La proposta dell'EDA di Tremonti e Junker ha la capacità di porre l'intera Europa come intelocutore dei mercati nella ricerca delle fonti di finanziamento del debito pubblico degli Stati Membri; tuttavia, le forti resistenze di paesi come la Germania inducono a pensare a dei correttivi necessari sia nei termini dell'ammontare dell'importo del finanziamento richiedibile da parte di ogni singolo stato membro ( nella proposta si parla di max 40% PIL per tutti) che del costo del debito stesso.
Mi sembra invece che su queste due questioni non si possa nascondere la necessità di operare in manera selettiva.
Così come è buona esperienza di ogni soggetto economico, l'ammontare e il prezzo del proprio debito variano in base al proprio rating : vale a dire in base alla rischiosità e qualità del prenditore.
Paesi con una economia più debole devono poter ricorrere al finanziamento ordinario da parte dell'EDA in misura percentuale minore degli altri e su progetti assolutamente da valutare e condividere . E' inoltre plausibile che il costo del debito sia differente fra i diversi paesi:in questo senso andrebbe probabilmente stabilito un paniere percentuale diversificato a somma zero rispetto al prezzo di emissione degli e-bonds.
Nasce il problema di come vadano stabiliti questi parametri di costruzione del rating nei confronti di ogni Paese membro. Una proposta potrebbe essere quella di dividere i paesi in fasce omogenee rispetto alla lontananza dai parametri di stabilità previsti dagli accordi europei.
Una volta stabiliti i parametri e costruite le fasce omogenee in cui collocare gli Stati membri bisognerà inoltre stabilire la variabilità consentita rispetto all'ammontare ed al prezzo dei finanziamenti richiedibili.
Il sistema scelto deve prevedere inoltre le regole in base a cui può essere modificato il rating e quindi la posizione ( vantaggi e svantaggi) di fascia di ogni singolo Stato nel suo rapporto con gli altri.
Va inoltre considerata la natura e lo scopo del finanziamento.
Non sembra infatti corretto limitare l'utilizzo esclusivamente ad una ipotesi di ristrutturazione del debito sovrano ma anche a possibili importanti progetti di sviluppo
La strada proposta non può che essere un intreccio di questioni politiche ed economiche e va condivisa dalla maggioranza dei partecipanti della Comunità Europea.
Certo è una strada impegnativa e selettiva ma il " buonismo" non paga e può portare alla perdita di valore di una proposta che al contrario rappresenta un passo avanti nella costruzione del rafforzamento di una prospettiva comune Europea.
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