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mercoledì 14 marzo 2012

Lo SPREAD della politica

Alcuni giorni fa, il nostro Primo Ministro, commentando gli scontri fra i partiti, si chiese ironicamente se, mentre si abbassava lo spread fra i titoli tedeschi e quelli italiani, non si stesse allargando invece quello fra i partiti che sostengono lo stesso governo.Ci auguriamo tutti che la scelta a favore del Governo Monti possa continuare fino alla fine della legislatura, anche se c'è poco da illudersi. Nel frattempo, sembra che il vero spread, che si allarga sempre di più, sia quello fra i partiti e la politica, fra i partiti ed i cittadini.La corruzione, che continua a mostrare i suoi volti politici, alimenta ulteriormente questa frattura. Dopo le questioni, riguardanti la Regione Lombardia, ritornano le indiscrezioni sul caso Lusi.

C'è da chiedersi: chi controlla le disponibilità ed i beni che appartennero alla Democrazia Cristiana, al Partito Socialista ed al Partito Comunista, fino a giungere alle attuali formazioni politiche? E ancora: i Beni di Forza Italia e Alleanza Nazionale sono confluiti nella formazione politica PDL?  E quelli della "Margherita" e del "DS" sono confluiti nel PD?Le disponibilità mobiliari ed immobiliari sono tutte in capo agli attuali partiti e quali?Vi sono beni invece possedute da fondazioni? Chi li controlla?

Tutti i partiti amministrano grandi patrimoni e godono d'entrate forse eccessive nei confronti dei loro fabbisogni.In particolare, l'ammontare complessivo dei rimborsi elettorali è molto superiore a quanto viene effettivamente speso. Oltre tutto, la particolare natura giuridica dei partiti, che non hanno obbligo di bilancio certificato, rende difficile il controllo e la punibilità di una gestione non regolare.Diventa difficile seguire il percorso delle disponibilità e quindi di verificarne la corretta e democratica gestione.

Chi controlla l'utilizzo e la disponibilità di questi beni?

A giustificazione del finanziamento pubblico dei partiti sotto forma di rimborso elettorale (modalità attraverso cui si è deciso di intervenire in modifica della volontà espressa dai cittadini in un apposito referendum) si afferma che in sua assenza farebbero politica solo i ricchi o peggio ancora che i partiti diventerebbero "dipendenti" dai finanziatori privati.Si potrebbe obiettare che i partiti potrebbero invece avere un diffuso finanziamento privato da parte degli elettori, in piena  trasparenza, che, se gestito secondo regole di piena democrazia, consentirebbe di evitare i rischi di una cattiva gestione..

Si ha invece l'impressione che grazie al finanziamento pubblico i partiti possano sopravvivere e rimanere "indipendenti", sì ...ma... dai propri elettori?!

Le questioni vanno affrontate insieme: da un lato, bisogna modificare la natura giuridica dei partiti, dall'altro modificarne le modalità di finanziamento.La forma giuridica preferibile potrebbe essere quella della "onlus": in questo modo tutte le spese verrebbero documentate. Verrebbe introdotta l'obbligatorietà della certificazione del bilancio, il divieto di distribuire utili e di svolgere attività diverse da quelle statutarie..Riguardo al rimborso elettorale bisognerebbe contemporaneamente arrivare ad una riforma che preveda la concessione obbligatoria di spazi gratuiti sui mezzi d'informazione pubblici e privati ai contendenti politici ,durante le elezioni e per il resto che venga permesso il finanziamento privato regolandone le modalità.Il finanziamento pubblico potrebbe in tal modo essere radicalmente ridotto.Il momento sociale e politico diventa sempre più difficile ed è diffusa opinione che avremo grosse difficoltà a far ripartire il nostro Paese se non si procederà ad una riforma della politica e delle istituzioni tale da consentire ai cittadini di riprenderne il controllo ed evitare quel distacco che favorisce il sorgere della corruzione e della collusione con la malavita organizzata. Questa fase storica della nostra società può richiedere un ripensamento sulle nostre Istituzioni e sicuramente  a breve la necessità di procedere alla riforma elettorale garantendo così al cittadino la possibilità di poter scegliere il proprio rappresentante già dal prossimo appuntamento del 2013.Restringere lo spread della politica, ponendo così le basi sia per una più facile partecipazione del cittadino alla "cosa" pubblica sia per una seria lotta alla corruzione, sta diventando una determinante precondizione per la crescita della nostra società.

 

 

 

 

 

 

 

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