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venerdì 18 novembre 2011

La prima tappa del Governo Monti

La prima tappa del Governo Monti si è conclusa oggi con la presentazione delle linee programmatiche e la relativa fiducia votata dal Senato. Con uno stile sobrio e lineare il Prof. Monti ha sottolineato le tappe che l'impegno comune potrà realizzare rilevando come non sia l'Europa a stabilire le regole cui attenersi ma siano proprio le necessità del Paese a dettare il calendario dei lavori. Un Paese che, già prima della crisi che ci occupa, cresceva ad una velocità di gran lunga inferiore rispetto a quella, non dei paesi emergenti o del Bric, ma degli altri componenti dell'area europea. Un paese che non riesce ad utilizzare a pieno la risorsa dei propri giovani e della componente femminile e che vede ancora vaste aree del meridione incapaci di procedere verso lo sviluppo. Tutto questo ci rende complessivamente deboli ed incapaci di ottenere credito.Un investitore internazionale non valuta semplicemente il nostro Paese allo stato odierno ma anche per le sue prospettive future di crescita e stabilità e si chiede se al momento della scadenza dei titoli che ha sottoscritto l'Italia avrà una piena capacità di rimborso.Si pone pertanto l'obiettivo del risanamento ma soprattutto la necessità di creare le condizioni e di adottare le misure perché il nostro Paese riprenda a crescere nell'equità.. Se da un lato saranno prese delle iniziative che spostino il carico fiscale, cosi come accade nel resto dell'Europa, maggiormente sui patrimoni, in specie immobiliare, sgravando, se possibile, i redditi d'impresa e da lavoro, dall'altro si è fatto riferimento alla necessità di una maggiore possibile flessibilità del lavoro purché il singolo lavoratore trovi poi, a seguito di una modifica degli ammortizzatori sociali, degli strumenti di tutela che lo accompagnino durante il periodo di ricerca dl nuovo lavoro. Sulle pensioni invece è probabile che la misura principale sarà costituita dal passaggio per tutti al sistema contributivo. Una delle priorità del nuovo esecutivo sarà poi la lotta all'evasione fiscale e all'illegalità: non servirà solo «per aumentare il gettito ma anche per abbattere le aliquote. La lotta all'evasione dovrà potersi giovare inoltre del maggiore utilizzo delle transazioni elettroniche che dovranno sempre più sostituire gli altri mezzi di pagamento, riducendo l'utilizzo del contante.Molta attenzione il Prof. Monti ha poi rivolto verso le realtà locali, decidendo di seguire personalmente i rapporti con le stesse e parlando apertamente di una revisione dell'organizzazione delle province con legge ordinaria.Le premesse sembrano quelle di cercare la realizzazione delle riforme attraverso il maggiore possibile consenso delle forze politiche e sociali, evitando strappi e forzature.In questo, la capacità di soluzioni tecniche ed il possibile ruolo delle misure per la ripresa potranno essere decisive. Si può aprire, forse a partire da oggi, una fase iniziale di collaborazione e di dialogo costruttivo fra le forze sociali, senza pretendere d'altra parte di rinunciare alle proprie convinzioni, Che questo passo sia stato quasi imposto dagli avvenimenti alle forze politiche è indubbio. E' anche vero che questo inizio di collaborazione costruttiva, stimolata dal governo Monti, sia un percorso in salita che dovrà essere giudicato per i suoi risultati effettivi.Non mi sentirei tuttavia di avere un atteggiamento già punitivo nei confronti di quest'esperienza,  liquidandola  come un'emanazione dei " poteri forti" con l'inevitabile giudizio negativo sulle forze politiche che stanno dando il loro appoggio (ca. 80% del Senato ?!) Né si comprende  a partire da quali punti si possa trarre la conclusione  di essere in presenza  di un governo del grande capitale finanziario mondiale che sia riuscito nell'obiettivo di esautorare la politica nazionale.Questa teoria del governo del complotto internazionale agitata da alcune testate giornalistiche vicine all'ex Presidente del Consiglio, ma presente anche all'interno della sinistra alternativa, sembra totalmente infondata. C'è in questa visione un'accettazione delle teorie generali del " complotto"di cui in passato abbiamo avuto tristi esperienze. Basta ricordare la condanna del mondo occulto massonico, la congiura ebraica ecc.Come se i vari poteri esistenti (economico finanziari) siano organizzati rigidamente al loro interno e capaci di esprimersi secondo un piano preordinato. Ritorna in auge il concetto di "sistema" e dei suoi servitori corrotti che fu alla base delle peggiori espressioni terroristiche- La realtà è molto più complessa e contraddittoria, con una molteplicità di centri di potere spesso antagonisti fra di loro, e comunque pretende per realizzarsi la complicità finale del semplice cittadino che ne stabilisce il successo o l'insuccesso.Il problema è che ci sono parti politiche che preferiscono scatenare nel cittadino l'atteggiamento persecutorio consolatorio che trasferisce le responsabilità e giustifica il ricorso a misure straordinarie di potere.In questo caso la supposizione è totalmente infondata.ed improbabile.  Nello stesso governo troviamo esponenti del mondo cattolico come Riccardi (fondatore della comunità di S.Egidio), della finanza come Passera, della cultura accademica come Monti, Profumo ecc o esponenti dello Stato come il responsabile dell'antitrust.E' possibile che siano tutti esponenti dell'intrigo mondiale della banca privata Goldman? Mi sembra oggettivamente non sostenibile. Perché si fa questo gioco? a cosa serve? probabilmente su questa base il PDL vuole trovare una sua nuova verginità e sull'onda del possibile scontento rispetto a misure dolorose spera di cavalcare, con una propaganda persecutoria e populista, il ritorno al potere.In una situazione così delicata, la riforma della legge elettorale può diventare una priorità necessaria per consentire che i nostri parlamentari pensino ed agiscano più liberamente e senza sottostare al ricatto di sapere che la prossima candidatura e rielezione saranno gestite in ogni caso dai capi partito.Questa situazione rischia di falsare il dibattito politico ed i rapporti di democrazia all'interno dei partiti e di conseguenza la loro azione politica nei confronti del governo e delle esigenze attuali del Paese perso nel vortice di una crisi di credibilità che può rivelarsi disastrosa. D'altra parte, anche l'atteggiamento di sfiducia "a priori" di larga parte delle forze alternative della sinistra e di vari settori della protesta giovanile e sindacale, trova probabilmente la sua giustificazione nella situazione oggettivamente difficile che vivono. La domanda sociale d'attenzione e d'equità di questi settori della popolazione è forte. Non dimenticano inoltre che molte delle cause della crisi sono state determinate dal forte processo di finanziarizzazione dell'economia  che ha gravato enormemente sull'economia reale paralizzandola. Non bisogna tuttavia dimenticare che vi sono state altre cause a determinare la difficoltà del nostro Paese già preesistenti alla crisi e a cui bisognerà dare una risposta. Non per peggiorare le condizioni di vita della popolazione o per privarla del Welfare, come si favoleggia, ma per consentire invece il suo mantenimento su basi più sostenibili,  rimuovendo rendite di posizione e agevolando  le possibilità di lavoro e di vita.Le parole d'ordine di crescita, risanamento ed equità con cui inizia la vita di questo governo mi sembra gli diano almeno il diritto di essere sottoposto a verifica.

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