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sabato 24 novembre 2012

Crescita, Banche e Garanzia dello Stato

Una delle principali preoccupazioni che ostacolano la ripresa produttiva del nostro paese è data dalla difficoltà del reperimento delle risorse.

Pur in un momento in cui intravediamo una capacità delle nostre aziende esportatrici di essere ben vive e presenti nel mercato globale (come viene evidenziato dal ritorno all'attivo della nostra bilancia commerciale) l'alto costo del denaro e la difficoltà ad ottenerlo rendono difficili gli investimenti. Nella situazione italiana, oltre alla mancanza d'investimenti esteri   e del contenimento della spesa pubblica, ci troviamo ad affrontare anche una situazione del credito non soddisfacente.

Non che vi siano dubbi sulla solidità del nostro sistema bancario, (tanto che l'intervento delle ricapitalizzazioni pubbliche nel nostro paese è stato pari solo allo 0,2% del PIL e di molto inferiore a quanto è stato sostenuto da paesi come la Gran Bretagna, la Germania, la Francia ecc.) ma per la difficoltà di svolgere il ruolo proprio di assicurare un flusso adeguato di credito alle imprese.

Di certo, non è stata sufficiente l'immissione di liquidità da parte della BCE con l'operazione di prestito triennale all'uno per cento, che è stata utilizzata dalle banche contraenti quasi esclusivamente per sostenere i titoli pubblici italiani. Né si può considerare favorevole l'attuale situazione di mercato che induce alla prudenza per via dell'aumento significativo delle insolvenze. Anche la riduzione dei margini sui servizi e sull'intermediazione non consente di ottenere, attraverso una capitalizzazione degli utili non distribuiti, maggiori risorse a disposizione. Le indicazioni dell'EBA sulla necessità di un maggiore patrimonio responsabile vengono inoltre a cozzare con le minusvalenze patrimoniali realizzate sul corso dei titoli di stato in portafoglio. Siamo pertanto in una situazione in cui il sistema bancario sembra orientato verso una selezione prudenziale della clientela, una riduzione complessiva del profilo del rischio dei propri crediti ed un alto livello del costo del denaro, che si discosta dall'andamento dell'euribor e risulta condizionato sia dal rendimento dei titoli pubblici sia dal costo dell'approviggionamento all'interno del mercato interbancario.

Uno degli strumenti che in questo momento consentono alle imprese di poter alleggerire questo quadro, così privo d'opportunità, è rappresentato dall'intervento del Fondo di Garanzia per le PMI.

Lo strumento è stato istituito con la legge 662 del 1996 con l'obiettivo di sostenere lo sviluppo delle PMI, tramite la concessione di una garanzia pubblica a fronte di finanziamenti concessi dalle Banche, anche per investimenti all'estero. Secondo le indicazioni dello stesso Ministero dello Sviluppo economico" Il meccanismo di funzionamento del Fondo genera un importante effetto leva, in grado di agire da moltiplicatore delle risorse pubbliche, per cui risulta essere uno strumento di politica industriale efficace che presenta un rapporto costi/benefici superiore a qualsiasi altra agevolazione: con un euro di dotazione del Fondo, al sistema imprenditoriale arrivano 16 euro. È, inoltre, un fondo rotativo, che si alimenta autonomamente per effetto del graduale rimborso dei finanziamenti e in grado di garantire un numero elevato d'imprese.Essendo il tasso di default pari a circa il 2% del totale delle operazioni, la maggior parte dei fondi destinati alla copertura della garanzia rientrano e possono essere messi a disposizione d'altre imprese."

L'utilizzo del Fondo permette al sistema Bancario di ottenere sui finanziamenti concessi alle imprese, una garanzia d'ultima istanza dello Stato, normalmente sino al 60%.  che opera in caso d'inadempimento da parte del Fondo per tutti gli impegni assunti a titolo di garante, controgarante e cogarante, attivando il meccanismo della ponderazione zero che permette alle banche di ridurre l'importo degli accantonamenti a titolo di rischio.

In poche parole il peso del finanziamento concesso non incide nel rapporto con il patrimonio responsabile della banca concedente, permettendole maggiore libertà operativa. Da questo ne scaturisce l'effetto leva aumentato anche grazie all'azione d'intermediazione rispetto al sistema bancario svolto dai Confidi. A fronte della controgaranzia statale, in alcuni casi i confidi aggiungono la loro garanzia permettendo la dilatazione del plafond concedibile. Anche adottando i criteri più prudenziali possibili rispetto a quanto affermato dagli esperti del Ministero dello Sviluppo Economico, l'effetto leva non potrà essere inferiore ad almeno dieci volte il plafond del Fondo, rifinanziato nel giugno di quest'anno sino  a due miliardi di euro.  Tale importo in considerazione della garanzia del 60% dei fidi concessi comporterebbe un possibile ammontare dei finanziamenti concessi  pari a ca. 3,4 miliardi. Trattandosi di Fondo rotativo, se a fronte di queste erogazioni considerassimo poi una possibilità d'insolvenza del 10% (superiore di cinque volte a quanto indicato dal Ministero ) potremmo ipotizzare di concedere finanziamenti pari ad almeno dieci volte il plafond a disposizione e quindi per lo meno di 20 miliardi di nuovi finanziamenti a fronte dei due miliardi di plafond del fondo di garanzia iniziale.

L'utilizzo del fondo   è particolarmente conveniente nel caso di:

a) soggetti beneficiari ubicati nei territori delle regioni del Mezzogiorno;

b) imprese femminili;

c) piccole imprese dell'indotto d'imprese in amministrazione straordinaria, relativamente alle operazioni di finanziamento di durata non inferiore a cinque anni, dirette alla rinegoziazione e al consolidamento dei debiti nei confronti del sistema bancario, nonché a fornire alle medesime imprese la liquidità necessaria per il regolare assolvimento degli obblighi tributari e contributivi.

In questi casi la garanzia può arrivare sino alla misura massima dell'ottanta percento dell'ammontare delle operazioni finanziarie, comunque finalizzate all'attività d'impresa.

E' abbastanza interessante inoltre la possibilità di ottenere un intervento sino al 60%   a garanzia d'operazioni d'acquisizione di partecipazioni di minoranza complessivamente fino a 50 milioni di euro di ammontare garantito. Le suddette partecipazioni garantite dal Fondo devono essere detenute per un periodo non inferiore a 24 mesi e non superiore a sette anni, pena la decadenza della garanzia.

La garanzia del Fondo può inoltre essere concessa sino al 70% delle operazioni di anticipazione finanziaria accordate  ai soggetti titolari di credito  nei confronti della Pubblica Amministrazione, senza la cessione dello stesso.

E' facile intuire come la destinazione di ulteriori risorse al potenziamento del Fondo, anche in presenza di un effetto leva più modesto di quello ipotizzato dal Ministero dello Sviluppo Economico, può avere un effetto di stimolo degli investimenti produttivi molto importante. Questo specie in considerazione dell'estrema frammentazione del mercato considerato, costituito da quel settore PMI ( con fatturato non superiore a 50 milioni di euro) che rappresenta l'ossatura del sistema produttivo italiano.Un aumento di dieci miliardi  potrebbe consentire la concessione di finanziamenti per almeno cento miliardi che avrebbero un effetto non trascurabile  sulla crescita del Paese e dell'occupazione.

 

 

 

 

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