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domenica 27 gennaio 2013

Le proposte di Confindustria ed il Piano del lavoro della CGIL

Nell'ultimo periodo le proposte in campo, volte ad individuare le possibili misure per rilanciare la crescita economica del nostro Paese, si sono arricchite con quelle organicamente prodotte da Confindustria e dalla CGIL con il suo "Piano per il lavoro".

Mentre Confindustria pone l'accento sulla necessità di recuperare competitività attraverso una sostanziale riduzione del costo del lavoro, unito ad un alleggerimento della pressione fiscale sui redditi più bassi e sulle imprese, la CGIL sottolinea la necessità del ruolo pubblico nel sostegno ed indirizzo all'attività economica del Paese, con un incremento della spesa pubblica rivolta alla creazione diretta di occasioni di lavoro per i giovani e di facilitazioni alle aziende private.

Entrambe le proposte richiedono, inoltre, un piano di riforme che vada nel senso del miglioramento dell'attività della Pubblica Amministrazione, dello sviluppo della ricerca ed innovazione e del sostegno alla spesa per infrastrutture.

All'interno del programma proposto da Confindustria, viene richiesto espressamente un recupero di competitività attraverso l'abbattimento dei costi ed il sostegno degli investimenti Si chiede pertanto:

a)     il pagamento immediato di 48 miliardi di debiti commerciali accumulati da Stato ed enti locali,

b)     la riduzione dell'8% del costo del lavoro nel manifatturiero e la cancellazione

per tutti i settori l'IRAP che grava sull'occupazione;

c )   lavorare 40 ore in più all'anno, pagate il doppio perché detassate e decontribuite;

d)  ridurre l'IRPEF sui redditi più bassi e aumentare i trasferimenti agli incapienti;

e)   aumentare del 50% gli investimenti in infrastrutture;

f)       sostenere gli investimenti in ricerca e nuove tecnologie;

g)      abbassare il costo dell'energia

 

Le risorse necessarie sono individuate sostanzialmente nella riduzione e diversa destinazione della spesa pubblica,utilizzando quanto è possibile ricavare dalla dismissione del patrimonio pubblico ed armonizzando le aliquote ridotte IVA  in vista di rimodulazione delle stesse in ottica UE. Viene inoltre richiesta la riforma del  Titolo V della Costituzione riportando allo Stato le competenze su materie di interesse nazionale e riducendo i livelli di governo.

L'esigenza di un recupero di competitività del sistema, attraverso una riduzione del costo del lavoro,  non deve farci dimenticare  le necessarie contropartite,  che non possono esaurirsi solo nella richiesta dello sgravio IRPEF nei confronti dei redditi più bassi; ma, anche, in tutto quello che riguarda  la fine della eccessiva precarizzazione del lavoro utilizzato, nei fatti, per ottenere una riduzione di costo. Bisogna ottenere anche delle garanzie rispetto alla ripresa degli investimenti privati.

Per altri versi, la prima cosa che  convince, invece, nella presentazione del " Piano del lavoro " della CGIL è il richiamo ad una ripresa della crescita che non può essere trascinata esclusivamente da un aumento delle esportazioni; ma, anche, dal sostegno alla domanda interna. Il nostro è un paese avanzato che deve essere in grado di avere una base industriale larga e avanzata oltre ad un sistema di servizi moderno. La caratteristica di un paese come il nostro è lo scambio di merci e servizi della medesima tipologia con gli altri paesi avanzati : La crescita del saldo attivo della bilancia commerciale è un obiettivo importante ma accanto ad esso bisogna realizzare un miglioramento complessivo del livello di vita soprattutto di vaste aree del paese in condizioni di sottosviluppo e di vaste aree della popolazione. Parlare pertanto di redistribuzione delle ricchezze diventa elemento essenziale dello sviluppo . In tal senso gli accenni ad una riforma fiscale che consenta di alleggerire il peso sui redditi più bassi, sul lavoro  e sulle imprese sembra essere rilevante.

Ma vediamo, in concreto,  su cosa poggerebbe  la possibile  riforma fiscale proposta dalla CGIL?

a) piano strutturale di lotta preventiva all'evasione/elusione fiscale e contributiva e al sommerso. Si può programmare una riduzione dell'evasione fiscale e contributiva del 10% nel 2014 e del 20% nel 2015, anche prevedendo specifiche e vincolanti poste di Bilancio all'interno delle Leggi di finanza pubblica;

Ottenere un risultato di questo genere non sembra di facile realizzazione. Rimango dell'idea che per recuperare in maniera importante l'evasione bisognerebbe agire su tre fronti:

1)introdurre un vantaggio per il contribuente alternativo all'evasore ( possibilità di scaricare una percentuale di tutte le spese documentate )

2)rendere possibile l'emersione del lavoro nero nelle aree sottosviluppate del paese

3)attaccare d'iniziativa l'economia della criminalità organizzata .

Nei tempi brevi, non si può programmare con una buona approssimazione  la copertura della spesa pubblica in base ad un andamento diverso della lotta all'evasione.

b)introduzione dell'Imposta strutturale sulle Grandi Ricchezze (IGR), a sostituzione dell'IMU;

Sarebbe utile conoscerne meglio i meccanismi attuativi prima di esprime un giudizio.

c) rendere più efficace la Tassa sulle Transazioni Finanziarie internazionali (TTF), soprattutto per ridurre drasticamente la speculazione finanziaria di breve durata (quella che mette in difficoltà anche i debiti sovrani), che per sua natura ha bisogno di fare molti movimenti finanziari, e liberare risorse per gli investimenti "reali", che generano crescita e occupazione;

Va bene questo richiamo all'applicazione della TTF. Relativamente all'inasprimento della tassazione sulla rendita finanziaria sarebbe utile il ripristino dell'aliquota del 27% sugli interessi dei depositi bancari e postali. Bisognerà inoltre vedere se il nuovo bollo sui depositi titoli  con decorrenza gennaio 2013 darà i risultati auspicati. Un'altra iniziativa da realizzare potrebbe essere quella di  tassare in maniera secca ( 30%)l'utile attualizzato conseguito dalle istituzioni finanziarie e Banche  sulle operazioni di  derivati stipulate con la clientela. A regime , da questa serie di misure ,si possono ottenere almeno 3/4 miliardi.

d) in alternativa all'aumento dell'IVA previsto dal Governo, che ha un carattere regressivo e fa crescere l'inflazione, si può aumentare l'imposizione sulle rendite finanziarie (ora al 20%,esclusi titoli pubblici), ancora al di sotto della media effettiva europea;

Mi sembra che quanto detto  in precedenza non consenta ulteriori margini.

e) introduzione di tasse ambientali coerenti con l'indicazione europea in base alla quale "chi inquina, paga" (emissioni CO2, produzione di rifiuti tossici, consumo di combustibili fossili)e con la previsione di dinamiche premianti

Da verificare le forme attuative e le risorse ottenibili.

f) progressività dell'imposizione e riduzione della prima fascia e di un'intermedia

Discorso possibile e condivisibile. Si possono recuperare almeno sei miliardi attraverso una maggiore imposizione progressiva  a partire dai redditi superiori a 75.000/100.000  euro annui e fino a quelli superiori, da destinare ad una riduzione di almeno tre punti percentuali sui redditi più bassi.

Queste misure  di riordino fiscale  costituiscono una delle  assi portanti  del reperimento delle risorse necessarie. Accanto a questo tuttavia,  nel piano del lavoro,  la CGIL individua ancora delle altre opportunità utili al reperimento di ulteriori mezzi finanziari:

1) riduzione dei costi della politica e degli sprechi e redistribuzione della spesa pubblica possono produrre almeno 20 miliardi di euro di risparmi strutturali;

E' da verificare il reale impatto annuo del risparmio di spesa possibile con la destinazione a nuovo e diverso impiego. 20 miliardi mi sembrano una cifra molto alta. Mi accontenterei di reperire da questo processo di riforma risorse per 5/8 Miliardi .

2) riordino, agevolazioni e trasferimenti alle imprese, per recuperare almeno 10 miliardi;

Su questo campo mi sembra che l'obiettivo principale sia quello di indirizzare meglio la spesa specialmente  orientandola verso una riduzione generalizzata del carico IRAP relativo al costo del lavoro.

3) utilizzo di una parte delle risorse delle fondazioni bancarie (verso "valori collettivi e finalità di utilità generale", così come previsto dall'ordinamento italiano, L. 218/1990), soprattutto per il Piano per il Nuovo Welfare;

Un possibile anche parziale disimpegno finanziario delle Fondazioni dal sistema bancario, sostituite dall'arrivo di capitali stranieri o privati, metterebbe a disposizione di operazioni sul territorio nuove risorse.

4) utilizzo programmato dei Fondi europei;

Anche questo punto è interessante . Ad esempio  anche le  proposte del Sen Ichino  sul punto lavoro dell'Agenda Monti  presuppongono l'utilizzo dei fondi sociali europei con un coordinamento su base regionale.

5) scorporo degli investimenti dai criteri di applicazione del Patto di Stabilità e Crescita;

Possibile ed auspicabile una forte azione in tal senso. Bisogna  far presente  anche in sede europea la necessità che la spesa per investimenti sia accettata ed esclusa dalla misurazione del debito.

6) utilizzo dei Fondi pensione attraverso progetti per favorire la canalizzazione dei flussi di risparmio verso il finanziamento degli investimenti di lungo periodo, garantendone i rendimenti previdenziali;

Molto interessante da realizzare con appropriate capacità d'iniziativa e di coinvolgimento in grandi progetti nazionali secondo la modalità del project financing

7) la Cassa Depositi e Prestiti, sull'esempio della Caisse des Dépots francese, deve consolidare la missione di utilizzare le sue emissioni obbligazionarie di lungo e lunghissimo termine per attirare i capitali, oltre l'orizzonte temporale degli operatori tradizionali, su progetti di sviluppo e infrastrutturali per investimenti strategici e di lungo periodo sia per le PP.AA. che per le Società industriali, diventando così uno dei soggetti essenziali per l'innovazione e la riorganizzazione del Sistema Paese.

Sono assolutamente d'accordo . La Cassa e Depositi Prestiti  può essere il possibile finanziatore, insieme a Fondi pensione, Fondazioni e Banche ,di dieci grandi project financing d'interesse nazionale.

Relativamente poi all'utilizzo dei fondi recuperati penso che una spesa nei confronti dell'innovazione , delle infrastrutture,degli interventi sul territorio ed il welfare siano utili anche perché intervengono su settori in cui potremmo essere meno esposti alla concorrenza internazionale.In questo senso un aiuto all'occupazione in questi settori con sgravi fiscali alle aziende private o riapertura delle assunzioni pubbliche è da considerare positivamente.

In ultimo, ma non per ultimo, bisognerebbe che nei futuri programmi di governo si tenessero ben presenti  le richieste di Confindustria per la riduzione del costo del lavoro e del carico fiscale sull'IRAP per tutti i settori valutando i margini possibili per porre a carico della fiscalità generale parte degli oneri contributivi e della tassazione  La riduzione del costo del lavoro è insieme all'innovazione condizione essenziale per il recupero di competitività del sistema.Lo sviluppo della contrattazione di secondo livello , la detassazione del lavoro straordinario  e dei premi di produzione potrebbero consentire un ulteriore passo avanti nella direzione della produttività.

Per finire mi sembra condivisibile la critica all'abbattimento del costo generale del lavoro realizzato solo attraverso l'uso indiscriminato del lavoro precario. Le conseguenze in termini di socialità conplessiva sono altissime ed insopportabili. Ben diversa è l'esigenza di assicurare la corretta mobilità della forza lavoro verso gli impieghi più produttivi  utilizzando  adeguati ammortizzatori sociali per assicurare al lavoratore il massimo della sicurezza ed un adeguato servizio utile al "replacement" nel lavoro. Deve essere messo un forte argine che scoraggi l'uso distorto dei contratti atipici che di fatto spreca e distrugge lo sviluppo delle professionalità .

Riprendendo i vari discorsi in campo darei invece ulteriore risalto ad un utilizzo della dismissione del patrimonio pubblico che opportunamente organizzato potrebbe dare risorse annue di almeno 5/10 miliardi. Questa proposta  contenuta nel programma di Confindustria  mi sembra interessante   perché, invece di utilizzarlo per la riduzione immediata dello stock del debito pubblico, punta a sostenere lo sviluppo ottenendo poi nel tempo , grazie alla crescita del PIL il miglioramento del suo rapporto col debito.

Complessivamente da tutte le proposte fatte potremmo recuperare con molta probabilità complessivamente ca. 20 miliardi di risorse  che potrebbero trovare impiego sia parzialmente  nei programmi di sostegno all'investimento ed all'occupazione presenti nel programma CGIL sia nell'obiettivo della riduzione del costo del lavoro e della tassazione delle imprese. Accanto a queste operazioni si potrebbero aggiungere quelle che potrebbero essere messe in gioco grazie all'azione della Cassa depositi e prestiti, i Fondi pensione, Le Fondazioni e le Banche per il finanziamento di dieci grandi project financing nazionali nel campo delle infrastrutture ed anche nei casi possibili della ricerca applicata.

 

 

 

 

 

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