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giovedì 25 marzo 2021

OLTRE IL JOBS ACT ED IL RIPRISTINO TOUT COURT DELL'ART.18

 



Penso che dovremmo andare oltre lo Jobs Act ed anche oltre  il desiderio di ripristinare l'art. 18 dello Statuto dei lavoratori.

Dovremmo essere capaci di coniugare la flessibilità del lavoro, richiesta dalle aziende per ottimizzare la loro capacità produttiva e migliorare la loro concorrenzialità nel mondo, con la sicurezza , stabilità e professionalità del lavoratore di cui deve farsi carico l'intera comunità.  Mi era piaciuto il termine Flexsecurity perché univa questi due concetti  in una sola proposta.

Quella che non mi piace è la sua modalità di applicazione  in Italia e le sue conseguenze sul lavoratore.

Dobbiamo cercare di guardare oltre a quanto è già stato fatto  e quindi porre la continuità della condizione lavorativa e lo sviluppo della professionalità del lavoratore, attraverso una formazione permanente, come uno dei compiti fondamentali di una comunità e dell'amministrazione dello Stato.

 La prestazione del lavoro parziale , stagionale  ecc. può essere assicurata alle aziende private da parte dello Stato che fornirà al bisogno la forza lavoro necessaria . Questa, invece, è bene che abbia un rapporto di lavoro continuativo con l'amministrazione pubblica o, su propria momentanea scelta, anche parziale o temporaneo.

 Normalmente inquadrato a tempo indeterminato nell'amministrazione pubblica, il lavoratore potrà essere utilizzato dalla stessa per far fronte a contratti  con le aziende private legati a prestazioni temporanee, occasionali  o parziali.

In un quadro del genere, ovviamente, l'azienda privata non potrà che assumere personale solo a tempo indeterminato con la possibilità di licenziarlo solo per motivi economici o giusta causa. In tal caso, scatteranno a protezione del lavoratore  tutte gli ammortizzatori sociali attualmente previsti  come il Naspi ,compreso un  contratto di ricollocazione sul mercato  delle aziende private .

E' importante che  in caso di disoccupazione di lunga durata o in caso di  inoccupazione, il lavoratore possa scegliere fra il  godere di un reddito di cittadinanza,  introducendo contemporaneamente  l' obbligo  di prestazione lavorativa di almeno trentasei ore settimanali nell'amministrazione pubblica, o richiedere l'assunzione continuativa sempre all'interno dell'amministrazione dello Stato.

Questo comunque comporta una maggiore attenzione alla meritocrazia  ed all’efficienza del settore pubblico  prevedendo anche in questo ambito differenze di trattamento individuali in relazione alla produttività anche  a parità di mansione ed inevitabilmente anche il demansionamento  e la sospensione dello stipendio per gravi inadempienze. Il settore pubblico dovrebbe essere capace di lavorare per obiettivi trasparenti e verificabili anche da parte dei lavoratori e dalle loro rappresentanze. Questo mette in discussione sia la dirigenza pubblica che soprattutto la politica ed i suoi dirigenti che dovrebbero avere l’obbligo di enunciare gli obiettivi concreti che vogliono raggiungere nel corso di un esercizio accettando e traendo le opportune conseguenze sulla riuscita o meno del conseguimento degli stessi. 

Il lavoro, come afferma la nostra Costituzione, è uno dei diritti fondamentali del cittadino e ritengo pertanto  che uno dei principali compiti dello Stato sia quello di utilizzare la risorsa lavoro disponibile in una comunità in maniera piena ed organizzata in sinergia con l'iniziativa privata e all'interno di una quadro generale teso alla soddisfazione dei bisogni dell’intera società. Va, pertanto rovesciato, il concetto della scarsità delle opportunità del lavoro e porci semmai il problema, nel futuro, della possibile scarsità della risorsa lavoro disponibile

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