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mercoledì 7 ottobre 2020

MIGLIORIAMO IL REDDITO DI CITTADINANZA


 

La prima questione che porrei    all'interno del reddito di cittadinanza è quella degli ex percettori del REI  per cui riproporrei la stessa elargizione prevista in passato senza ulteriori  impegni  sul fronte della ricerca di lavoro.

Il discorso cambia per tutti gli altri : Giovani in cerca di prima occupazione , persone in continua alternanza con lavori precari , persone che hanno esaurito il NASPI e sono in situazione di disoccupazione di lunga durata ecc ecc.

In questo caso  si dovrebbe trasformare il  reddito di cittadinanza  in “lavoro di cittadinanza”  con l'obbligo pertanto della prestazione di almeno 30 ore settimanali di lavoro socialmente utile e 10 ore di frequenza e/o disponibilità per la formazione e ricerca di lavoro. 

Creiamo squadre di lavoro  che operino per  la realizzazione di nuove case popolari, riconversione e lavoro nei terreni pubblici abbandonati, difesa dell’ambiente, servizi sociali ai disabili, alle famiglie, apprendistato in professioni di cui si hanno particolari competenze  ecc. ecc. Un’occasione d’ingresso al lavoro, di socializzazione e d’integrazione insieme per lavoratori italiani disoccupati( prima occupazione , scaduto il sussidio naspi e disoccupazione di lunga durata, lavori saltuari ) e per immigrati ( obbligo di prestazione di lavoro anche se in attesa di definizione della propria condizione  e promessa dopo due anni della cittadinanza). Un lavoro sociale temporaneo in attesa dell' inserimento nel mercato del lavoro  a tempo indeterminato. 

Dal mio punto di vista  il reddito di cittadinanza non dovrebbe essere perso in caso di accettazione di lavoro saltuario  e a tempo determinato ma solo ridefinito l'importo erogato.  Ritengo inoltre importante la lotta per l'introduzione in  italia del salario minimo e di un costo del salario orario per il lavoro a tempo determinato o parziale  superiore di almeno il 30% del lavoro a tempo indeterminato. 

Faccio notare che l'impostazione proposta riguarda solo ed esclusivamente una situazione da considerare transitoria in attesa di un inserimento nel mercato del lavoro pubblico o privato che deve avvenire il prima possibile con politiche del lavoro dedicate.

La questione che io solleverei è l'impossibilità di continuare ad avere come riferimento per l'erogazione del sussidio il reddito familiare, pur con tutte le indicazioni di equivalenza: Questo effettivamente è un controsenso che renderebbe troppo sottopagate le persone dello stesso nucleo costrette e prestare almeno le 30 ore settimanali previste. Va fatto un tentativo immediato per porre un riferimento personale e non familiare all'erogazione del reddito di cittadinanza, tenendo presente nel calcolo dell'equivalenza i minori a carico, oltre a mantenere il sussidio dei 280 euro ulteriori per l'integrazione all'affitto.

Non nascondo che tutto questo può comportare maggiori risorse finanziarie da destinare alla misura del reddito di cittadinanza -lavoro; ma, allo stesso tempo, ritengo che questa misura , nella fattispecie proposta, consentirebbe a tante persone di avere l'orgoglio di partecipare in maniera immediata, seria ed organizzata al benessere della società in cui vivono.

Sarebbe un immediato strumento d'integrazione sociale anche nei confronti degli extracomunitari e in ultima istanza permetterebbe anche allo Stato , se fosse in grado di organizzare bene queste risorse lavorative, di ottenere degli introiti reddituali da destinare obbligatoriamente all'incremento del plafond finanziario destinato a questa operazione.


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