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lunedì 20 settembre 2010

VELTRONI ED IL BIPOLARISMO

 

 

In questi giorni, di fronte  ad un dibattito all'interno del  PD che somiglia molto ( anche se diversissimo)  a quello scoppiato nel PDL mi sono chiesto il perchè di questa sensazione di somiglianza. In ambedue i casi vi è la richiesta di un maggiore dibattito interno che può trovare le origini proprio nel modo particolare in cui i due partiti sono nati: troppo velocemente e con tante questioni solo rimandate. Questo è particolarmente vero nel nostro caso, Quanti all'interno del PD riconoscono di lottare per  un modello ideale di società che vada oltre quello proposto dalla tradizione socialista e  dei cattolici popolari?. Quali sono i suoi capisaldi? Troppo poco se ne è discusso; ma non solo nel PD, anche all'interno del dibattito culturale  del nostro Paese. Prodi è uscito dalla scena politica……e non è normale....Rutelli ( uno dei fondatori) ha lasciato il partito............ e non è normale....Veltroni dopo la sconfitta  ha lasciato tutto.................e non è normale .

Adesso che ritorna ha commesso mille errori e per me il più imperdonabile è che non abbia avuto  prima il coraggio di battersi per le sue idee. Tuttavia, anche nel suo intervento c'è un malessere reale  condiviso da più parti( elettori, simpatizzanti,  molti esponenti  del partito da Civati a Marino e Renzi ad altri ancora).

Questa incapacità di confronto fra le culture ha fatto si che invece di essere un patrimonio  questo aspetto diventasse una paralisi e lo vediamo su tutti i temi importanti. Il partito è troppo morbido ...non prende mai posizioni rivoluzionarie ( nel senso di posizioni  che richiedono un  profondo cambiamento dele situazioni) ............non riesce così a trascinare le coscienze.

Un altra questione è rappresentata dal fatto che i luoghi del partito stentano ad essere luoghi di confronto ideale e politico. I circoli territoriali non raccolgono, se non attorno ai problemi locali, le persone, i circoli tematici o d'ambiente non sono pubblicizzati e non sappiamo niente della loro attività ( mancanza d'informazione) . I circoli on line che rappresentano una bella occasione di crescita e di dibattito ( come stiamo sperimentando direttamente) non sono pubblicizzati e abbiamo dovuto scovarli nelle pieghe di internet. I forum tematici  che potrebbero essere delle fucine di lavoro o sono fermi o sono limitati agli addetti ai lavori ( concordo sul fatto che siano disciplinati ma senza renderli elitari). Il dibattito fra i leaders e le diverse posizioni non diventa vita del partito su cui sviluppare il dibattito ma resta  in formato mediale. Chi decide cosa e chi?

Problemi diversi ( dal PDL) ma simili derivanti dalla  mancanza di una vera e consolidata vita di partito e della presenza stimolante dei cosiddetti compagni di strada ( vecchia definizione degli intellettuali dell'area PCI).

Ultima questione : la vocazione maggioritaria e/o il sistema delle alleanze. Si scontrano qui due concezioni  che non possono che richiamarsi alle legge elettorale desiderata ma soprattutto al tipo di Repubblica che auspichiamo. Siamo in mezzo ad un guado da cui bisogna uscire in un senso o nell'altro . un partito a vocazione maggioritaria non può che guardare al bipolarismo che a sua volta non può non volere un potere esecutivo eletto direttamente dal popolo ( presidenzialismo alla  francese, americana ecc) . Dall'altro lato l'ipotesi prevalente è quella tedesca che non ha bisogno del bipolarismo ma di pochi partiti presenti in Parlamento scelti su base proporzionale e che abbiano superato la soglia stabilita. Anche qui bisogna scegliere  e in fretta ma coinvolgendo la base del partito.

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