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martedì 7 settembre 2010

Fini a Mirabello

 

 

E' un discorso importante quello che in  mezzo ad un'emozione profonda è stato pronunciato da Fini a Mirabello.  Non è stato un colpo di teatro concesso alla platea! Ho l'impressione che la difficoltà del momento, la persecuzione al suo nucleo familiare, il calore del suo popolo lo abbia per un attimo commosso e rafforzato nelle  convinzioni.

Ha spesso detto che se un uomo non combatte per le sue idee  o queste non valgono molto  oppure è l'uomo che non vale niente. Fini in quel momento voleva dimostrare che non era presente nessuna delle due ipotesi.

A Mirabello ha sentito  la presenza della continuità con il suo passato, quello che lo portava fino alla sua designazione da parte di Almirante , continuità materializzatasi con la presenza fisica di Tremaglia.

Mirabello è stato per un giorno la capitale della politica italiana , il luogo a cui tutti hanno guardato per capire la situazione attuale e le sue possibili evoluzioni. La risposta di Fini  è stata quella della ricerca della chiarezza sia nei confronti dell'interpretazione di quello che è successo sia di quello che accadrà.

 Che cosa è accaduto? L' espulsione dal PDL come  atto illiberale di repressione della dialettica interna e della diversità.

Con la negazione del diritto di critica e di diversità di opinione  per  Fini viene codificata la fine del progetto  PDL. Un progetto di partito di cui rivendica la primogenitura, ma di cui amaramente prende atto della morte.

Se il PDL sembra aver tradito la sua progettualità questo non significa che le motivazioni da cui era sorto fossero sbagliate. Fini, anzi, rivendica il diritto di rifarsi non solo alla tradizione della Destra italiana ma anche a quella della recente esperienza di costituzione del PDL per portare avanti fuori dal terreno del partito, dove non è più possibile rientrare, un progetto di fondazione di una nuova destra di stile europeo ". Abbiamo diritto alla diversità sia sulle scelte interne al partito sia sulle scelte del Governo"a cui riconosce il merito di aver saputo contrastare con successo la crisi finanziaria. Ma con quali conseguenze, si domanda? Erano necessari dei tagli alla spesa pubblica ma era giusto procedere con tagli lineari,  che hanno mortificato le risorse destinate alle forze di polizia ed alla scuola? Possiamo sopportare i costi del federalismo senza chiederci quale e come sarà definito il costo standard dei servizi sociali? La nostra società, che prospera anche sulla collaborazione del lavoro degli immigrati, può permettersi il lusso di non integrarli, quando siamo in presenza di famiglie oneste e operose?

Se queste questioni sono state sollevate , aggiunge Fini, questo non è stato un continuo stillicidio di critiche bensì il tentativo di mettere al centro del dibattito del  PDL e del Governo dei problemi di enorme attualità.

E' vero, rientrare nel PDL non è più possibile; ma,  aggiunge Fini, c'è la piena disponibilità ad accettare i cinque punti d'iniziativa del governo su cui Berlusconi chiede un'immediata fiducia e procedere ad un patto di stabilità che consenta a questo governo di proseguire fino alla fine della legislatura a patto di poter discutere sule modalità concrete ed operative.

La proposta di Fini non si limita comunque esclusivamente  ad un patto di legislatura sui punti richiesti da Berlusconi  perché egli ritiene che il  carnet del Governo debba essere riempito dai temi dell'economia ed in particolare dagli obiettivi di crescita del Paese attraverso un  patto nuovo fra capitale e lavoro per incrementare la produttività delle nostre imprese e la loro competitività internazionale.

 E' necessario  inoltre il contemporaneo sostegno delle famiglie con il quoziente familiare.

 I giovani sono un problema enorme che affligge il Paese. In particolare è necessaria una politica di sostegno ai giovani realizzando  un patto tra le generazioni che consenta un loro inserimento  nella società ed adeguate prospettive di vita e di sicurezza.

In ultimo rivendica una diversità profonda che spiega le ragioni della urgenza della presa di distanza da Berlusconi. Il Garantismo  non può essere la ricerca dell'impunità permanente. Berlusconi ha diritto di governare ma bisogna trovare tutti insieme gli strumenti giuridici per consentirglielo senza  per questo ledere il principio della generalità della giustizia e senza attaccare le istituzioni della Repubblica. La magistratura è un caposaldo della vita istituzionale italiana anche se è possibile che vi siano alcuni magistrati  che operano sulla base della propria appartenenza politica. Dovere della classe politica è il rispetto delle Istituzioni e l'assunzione di un comportamento etico che sia di esempio per tutti.

E' necessaria  una stagione delle riforme che migliori il ruolo delle Istituzioni  eliminando gli sprechi,  migliorandone la funzionalità. Si modifichi la legge elettorale dando agli elettori la possibilità  di scegliere i propri rappresentanti..

Il 29 luglio è finito il PDL che avevamo pensato, dice Fini: Non si rientra si va avanti  per le proprie idee. Si va avanti per la ripresa dei valori del PDL senza ribaltoni e senza cambi di campo. D'accordo per i cinque punti  ma rivendicando il diritto di discutere e ragionare.

Fini, rivendicando le sue radici di destra,  progetta il futuro chiedendo alla politica il compito di indirizzo e di guida dell'interesse generale della società. Un richiamo forte alla responsabilità ed al merito senza di cui il declino è alle porte.

Rispetto delle regole come unica possibilità  per la politica  di trovare soluzioni anche condivise sui problemi sociali . Avversari politici e non nemici  con cui confrontarsi nell'interesse generale della nostra società.

Questo è il senso della proposta  politica di un gruppo che cerca spazio,  probabilmente insieme ad altre forze di centro, e rivendica un ruolo dirigente nella società (da destra).

Un discorso ampio e di larghe vedute con un senso di speranza e di futuro che non a caso è un termine che ricorre in tutte le fasi organizzative del gruppo di Fini ( Fondazione Fare futuro, Gruppo parlamentare Futuro e libertà). Sicuramente un discorso che apre, se non a delle precise alleanze, ad una fase della politica che si ponga l'obiettivo di effettuare delle grandi  trasformazioni della realtà italiana  e di  ripristinare dei comportamenti etici .

Le forze di opposizione sono avvisate : il nuovo soggetto politico, che si va prefigurando,  è degno d'attenzione.

 

Roma, 7 settembre 2010

 

Giuseppe Ardizzone

 

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