniale  che consenta un incasso annuo di ca. 6 mld di euro  per le casse dello Stato.
Credo che bisognerebbe  fare molto di più assestandoci su di un incasso annuo di almeno ca.  12mld (corrispondenti a ca. il quattro per mille del patrimonio di 1.300.000 euro per famiglia) e prevedendo inoltre una tassa patrimoniale straordinaria immediata per un importo complessivo di almeno  400 mld ,consistente nella sottoscrizione  obbligatoria di  azioni  di  proprietà  di società dello Stato da creare allo scopo e di cui mantenere la titolarità per almeno sette anni ed il cui ricavato  sia da destinare ad una riduzione immediata del debito pubblico fino a 1500 miliardi  di euro.
Tale  società  a capitale misto, con il 51% in mano inderogabilmente allo Stato, dovrebbe essere   costituita  con l'apporto di almeno 1000 miliardi di beni del patrimonio pubblico.
La conduzione di questa società dovrebbe essere affidata alle migliori personalità economiche del Paese in modo da garantirne il buon funzionamento e la crescita della redditività in modo da premiare con opportuni dividendi gli azionisti.
La rapida e sostanziale riduzione dell'ammontare del debito potrebbe poi consentire  l'utilizzo della tassa patrimoniale annuale  per lo stimolo dello sviluppo prevedendone la destinazione di una parte alla contestuale riduzione della tassazione sul lavoro  con possibile immediato effetto positivo sulla domanda aggregata, per il rifinanziamento e contestuale spostamento degli ammortizzatori sociali a sostegno dell'introduzione del  progetto " Flexsecurity"( proposto dal prof. Ichino e con le integrazioni prodotte dal Circolo PD online " Libertà è Partecipazione" nel suo documento" una proposta per il lavoro")   e destinandone la parte rimanente  anche in questo caso per la  sottoscrizione obbligatoria settennale di azioni di società di nuova costituzione per la realizzazione di alcuni grandi interventi per la crescita e lo sviluppo e per il rifinanziamento del Fondo di garanzia per le PMI , del Fondo Italiano d'Investimento incrementando anche l'intervento di  venture capital a favore delle  Start up.
Penso ad esempio  a società a capitale misto (51% in mani stabili dello Stato) per sviluppare adeguatamente  e direttamente la ricerca scientifica o per gestire in maniera economica il patrimonio artistico o per nazionalizzare gli stabilimenti Fiat italiani gestendone poi direttamente la produzione o per realizzare autostrade del mare che permettano di gestire  e sviluppare i collegamenti e  i trasporti dall'Europa verso i paesi africani che si affacciano sul mediterraneo.
Le proposte possono essere tante e varie ma il nucleo centrale è quello di legare un grande sacrificio  richiesto ad una parte della popolazione più ricca non privandola definitivamente dei propri averi ma dandogli l'opportunità di partecipare al risanamento ed allo sviluppo dell'Italia.

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