Pagine

lunedì 26 luglio 2010

IL PD E IL TAVOLO FIAT

E' naturale che la Fiat cerchi di percorrere le strade più convenienti  per la realizzazione dei suoi progetti ed  è in quest'ambito  che tuttavia l'Italia deve giocare le sue carte.

In una fase  di difficoltà economica mondiale,  dove la crescita della domanda è il problema da affrontare e dove è difficile che la stessa  possa essere trascinata,in prima battuta, da un incremento  sostenuto dei consumi (perché le famiglie, in un periodo di crisi economica,  tendono a proteggersi dall'incertezza del futuro, limitando le spese) è' il fronte degli investimenti che deve essere potenziato con stimoli e facilitazioni  da parte dello Stato e della Politica. All'interno di questo quadro è facilmente comprensibile come non sia indifferente l'opportunità di ottenere che  il progetto di investimento della Fiat coinvolga in maniera significativa gli stabilimenti italiani

D'altra parte non  mi sembra che l'interlocutore non sia credibile. Un imprenditore che si mette in gioco personalmente scrivendo agli operai del proprio gruppo di voler " costruire insieme, in Italia, qualcosa di grande, di migliore e di duraturo." e ancora" I contenuti del piano prevedono di concentrare nel Paese grandi investimenti, di aumentare il numero di veicoli prodotti in Italia e di far crescere le esportazioni……. obiettivo del progetto è colmare il divario competitivo che ci separa dagli altri Paesi e portare la Fiat ad un livello di efficienza indispensabile per garantire all'Italia una grande industria dell'auto" credo possa essere un avversario, in un tavolo delle trattative, forse temibile, ma valido. Cosa chiede? : "Non c'è nulla di eccezionale nelle richieste che stanno alla base della realizzazione di "Fabbrica Italia". Abbiamo solo la necessità di garantire normali livelli di competitività ai nostri stabilimenti, creare normali condizioni operative per aumentare il loro utilizzo, avere la certezza di rispondere in tempi normali ai cambiamenti della domanda di mercato." …"Eccezionale semmai -per un'azienda- è la scelta di compiere questo sforzo in Italia, rinunciando ai vantaggi sicuri che altri Paesi potrebbero offrire."…..". Non abbiamo intenzione di toccare nessuno dei vostri diritti," ….."Quello di cui ora c'è bisogno è un grande sforzo collettivo, una specie di patto sociale ……………..è il momento di lasciare da parte gli interessi particolari e di guardare al bene comune, al Paese che vogliamo lasciare in eredità alle prossime generazioni."
Certo potrebbero essere belle parole ma potrebbe essere anche l'occasione di un confronto reale fra persone , rappresentanti sindacali e partiti politici. Il terreno dello scontro è comunque quello di essere presenti nelle scelte d'investimento del settore manifatturiero.
Cosa richiede in termini di flessibilità il Lingotto? A Pomigliano ha chiesto ed ottenuto da una parte del sindacato l'utilizzo degli impianti di produzione per 24 ore giornaliere e per 6 giorni la settimana, comprensivi del sabato, con uno schema di turnazione articolato a 18 turni settimanali. La mezz'ora retribuita per la refezione è prevista a fine turno. Per far fronte alle esigenze di produzione l'azienda potrà far ricorso a lavoro straordinario di 80 ore annue pro capite (oltre alle 40 già previste) senza preventivo accordo sindacale .
Sono condizioni di lavoro sostenibili? Si può ottenere ancora qualcosa a favore dei lavoratori? Bisogna provarci senza mettere in discussione tutto.
Ma la questione su cui si è avuta a Pomigliano la vera e propria spaccatura con la FIOM è stato quando la Fiat ha affermato di non voler pagare le giornate di assenza "anomale" e di voler applicare delle sanzioni nel caso del mancato rispetto dei patti stabiliti. Nel testo dell'accordo con i Sindacati firmatari è stato introdotto così il punto 16 sulla creazione di una commissione paritetica di conciliazione: in caso l'azienda segnali una violazione dell'accordo potrà essere convocata entro 48 ore ed entro 4 giorni dovrà pronunciarsi e verificare se c'è stata effettivamente l'inadempienza. In questa fase i sindacati devono sospendere il ricorso allo sciopero e l'azienda non deve applicare le sanzioni. La commissione è composta da rappresentanti dei sindacati firmatari dell'accordo e, in eguale misura, dell'azienda. In assenza di una valutazione congiunta tra le parti l'azienda potrà procedere con le sanzioni. Viene così stemperato l'effetto della contestata "clausola di responsabilità. Viene così stemperato l'effetto della contestata "clausola di responsabilità" che consente all'azienda di intervenire su contributi e permessi sindacali (nei confronti del sindacato) e con provvedimenti disciplinari fino a licenziamento (per il lavoratore), in caso di mancato rispetto dell'intesa, ad esempio per uno sciopero proclamato in un giorno di straordinario comandato. Sull'altro punto controverso, l'indisponibilità dell'azienda a farsi carico della propria quota del trattamento di malattia in caso di assenze anomale, sarà sempre una commissione paritetica ad intervenire.
E' sopportabile questo modo di procedere? I rischi per la libertà sindacale sono veramente così alti ( visto che una parte li ha accettati)? Perché non si ricostituisce un fronte unitario su di un testo di accordo più condivisibile?

Le richieste della controparte sono del tutto immotivate o bisogna trovare un modo di soddisfarle senza compromettere nella sostanza i diritti acquisiti dei lavoratori ?


C'è molto da fare per Il PD e i Sindacati e noi tutti ( compreso Marchionne).L'unica cosa da non fare è perdere questa opportunità..

 La mia sensazione che la posta sia ancora tutta in gioco. La possibilità di produrre  automobili nei paesi  occidentali è ampiamente praticabile come  dimostrano gli stabilimenti delle altra case automobilistiche e la stessa produzione Fiat in America. Bisogna tuttavia stabilire quali modelli è meglio produrre per valorizzare al massimo le economie esterne ( indotto,condizioni del Paese ecc ambiente politico sindacale- ecc) ed interne ( qualità degli impianti esistenti, professionalità della manodopera, organizzazione industriale ecc), trovare un accordo  di lungo respiro sulle relazioni sindacali ( che sarebbe

quanto mai opportuno che ritrovino l'unità, facendo sì che le differenze non diventino motivo di irreparabile divisione) ed un ruolo nei confronti del paese Italia con un confronto con le forze politiche.

Certo è che bisogna far pesare il fatto che, anche se non è previsto l'utilizzo di fondi dello Stato per il programma d'investimento Fiat in Italia, è pur  sempre vero che continuano a gravare sulla comunità italiana le difficoltà di gestione del personale che la Fiat sta affrontando nel periodo attuale di crisi economica e di ristrutturazione degli impianti e delle lavorazioni.

Questo terreno di confronto può essere l'occasione per la politica   di spingere verso la produzione di modelli  di ultima generazione , elettrici e/o ipotizzando anche delle possibili incentivazioni al consumo 

Può rappresentare  inoltre per lo Stato l'occasione  di pensare ad un  modo per favorire l'accesso al credito anche da parte delle grandi aziende oltre che delle PMI con l'utilizzo della propria garanzia ( potenziando il fondo  di garanzia PMI e aprendone uno specifico per le grandi imprese con proventi rivenienti dalla tassazione delle rendite finanziarie e dei redditi superiori a 150.000 euro annui).

E' questo un altro aspetto che permetterebbe l'utilizzo più ampio del risparmio traducendolo in investimento, grazie all'intermediazione bancaria:facilitare l'accesso al credito  è un volano dell'investimento.

Mi piacerebbe che il PD fosse presente in maniera forte in questa trattativa con la capacità di dettare i termini  strategici del dibattito definendo i limiti che in una società moderna l'impresa deve avere nei confronti dei lavoratori, dei cittadini e dell'ambiente. MI piacerebbe che il PD fosse in grado di incalzare pertanto  la Fiat  sui modelli da produrre privilegiando gli aspetti ecologici, che sollecitasse tutti i sindacati a ritrovare una unità possibile ma soprattutto necessaria per dare  delle risposte chiare alle richieste legittime del Lingotto difendendo la sostanza dei diritti dei lavoratori, che avesse la capacità d'inquadrare  il progetto Fiat per l'Italia in una cornice più ampia di sviluppo per i prossimi anni ponendosi nei fatti come la legittima guida del Paese.

Nessun commento:

Posta un commento