Il nostro Paese sta vivendo uno dei momenti più difficili della sua storia .
Il decadimento morale ed ideale è palpabile così come la disillusione e la difficoltà delle nuove generazioni che rimangono ai margini della società. Abbiamo perso slancio anche nella nostra attività produttiva con una riduzione progressiva della competitività internazionale e della produttività del lavoro. Il processo di formazione della nostra gioventù è vecchio e insufficiente e le risorse messe a disposizione della ricerca sono poche .Non riusciamo ad avere un progetto d'integrazione all'altezza di una società in cui la marginaltà e la presenza di numerose etnie rappresntano un aggravamento dei problemi,. Non abbiamo un rispetto condiviso della legalità e delle regole a tutto vantaggio di chi si organizza per non rispettarle. Non abbiamo una classe dirigente che, nel suo insieme, riesca ad essere una guida autorevole.
Come viviamo da sinistra tutto questo?
C'è una profonda insoddisfazione e sconcerto.
Abbiamo ridato forza al processo dell'Unione di Prodi ,portandola alla vittoria ritenendo che sarebbe riuscita ad affrontare i problemi enormi che erano sotto gli occhi di tutti ,per primo il precariato giovanile.
Ma quell'esperimento è fallito sotto i colpi dell'incapacità di mediazione delle varie forze che lo componevano. Dalla presa d'atto di quel fallimento abbiamo avuto tre conseguenze:
1) la perdita di un leader riconosciuto come Prodi
2) la vittoria del Berlusconismo
3) la nascita del Partito Democratico e la sua separazione ideale dall'estrema sinistra.
Il processo che ha portato alla nascita del Partito Democratico è stato idealmente ambizioso perché ha cercato di raccogliere le sfide di un mondo ormai cambiato cercando di affrontarle alla luce della tradizione ideale non solo socialista ma anche liberal democratica e cattolico-sociale. Quello che, a mio avviso, non ha funzionato in questo progetto è la scelta dei tempi di realizzazione.Questo partito è nato nell'urgenza elettorale e le sue problematiche sono figlie di una situazione esterna sempre più drammatica. In poche parole in tempi così brevi non può arrivare in porto un processo così ambizioso e complesso che invece ha un passo lento e riflessivo. Ci vorranno anni perché si compia la prefigurazione di un progetto sociale che sia il frutto della maturazione della riflessione del partito in tutte le sue componenti.
Nel frattempo tutavia le urgenze sociali non aspettano e l'asse Berlusconi/Bossi sta mettendo in pericolo le prospettive di sviluppo democratico economico e civile del Paese.
Bisogna prendere atto che la sinistra in genere ma anche le forze che si richiamano al nuovo centro o al terzo polo non sono in grado da sole di porsi come punto di riferimento per un grande processo di rinnovamento della società italiana che sappia mettere in minoranza quello ormai inguardabile rappresentato dall'asse Berlusconi/Bossi.
Tutti sono ormai concordi che è possibile una grande convergenza per il cambiamento della legge elettorale. Ma è un obiettivo sufficiente ? e dopo? Ci si presenterà in piena crisi economica sociale ritenendo ognuno di avre una soluzione convincente? Di rappresentare delle forze in grado da sole di raccogliere la speranza del Paese?
No …non è così Non se ne ha né la forza, né la capacità.
E' il momento invece di saper trovare i punti di convergenza fra forze politiche idealmente diverse che siano disponibili ad un sacrificio d'identità per mettere mano, al contrario, a delle grandi riforme condivise per la ripresa dello sviluppo italiano:
1) Riforma delle Istituzioni politiche e della legge elettorale , loro semplificazione e taglio delle spese( con approccio federale)
2) Riforma del diritto del lavoro come nuovo patto dei produttori e lotta al precariato/disoccupazione ( eliminazione del lavoro nero)
3) Riforma della fiscalità a favore del lavoro e della famiglia e a danno delle rendite e dei redditi elevati. Lotta durissima all'evasione fiscale ( carcere agli evasori)
4) Riforma della scuola e della ricerca
5) Riforma della giustizia . Semplificazione dei processi e certezza delle pene
6) Nuove regole sul Conflitto d'interesse e sul mondo dell'informazione.
7) Elaborazione di un piano ventennale di riduzione del Debito Pubblico/PIL all'interno dei parametri europei
Questo devono fare le forze politiche : presentarsi insieme a partire dal nuovo partito di Fini sino a Vendola per dire che la stagione dell'asse Berlusconi /Bossi è finita e che nasce un nuovo progetto Italia. Un progetto basato sulla volontà comune di metter insieme tutte le risorse umane migliori di un paese in crisi per porre le basi della sua rinascita.
Accanto a loro dovrà essere capace tutta la migliore classe dirigente e gli intellettuali di dare il suo apporto per la riuscita sociale della trasformazione proposta: Un paese civile e all'avanguardia nel mondo.
Non c'è dubbio che la parabola di Berlusconi e di Bossi abbia avuto la sua utilità. Sarebbe ingiusto nei loro confronti non avere l'onestà intellettuale di ammettere la loro importanza storica . Senza di essi sia il federalismo che l'individuazione dei limiti del cosiddetto " statalismo" o eccesso delo stato nella società moderna non sarebbero divenuti patrimonio comune. Ma la loro funzione storica si è conclusa. Dobbiamo guardare avanti verso una società globale e multietnica senza aver paura delle sue sfide.Per fare questo c'è bisogno di ritrovare i valori che ci hanno guidato e di costruire insieme il nostro futuro.
Ci sarà tempo, finito il processo di costruzione delle fondamenta della casa, di proporsi per la sua conduzione.
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