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venerdì 1 giugno 2012

Movimento Cinque Stelle e sistema dei partiti

 

Il successo del Movimento Cinque Stelle alle elezioni amministrative sta costituendo un vero e proprio trampolino di lancio verso un'affermazione nazionale tale da preoccupare tutto il mondo dell'attuale rappresentanza politica.  I principali sondaggi descrivono percentuali di consenso che, in alcuni casi, raggiungono quasi la soglia del 20%, consentendo al movimento di Beppe Grillo di collocarsi al secondo posto fra gli schieramenti politici nazionali. Gran parte del dissenso nei confronti della politica e la disaffezione verso il PDL e la Lega sembrano orientarsi verso questa nuova realtà politica.Il problema, tuttavia, coinvolge l'intero sistema dei partiti, se anche quello che, a prima vista, sembra essere il nuovo partito di maggioranza: il PD, si preoccupa vivamente di ricucire una possibile frattura nei confronti del proprio elettorato.Da quest'esigenza nascono proposte come quella di convogliare gli elementi più attivi della società civile vicini all'area del PD in una lista civica nazionale o di riconoscere la necessità di ascoltare con maggiore attenzione ciò che si muove nella Rete. Ambedue le iniziative, se portate avanti, vanno nel senso della maggiore partecipazione del cittadino, finora escluso dal cosiddetto "Palazzo".

Va rilevato, in tutto questo, il ruolo nuovo, rivoluzionario e forse ormai irreversibile rappresentato dall'utilizzo di internet. La Rete, l'associazionismo virtuale, i social network permettono una possibilità di opinione e di confronto dei cittadini al di fuori dei limiti temporali e spaziali mai verificatosi prima.

Le principali nuove opportunità sono costituite:

-         Dalla rottura del monopolio delle strutture di distribuzione della cultura e dell'informazione con la conseguenza di permettere una piena circolazione delle idee

-         Dalla possibilità di organizzazione a costo zero di comunità virtuali che mettono in relazione le persone senza limiti di spazio (Italia, estero) con la possibilità di archiviare e successivamente consultare i documenti del loro lavoro e quindi creare la possibilità di un confronto creativo e di un senso di appartenenza.

-         Dalla possibilità della democrazia diretta di queste forme di aggregazione in cui l'unica vera discriminante è rappresentata dalla frequenza e validità dell'impegno personale.

Tutto questo non può lasciare invariato il mondo della politica, il concetto di delega ed il rapporto con le Istituzioni che conosciamo.Questa facilità di confronto e di discussione  comporta una conseguenza immediata: la voglia di democrazia diretta, la crisi della delega e della partecipazione passiva.Questa è forse la principale originalità del Movimento di Beppe Grillo: quello di aver saputo coagulare attorno a sè lo scontento e la voglia di partecipazione di molti, soprattutto giovani, utilizzando lo strumento rivoluzionario, già presente e da tutti comunemente utilizzato, la Rete.E' questa la forza del Movimento e forse anche la sua principale " cultura" con la stessa forza di riconoscimento che fu la parola d'ordine del Federalismo per la Lega Nord.La voglia del cittadino di "fare da solo"e di metter sul piatto quello che è già la sua esperienza diretta: la capacità di affrontare i problemi sociali che lo riguardano, insieme agli altri, nel confronto realizzato all'interno della comunità virtuale cui partecipa, sono le armi principali di questa nuova forma d'impegno civile e politico.E' logico che il terreno più facile  dove provarsi sia stato quello dell'ambito locale, della gestione del territorio. Dove il rapporto cittadino –istituzioni è quasi visibile e toccabile. Diventerà molto più difficile confrontarsi con quello che è invece il territorio principe dei partiti: " la storia e l'ideologia".Non si può fare a meno di confrontarsi con questi aspetti. Tutto quello che fino ad oggi è stato elemento di forza per il Movimento Cinque Stelle diventa  debolezza. Questo non significa che non potrà reagire  con successo a questa sfida ma è difficile che possa decidere di non affrontarla e che possa mantenere la stessa forza e unità sui problemi di merito così come è riuscito a realizzarla su quelli di metodo.

Dall'altra parte della barricata vi sono invece i  partiti: organizzazioni politiche che hanno avuto il merito di conservare e tramandare,   al contrario, tutti i contenuti storici e le ideologie.Per realizzare quest'obiettivo, tuttavia, la tentazione fondamentale è rappresentata dalla difesa contro il mondo esterno,   che può essere  portatore della disarticolazione dell'organizzazione. La gerarchia, l'organizzazione vengono vissute come " valore  essenziale" perché hanno il compito di conservare nel tempo l'esistenza del progetto. In nome di questo  spesso viene giustificata l'impermeabilità al cambiamento, la distanza dai movimenti, lo scarso ricambio della classe dirigente, la stessa gestione spregiudicata  del potere.Se la società civile è impetuosa e portatrice di novità, allo stesso tempo i partiti  vivono nella tradizione e nella conservazione. Spesso non si accorgono dell'onda che può travolgerli. Non è detto che l'onda sia migliore di ciò che travolge  ma spesso è inevitabile che ciò accada, se la barriera che viene posta alla partecipazione è troppo alta. L'unica strada che vale la pena  percorrere è invece quella di aprire le porte dei partiti ai movimenti, alle associazioni ed ai cittadini accettando il confronto e sperando che da questo derivi la profonda rigenerazione della classe dirigente. Certo, i pericoli sono enormi! Il populismo, la demagogia, l'estremismo sono sempre in agguato, come del resto il potere,   l'immobilismo e l'ideologizzazione della realtà.

Vi è un aspetto del Movimento Cinque Stelle  che può essere portatore di una nuova concezione della realtà: la critica al concetto di partito come veicolo della partecipazione. Ma ha una sua validità?

Tutti i movimenti tendono a mettere in discussione e a rinnovare la realtà che li circonda e per questo mettono in discussione soprattutto le istituzioni. Queste tuttavia hanno lo scopo di conservare nel tempo  i temi espressi dai movimenti quando questi hanno la necessità della stabilizzazione. La domanda che ci si pone è pertanto: il Movimento Cinque Stelle, nella sua fase di stabilizzazione, diventerà un altro partito o fra i suoi obiettivi c'è quello di modificare il rapporto fra cittadino ed istituzioni alterando di conseguenza anche il ruolo e la necessità stessa dell'esistenza dei partiti?

Sono questioni rilevanti che descrivono i temi da tenere sotto osservazione nel nostro prossimo futuro. Personalmente, non credo che il movimento riuscirà a trovare e proporre forme di partecipazione diretta tali da rendere inutile e superata l'organizzazione dei partiti. Anche in presenza di forme vaste di democrazia diretta,   il raggruppamento di persone,   in base ad una visione simile della realtà, costituisce di nuovo la forma essenziale del partito. Si potrà invece ridurre il suo ruolo d'intermediazione. Vale a dire,   è possibile, che venga data più importanza alle persone  rispetto ai partiti e che quindi non sia necessario passare inevitabilmente per essi, per partecipare alle istituzioni o essere eletti a cariche dello Stato. Insomma, mi sembra che sia in ballo la richiesta di nuovi strumenti di partecipazione democratica alla vita delle istituzioni con la rottura contemporanea del monopolio dei partiti come veicoli della rappresentanza.Sono aspetti nuovi e caratteristici che il Movimento Cinque Stelle sta portando con forza all'attenzione del dibattito politico, alla fine di un ciclo della nostra Repubblica.

 

 

 

 

 

 

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