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mercoledì 1 giugno 2011

Il Mazziere spariglia e il Governatore considera

 

I ballottaggi per l'elezione del Sindaco di Milano , Napoli ecc  sono alle nostre spalle e tra pochi giorni il Governo dovrà affrontare anche il risultato di quattro refrendum che, a mio parere, confermeranno la manifesta sfiducia dell'elettorato nei suoi confronti..

La richiesta di sostegno  del Premier ai suoi elettori è miseramente fallita!

A nessuno interessa la storia della persecuzione giudiziaria  (  men che meno al Presidente degli USA Obama) ed appare  evidente che invece di occuparsi delle sorti  di chi aveva riposto in lui fiducia per un miglioramento della situazione economica del Paese, il nostro Presidente del Consiglio preferiva seguire quelle  delle sue amiche  delle serate di Arcore e dei suoi interessi privati.

La "sberla" ,come l'ha definita il leghista Maroni, è stata sonora ed il mazziere tenta di sparigliare il tavolo rivoluzionando le responsabilità nel PDL, come se"il pesce non puzzasse dalla testa", e promettendo a breve una rivoluzionaria riforma fiscale ( checchè ne pensi Tremonti).

Siamo all'ultimo tentativo di darsi una credibilità per un centro destra stanco ed in cui la Lega si sente pericolosamente trascinata in giù dal suo alleato.

Ma, è possibile? Esistono margini per una conduzione da destra dello sviluppo? I problemi del nostro Paese sono legati alla riforma fiscale? E l' opposizione? Cosa succede al suo interno?

PD, SEL e IDV si trovano davanti alla possibilità di costruire una reale alternativa . Il successo di queste forze è stato dirompente in tutto il Nord del paese ,dove in questi ultimi anni si era invece stentato, e soprattutto in centri importanti come Milano , Torino, Bologna  e nel Sud: Napoli.

Gli elettori hanno protestato contro la politica del centro destra ed hanno voluto dare fiducia ai candidati del centro sinistra. Teniamo tuttavia conto del fatto che si trattava di amministrative  e pertanto il voto espresso  può avere i connotati più di una protesta che di una scelta consapevole e definitiva. C'è stata  un'apertura di credito nei confronti del centro sinistra. Hanno ragione Di Pietro e Bersani quando sottolineano entrambi il risveglio civico del Paese e la necessità di procedere umilmente  ma immediatamente alla crescita della proposta della coalizione in termini di contenuti e di uomini che la rappresentano.

Quali sono i temi da affrontare ? Gli elettori chiedono intanto di poter partecipare in maniera diversa alle scelte che li riguardano. C'è una critica serrata e forte della " casta", della classse politica, del suo modo di formarsi, di gestire e dei suoi privilegi. Questa critica tocca il sistema della rappresentanza dei partiti ed il rapporto con le istituzioni.

La questione delle primarie e della riforma immediata della legge elettorale è da mettere  fra le prime  da affrontare. Non  è rimandabile! C'è da sfidare su questo terreno qualsiasi governo sia in carica. Poi successivamente andrà rivisto il sistema istituzionale ma con la dovuta attenzione ed  insieme alle trasformazioni possibili legate all'introduzione del federalismo. Non credo tuttavia che questo problema così ampio possa essere affrontato in questo scorcio di legislatura a meno che  il Mazziere non intenda sparigliare sulla riforma fiscale  chiedendo l'attiuazione immediata del Federalismo per ottenere l'apppoggio incondizionato della Lega.

Certo sarebbe un grosso azzardo in una situazione in cui i veri problemi da affrontare sono  altri e cioè quelli legati al risanamento del debito pubblico ed alla crescita economica. Perderemmo del tempo prezioso  mentre siamo già in un grave declino.

Il Governatore della Banca d'Italia  Mario Draghi , prossimo  capo della BCE ,ci invita invece nelle sue considerazioni  ad affrontare  quelli che sono i nostri maggiori problemi . e le cause della scarsa produttività .

 L'analisi  di Draghi chiama in causa la struttura produttiva italiana considerata troppo  frammentata e statica e le  politiche pubbliche che non incoraggiano, ma anzi spesso  ostacolano, l'evoluzione di quella struttura.

Va combattuta  l'inefficienza della giustizia civile  che provoca un danno, valutabile secondo gli studi della Banca d'Italia, in ca. un punto del PIL e colloca l'Italia al 157esimo posto su 183 paesi nelle graduatorie stilate dalla Banca Mondiale;

"Occorre proseguire nella riforma del nostro sistema di istruzione con l'obiettivo di innalzare i livelli di apprendimento, che sono tra i più bassi nel mondo occidentale anche a parità di spesa per studente……….Secondo valutazioni dell'OCSE, il distacco del sistema educativo italiano dalle migliori pratiche mondiali potrebbe implicare a lungo andare un minor tasso di crescita del PIL fino a un punto percentuale";

C'è poca concorrenza nel settore dei servizi  e di pubblica utilità; rendite e vantaggi monopolistici in alcuni settori deprimono la competitività complessiva del Paese;

Il nostro livello di infrastrutture è insoddisfacente ed arretrato rispetto ai principali paesi sviluppati. Continuiamo a ridurre la spesa programmata e le procedure sono poco efficienti per cui le opere realizzate sono più costose e meno valide che negli altri paesi. " E' necessario recuperare efficienza nella spesa, anche per sfruttare appieno le risorse dei concessionari privati e quelle comunitarie, che non pesano sui conti pubblici……I fondi strutturali comunitari attualmente a nostra disposizione sono stati spesi solo per il 15 per cento: quelli non spesi ammontano a 23 miliardi, a cui va associato il relativo cofinanziamento nazionale. Accelerare tutti questi interventi darebbe un forte impulso all'attività economica".

Bisogna superare il dualismo del mercato del lavoro causato dall'introduzione massiccia dell'utilizzo del lavoro precario  concentrato in particolar modo nel settore giovanile. Ciò pone problemi sociali rilevanti e aumenta la sfiducia  delle giovani generazioni.

Bisogna favorire maggiormente la partecipazione delle donne al mondo del lavoro e sviluppare un  sistema di protezione sociale  in grado di offrire, a chi perde definitivamente il lavoro e ne cerca attivamente un altro, un sostegno sufficiente.

"Le relazioni industriali devono favorire l'ammodernamento e la competitività del sistema produttivo, nell'interesse di tutte le parti. Sono stati compiuti passi per rafforzare il ruolo della contrattazione aziendale, ma la prevalenza di quella nazionale, l'assenza di regole certe nella rappresentanza sindacale ancora limitano la possibilità per i lavoratori di assumere impegni nei confronti dell'azienda di appartenenza; ne attenuano la capacità di influire sulle loro stesse prospettive di reddito e di occupazione."

Inoltre aggiunge Draghi "Per incentivare il ricorso al capitale di rischio andrebbe ridotto, nel quadro di una complessiva ricomposizione del bilancio pubblico, il carico fiscale sulla parte dei profitti ascrivibile alla remunerazione del capitale proprio. Includendo l'IRAP, l'aliquota legale sui redditi d'impresa supera di quasi sei punti quella media dell'area dell'euro."

 

Potremmo aggiungere alle considerazioni di Draghi tutto quello che  viene richiesto a gran voce per recuperare il differenziale dei costi energetici con gli altri paesi e per colmare il divario territoriale delle aree meridionali.

Questi sono i punti essenziali su cui le forze politiche dovranno confrontarsi nei prossimi mesi e sino alla scadenza della legislatura ( anticipata o naturale che sia) insieme alle  opportune manovre per il risanamento del debito pubblico che condizioneranno non poco la spesa pubblica e  qualsiasi discorso sulla eventuale riforma fiscale  o sull'introduzione di una specifica tassa di scopo .

Potremmo dire che i nodi giungono al pettine e che chiunque si candidi alla guida del Paese dovrebbe assumersi  la responsabilità di scioglierli.

 

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