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martedì 28 giugno 2011

La Grecia è in crisi ... e l'Italia?

 

Mentre la Grecia è sconvolta da un debito pubblico insostenibile e da uno sciopero generale che per 48 ore bloccherà ogni attività , giovani anarchici si battono con altri giovani poliziotti per sospendere  le dure decisioni di un governo messo alle strette e sull'orlo della dichiarazione di default dello Stato greco.

 Ci auguriamo tutti che si trovino soluzioni in grado di fronteggiare e superare questa situazione e le stesse intenzioni dei maggiori Stati europei e dello stesso rappresentante cinese in visita in Germania  che , senza voler assumere atteggiamenti ufficiali, si dichiara disponibile a dare un mano sull'emergenza, fanno sperare positivamente.

E l'Italia?

La nostra situazione economica è sicuramente più tranquilla ma non ci consente di assumere atteggiamenti  sonnolenti.

Il nostro Paese , da qualunque parte lo si guardi, è deludente. Il dato che più emerge , al di là di ogni ragionamento , è la mancanza di energia e di speranza. Manca quella grinta e determinazione che furono alla base del miracolo italiano del dopoguerra!

Ormai la ricerca delle ricette economiche e/o politiche passa quasi in secondo piano rispetto al problema poco politico, in senso tradizionale,  ma molto reale della necessaria liberazione delle energie esistenti.

Che siano , come tutti auspichiamo, le giovani generazioni, o  tutte le persone di buona volontà e capacità, o gli immigrati desiderosi di riscatto non ha importanza, ciò che conta è la liberazione di energie e la determinazione al miglioramento.

Libera inziativa, meritocrazia , legalità e giustizia sociale sono le quattro condizioni indispensabii e pre/economiche per far ripartire il nostro Paese.

Questo traspare oggettivamente da tutti i documenti di riflessione sulla situazione italiana , Da quelle del Governatore della Banca d'Italia a quelle della Commissione Europea, dalle proposte del PD  fino addirittura alle stesse preoccupazioni del ministro Tremonti.

Per fare questo va tuttavia attaccato il privilegio, la rendita parassitaria,il malcostume che si annida in tutti i settori della nostra società .

La nostra è stata una lenta e progressiva decadenza morale, civile, economica e politica che inesorabilmente non può che portare al peggioramento delle nostre condizioni di vita e ad un possibile default.

Vi sono state delle precise responsabilità perché questo accadesse e molti ne hanno tratto vantaggio; ma ,oggi, l'animale rischia di essere ucciso dai suoi parassiti e se vuole sopravvivere dovrà liberarsene.

Dobbiamo senza esitazioni porre le basi per il cambiamento e mettere al primo posto politiche che  favoriscano la libera iniziativa, la meritocrazia, la legalità e la giustizia sociale; ma, ripeto, la mobilitazione attorno a questi temi è addirittura più importante delle misure che verranno adottate per realizzarle.

E' solo un grande movimento di persone,  coagulato attorno a questi temi, che può avere la capacità di smuovere questa situazione e ridare energia al nostro Paese.

Solo dopo, potranno essere utili le strutture organizzative ; come i partiti; per le incombenze amministrative.

 

 

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