Fidel Castro è morto
e non possiamo non pensare a quello che ha significato la Rivoluzione Cubana nella seconda parte del
Novecento.
I suoi aspetti
positivi , le conquiste nel campo dell'istruzione e della salute , la riforma
agraria, il miglioramento complessivo della qualità della vita e la lotta
contro la corruzione in tutti gli aspetti della vita sociale.
Accanto a questo,
dovremo interrogarci anche sugli aspetti negativi : come quello della privazione
della libertà per i dissenzienti , la mancanza della democrazia politica ed
altri aspetti legati anche alla fase dura della guerra fredda e della lotta
all'imperialismo.
In quegli anni, era
opinione comune che la lotta di classe e la rivoluzione dovessero affermarsi
proprio attaccando i punti deboli dell'Imperialismo nel mondo.
Era l'enunciazione
del "Terzomondismo".
Cuba ne era
l'esempio vivente e non solo Cuba. La sua presenza in America Latina e nel
mondo era la prova di una possibile
alternativa a regimi che poco avevano di democratico e molto di asservimento
agli interessi delle multinazionali ed a quelli di controllo
economico/militare da parte del colosso americano.
Oggi è tutto
diverso. Il muro di Berlino è finalmente caduto e con esso anche una concezione
di divisione del mondo e d'inconciliabilità fra le classi sociali.
Certo, gli
interessi delle potenze nazionali sono
sempre presenti; ma, la complessità degli schieramenti è più ampia. Il ruolo
dello Stato nell'economia è poi un principio universalmente accettato, che
permette il possibile primato del benessere della collettività sociale su quello dei gruppi d'interesse economici ed
il perseguimento della lotta sociale con i mezzi della non violenza e del
confronto.
Non tutto è
chiarito, tuttavia, ed ancora oggi le difficoltà, legate ad una distribuzione
ineguale della ricchezza e di una globalizzazione che spesso calpesta i diritti
del lavoro, richiedono ancora una profonda riflessione sull'eredità e l'attualità
dei valori socialisti e della storia del movimento operaio.
Non dimentichiamo che, all'epoca, la scelta
armata di Castro fu forse inevitabile per liberare un paese corrotto e sede
della peggiore collusione con l'illegalità ( mafia) dei vicini USA .
Lo stesso
concetto di dittatura del proletariato, applicato a difesa della giovane
rivoluzione osteggiata dall'embargo economico e politico dei paesi occidentali e schieratasi all'interno dell'universo sovietico per sopravvivere, può avere
una giustificazione.
Per noi giovani degli anni '60, la "Revolucion
Cubana" ed i suoi combattenti erano comunque degli eroi .
Giovani che si battevano per ideali che condividevamo di giustizia e
dignità umana e non lo dimentichiamo, pur coscienti delle contraddizioni che
nel corso degli anni hanno attraversato Cuba.
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