Egr. On Veltroni ho letto con attenzione la sua lettera al" Paese " pubblicata sul quotidiano " Il Corriere delle Sera" e, come spesso mi è capitato, non ho potuto fare a meno di apprezzare la lucidità di analisi, la lungimiranza e la passione ideale che mi hanno portata ad individuarla come il leader di un processo storico importante ed irrinunciabile quale è stato quello della nascita del Partito Democratico , votandola nelle relative primarie.
Condivido anche l'importanza della scelta di " correre da soli" che in quel momento permise di essere individuati come la vera prosecuzione dell'esperienza dell'Ulivo e come una forza moderna che, partendo dalle radici del Socialismo e della poltica sociale della Chiesa Cattolica, si poneva il compito di lottare per "un mondo più nuovo".( avrebbe detto R. Kennedy) .
Purtoppo i numeri non ci hanno permesso di vincere , nonostante il risultato elettorale sia stato positivo, ma da lì sono iniziati i ns guai perché il ns partito non ha trovato la capacità di crescere, rimanendo in una posizione di stallo fra le diverse anime che lo compongono, e non riuscendo a sviluppare una vera e feconda partecipazione della base alla vita del partito ed alla formazione della sua linea politica.
Qui comincia il ns dissenso: Lei afferma che è stato un punto di merito quello di essersi messo da parte, come è giusto che sia in presenza di una sconfitta, e di non aver chiesto nessun ruolo dirigente, rimanendo in silenzio e ingoiando amaro, quando le capitava di ascoltare delle argomentazioni poco piacevoli nei confronti suoi e di ciò che ha portato avanti.
Mi dispiace….. ma ciò non è stato utile a nessuno! Anzi ha lasciato spazio , senza la possibilità di un acceso confronto e quindi di una crescita, a posizioni diverse che molti non hanno condiviso.
Prendiamo ad esempio il tema della lotta al precariato giovanile. Lei ha posto questo punto nel suo discorso al Lingotto come una delle questioni principali da affrontare per il PD. Oggi la questione , a mio avviso,non è portata avanti in maniera efficace né dal PD, che si limita a parlare della necessità di disincentivi alle aziende, né dal Sindacato. Pensa che il suo allontanamento dal timone del comando sia stato utile per questi giovani? E per tutti coloro che le hanno dato fiducia?
Lei ha parlato ancora nel suo messaggio al Paese dell'importanza di non cadere nella falsa alternativa fra una ipotesi di " democrazia autoritaria" ed una semplice difesa dell'esistente. Ha affermato che è necessario che le forze progressive si mobilitino per ottenere una vera democrazia decidente facendo tutti i passi per le necessarie modifiche istituzionali ( e aggiungo io per la riduzione dei costi e dei privilegi della politica), Sono perfettamente d'accordo mentre invece dissento fortemente sulla necessità di porre in atto subito un governo di transizione che modifichi la legge elettorale.
Non è questa la prima urgenza: la prima necessità è quella di chiedere subito al Paese la possibilità di governare al posto di questa destra per uscire da questa pozzanghera in cui siamo finiti ed assumercene tutta la responsabilità.
Un messaggio chiaro e forte per la legalità ed il lavoro!
Nessuno impedisce inoltre al PD di proporrre alle elezioni una nuova classe dirigente scelta in maniera democratica dalla base e dagli elettori , Una nuova classe dirigente scelta fra le migliori personalità della società civile e fra i suoi militanti che non sia neanche sfiorata da lontano dal sospetto dell'esistenza di un qualsiasi problema con la giustizia. Una scelta importante di democrazia e serietà da far notare a tutti gli elettori come tratto di distinzione del nostro partito e prefigurante il tipo di politica che vogliamo.
Concludo sollecitandole una conferma alla sua disponibilità per l'impegno alla guida di questo processo politico. Non è una scelta facile ! Le differenze fra un ruolo di analisi e di pungolo e quelle di servizio e comando sono enormi. Lei ha dimostrato im molte occasioni la sua capacità, ma questa volta credo che l'importanza storica del momento richieda una scelta di dedizione totale. Chi si candida ad un compito del genere non avrà vita semplice né la possibilità di abbandonare il terreno di battaglia durante il percorso ed avrà una grande responsabilità di guida, perché nessuno può mettersi in gioco senza l'esempio del capo.Se Lei si batterà per il ricambio democratico della classe dirigente del partito e saprà trovare, insieme a noi tutti, le parole d'ordine per chiedere al "Paese" il diritto di governarlo avrà anche la mia fiducia.