L’esplosione dei contrasti fra le
correnti del PD sta condizionando il panorama politico italiano.
Vi sono due questioni che si
stanno intrecciando fra di loro; ma che, per comodità di ragionamento, terrei
separate.
La prima riguarda la struttura del partito e le norme che lo regolano; la seconda, i contenuti del dibattito politico.
In qualche modo l'una influenza l'altra; ma, è bene ,per un attimo, provare a separarle logicamente.
Fin dall'inizio della sua storia, le norme statutarie del PD , relative alla gestione del processo di rappresentanza che dai Circoli procede sino all'Assemblea Nazionale, hanno portato a privilegiare la formazione di " correnti", che si sono sovrapposte alle strutture organizzative di base.
La prima riguarda la struttura del partito e le norme che lo regolano; la seconda, i contenuti del dibattito politico.
In qualche modo l'una influenza l'altra; ma, è bene ,per un attimo, provare a separarle logicamente.
Fin dall'inizio della sua storia, le norme statutarie del PD , relative alla gestione del processo di rappresentanza che dai Circoli procede sino all'Assemblea Nazionale, hanno portato a privilegiare la formazione di " correnti", che si sono sovrapposte alle strutture organizzative di base.
Probabilmente, questo è dovuto al
fatto che, all’atto della sua nascita, si sia voluto creare un organismo nuovo, in cui anche gli elettori potessero avere un ruolo primario.
Viene scritto, infatti , a chiare lettere nella parte iniziale del suo
statuto, che il PD è fondato sulla partecipazione
di iscritti ed elettori che, a pieno titolo, fanno parte di tutte le fasi della
vita del partito .
In questo modo, a mio avviso esagerando, viene data la
possibilità, fin dal livello regionale, di organizzare l'elezione dei
rappresentanti con la significativa partecipazione degli elettori .
Le liste collegate ai nominativi
concorrenti a segretario regionale
formeranno poi tutta la classe dirigente locale del partito. In questo modo si
svuotano i Circoli e gli iscritti di un ruolo preminente all'interno del
partito ed in qualche modo s'invoglia la formazione di correnti ( partiti
all'interno del partito) che concorrono fra di loro per ottenere il consenso
elettorale.
Si sarebbe dato forse vita ,invece,
ad un
processo di partecipazione degli organismi di base più coinvolgente se
si fosse prevista una rappresentanza diretta dei Circoli che, di
livello in livello, arrivasse sino all'Assemblea nazionale. Tra l'altro, con un
percorso diretto ed autonomo da parte dei Circoli online.
Si potrebbe pensare di aprire le consultazioni agli
elettori solo in occasione delle primarie per l’elezione del segretario
nazionale, con concorrenti comunque scelti dall'Assemblea Nazionale
sulla base del loro programma politico.
In questo modo le correnti, pur
rimanendo, potrebbero convivere con un
ruolo più importante delle strutture di base all'interno delle quali dovrebbero
ottenere il consenso, piuttosto che cercarlo solo fra gli elettori, che forse
numericamente sono più rilevanti .
Il dibattito politico interno diverrebbe
forse, a quel punto, più importante e cercato.
Veniamo ora alla seconda
questione : i contenuti del dibattito politico .
Oggi, questo è gestito
direttamente dalla varie correnti in un conflitto perenne fra di loro e spesso
al di fuori delle stanze del partito, in un dibattito mediatico.
La gestione delle correnti è poi
fatta in maniera verticistica attorno a figure " leader" . Siamo
pertanto in presenza di un difetto dell'organizzazione della partecipazione
collettiva alla costruzione delle idee.
Lo statuto del partito prevede diversi momenti di confronto: a) i forum tematici ( non funzionanti ); b) la conferenza programmatica ( invocata recentemente da Orlando) che francamente lascia il tempo che trova all'interno di questa organizzazione del partito; c) l'Assemblea Nazionale dove deve avvenire il dibattito politico ed il confronto di contenuti propedeutico alla scelta dei candidati a segretario .
Lo statuto del partito prevede diversi momenti di confronto: a) i forum tematici ( non funzionanti ); b) la conferenza programmatica ( invocata recentemente da Orlando) che francamente lascia il tempo che trova all'interno di questa organizzazione del partito; c) l'Assemblea Nazionale dove deve avvenire il dibattito politico ed il confronto di contenuti propedeutico alla scelta dei candidati a segretario .
Teniamo presente che, comunque, i
candidati devono avere un minimo di approvazione da parte dell'Assemblea
nazionale o dagli iscritti . Il problema non è, pertanto, che teoricamente il
dibattito non possa avvenire; è che non avviene perché le posizioni sono
precostituite ed il confronto avviene nelle "primarie".
D'altra parte, il dibattito anche
all'interno delle correnti è poco presente e viene condotto con strumenti forse
non adeguati. Nulla vieta strutturalmente la possibilità del confronto nel
partito ,se si vuole ; solo, che interessa poco, perché il gioco politico e l'affermazione
delle correnti avvengono nel voto, con il coinvolgimento esterno degli elettori
alle primarie o alle diverse elezioni
regionali.
Questi problemi erano presenti e
conosciuti anche nella precedente gestione dei vari segretari come , Veltroni , Franceschini, Bersani ecc. Problemi,
ritengo, conosciuti da tutti.
La scissione è pertanto non
calzante con i problemi attuali del partito perché non li affronta.
Si dovrebbe semmai chiedere un
cambiamento statutario per dare maggior peso agli iscritti ed ai circoli fino
al livello dell'Assemblea Nazionale. Questo, tuttavia, non lo richiede nessuno
dell'opposizione; mentre, invece, dei cenni sulla costruzione di strumenti per
una maggior democrazia interna si
trovano nel documento della Commissione Nazionale sulla “Forma partito”.
Se veniamo poi ai contenuti,
bisogna essere disponibili al confronto, accettando anche di essere poi in
minoranza. Questa è la legge della democrazia. Questo non significa che, anche
all'interno delle correnti ,non si possa chiedere un cambiamento delle
posizioni politiche e della strategia.
Ben vengano pertanto i rapporti
con il mondo delle associazioni e dei vari settori del lavoro. Con gli
intellettuali e la cultura ecc. ecc.
Il luogo di confronto delle
diverse correnti deve essere, tuttavia, all'interno delle strutture di base,
sino al livello dell'Assemblea nazionale e l'elezione del segretario, e non
nelle elezioni dei vari organi regionali
e nazionali, aperte anche agli elettori, che determinano oggi, nei fatti, tutta
la classe dirigente del partito.
E’ necessario il superamento
di questa impostazione . Il
dibattito ideale e politico costituisce
la ricchezza di ogni organizzazione. La sua capacità di ascolto nei confronti
della realtà che la circonda e di utilizzo dell’intelligenza collettiva di
tutte le sue componenti sono le caratteristiche di una comunità e di una sintesi vincente.
E’ solo quando il contrasto delle
posizioni ideali , culturali e politiche raggiunge il livello della “contraddizione
antagonista” che ha senso parlare di separazione , di scissione di un
patrimonio umano e politico con tutte le
conseguenze che questo comporta.
Solo quando le posizioni dell’altro
ci sembrano espressione della negazione più profonda delle nostre motivazioni
ideali e politiche che diventa necessario separarsi.
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